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Numero 9 del 2009

Dialoghi impossibili


Foto: Dialoghi impossibili
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Testi pagina 32

settembre 2009 noidonne32
Nel parlamento indiano la presenzafemminile è inferiore persino a quel-
la dell'Italia (penultima in Europa), in
cui ci sono 134 donne su 630 deputati,
mentre in India sono 59 su 543. Eppure
molte e interessanti lezioni ci arrivano
da questo subcontinente complesso e
ricco di contraddizioni, in cui il 2 luglio
2009 l'Alta Corte di New Delhi ha fi-
nalmente riconosciuto anticostituziona-
le il reato di omosessualità e in cui le
donne sono sia nei gradini più infimi
della scala sociale sia nei luoghi istitu-
zionali più importanti, da dove si ren-
dono interpreti di progresso. È probabile
che nell'Alta Corte di Delhi ha avuto
una qualche influenza la presenza tra i
giudici di donne aperte come Leila Seth,
oggi in pensione, che era stata Chief Ju-
stice proprio nell'Alta Corte di Delhi e
che nella sua autobiografia "On Balan-
ce" si dichiara favorevole ai diritti degli
omosessuali.
Parlando di donne al potere in India
vi sono almeno due cose che non posso-
no essere tralasciate:
1) In India quando le donne ricopro-
no ruoli decisionali, dal primo ingra-
naggio del complesso sistema democra-
tico indiano, come i consigli di villag-
gio, fino alle cariche istituzionali più al-
te, le condizioni sociali della popolazio-
ne migliorano;
2) la donna governatrice o presiden-
te della repubblica o a capo di un parti-
to, da Indira Gandhi a Pratibha Patil a
Sonia Gandhi, sembrano aderire bene al
simbolico popolare indiano (del testo
già intriso di molto divino femminile) ed
essere benvolute dalla maggioranza di
cittadini e cittadine.
Alle ultime elezioni di maggio 2009
si è riaffermato il partito di coalizione
governativa, United Progressive Allian-
ce, guidato da Sonia Gandhi, grazie an-
che al carisma di que-
sta donna nata e cre-
sciuta in Italia prima
di sposare, nel 1968,
Rajiv Gandhi, figlio
della premiere Indira,
e assassinato, come la
madre, mentre era pri-
mo ministro. Oggi il primo ministro ri-
confermato è Manmohan Singh, soste-
nuto sia dalla presidente Pratibha Patil
che da Sonia Gandhi, la quale ha anche
fortemente voluto la nomina alla presi-
denza della Lock Sabha (Camera Bassa)
di un'altra donna, appartenente alla ca-
sta degli intoccabili: Meira Kumar che
nel precedente governo di Singh, dal
2004 al 2009, era stata membro del Mi-
nistero per la Giustizia Sociale e l'Empo-
werment e quindi probabile responsabi-
le dei progressi sociali riportati dal rap-
porto dell'UNFPA.
Al momento presente dunque in In-
dia ci sono tre cariche istituzionali im-
portanti (presidenza della repubblica,
presidenza della Lock Sabha e presiden-
za del partito di coalizione governativa
o UPA) occupate da donne: Pratibha
Patil, Meira Kumar e Sonia Gandhi. Pro-
viamo a vederle più da vicino, sperando
di non soffrire troppo al confronto delle
nostre quattro ministre, di cui due senza
portafoglio ed una ex soubrette senza
precedente esperienza politica.
Pratibha Patil, nata nel 1934 e ap-
partenente alle fila del partito progressi-
sta dell'alleanza di sinistra, ha vinto le
ultime elezioni presidenziali tenutesi il
19 luglio del 2007, superando il conser-
vatore Bhairon Singh Shekhawat, che
era stato presidente nei cinque anni pre-
cedenti. Per salire alla presidenza della
Repubblica Patil ha lasciato il suo posto
di Governatora del Rajasthan, che tene-
va dal 2004. Prima era stata, già dagli
anni Sessanta, deputata nella Camera
Bassa nazionale e nell'assemblea legis-
lativa del Maharashtra, dove era stata
eletta poco dopo la laurea in legge. Ma
la carriera politica, vissuta per molti
anni dalla parte dell'opposizione di si-
nistra, e finendo in carcere con Indira
India
Guardando al cambiamento
Giovanna Providenti
Meira Kumar
Sonia Gandhi


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