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Numero 9 del 2009

Dialoghi impossibili


Foto: Dialoghi impossibili
PAGINA 10

Testi pagina 10

settembre 2009 noidonne10
Fino a ieri a una coppia portatrice di
malattie genetiche si aprivano tre solu-
zioni: la decisione di non avere figli,
quella di accettare la nascita del figlio
malato, quella di ricorrere all'aborto te-
rapeutico. Oggi la biotecnologia consen-
te di individuare l'esistenza, già nell'em-
brione, del gene difettoso, prima del suo
trasferimento in utero e, quindi, di evi-
tare l'impianto di un embrione malato.
Sennonché tale metodica è vietata dalla
legge sulla fecondazione assistita e mol-
te coppie con malattie genetiche vanno
all'estero per avere bimbi sani (il cosid-
detto 'turismo procreativo'che sta assu-
mendo proporzioni sempre più rilevan-
ti). Si tratta di un desiderio condanna-
bile per il suo egoismo? Di un esaspera-
to bisogno di 'normalità' o, peggio, di
una strisciante espressione di eugeneti-
ca?
Una recentissima sentenza del tribu-
nale di Bologna ha riaperto il dibattito,
consentendo ad una donna portatrice di
distrofia muscolare di usufruire della
diagnosi preimpianto dell'embrione.
Una sentenza
importante di
cui è difficile
sottovalutare
l'importanza:
per la prima
volta, infatti,
si riconosce an-
che alle coppie non sterili il diritto di ac-
cedere alla fecondazione assistita e, in
particolare, si ammette il ricorso ai cen-
tri di procreazione medicalmente assi-
stita anche per i genitori che abbiano
avuto in precedenza figli con malattie
genetiche. In tal modo viene col-
pito un altro punto fondamen-
tale della legge 40, dopo la
sentenza della Corte Costitu-
zionale che ha annullato la
norma che imponeva la for-
mazione e il contemporaneo
impianto di non più di tre em-
brioni.
Contro la decisione del tri-
bunale si è scagliata la sotto-
segretaria alla Salute Eugenia
Roccella che ha parlato di "ve-
ro e proprio tentativo di ri-
scrittura della legge 40".
Non si può negare, in effetti,
che sia in atto un ampio
processo di revisione critica
di una legge che continua a
mostrare, nel corso della
sua applicazione, gravi ca-
renze e contraddizioni a
causa della sua natura pro-
fondamente illiberale. Vi-
viamo, fino a prova contra-
ria, in uno stato democrati-
co in cui, per via giudiziaria
o legislativa, è consentito ai cittadini di
intervenire su quei prodotti umani, emi-
nentemente soggetti ad errore, che sono
le leggi e di contribuire ad una revisione
della normativa che tenga adeguato
conto del pluralismo etico con cui si
dovrebbero affrontare le questioni di
inizio vita.
Nelle linee guida relative alla leg-
ge sulla fecondazione assistita si
legge:"È proibita ogni diagnosi
preimpianto con finalità eugeneti-
che ossia di selezione per migliorare
la razza". Se l'estensore delle linee
guida sembra evocare il fantasma di
Rosenberg o di qualche altro teorico
del 'mito aria-
no', v'è stato
chi non ha esi-
tato a parlare
di "nuova rupe
Tarpa" o a pro-
fetizzare che, di
questo passo, "si
arriverà a selezionare bambini con oc-
chi azzurri e capelli biondi".
Il caso biologico e la selezione natu-
rale sono stati, per millenni, nella storia
dell'umanità i padroni incontrastati di
ogni feto umano. Gli uomini hanno sub-
ìto tale fatalità che sembrava iscriversi
in quell'ordine naturale che nulla, in ap-
parenza, poteva mettere in discussione.
Dovremo allora elogiare il caso e ritene-
re che esso rappresenti una condizione
necessaria per l'espressione di quei dirit-
ti dell'uomo - libertà, eguaglianza etc.-
che riteniamo fondamentali? O ritenere,
invece, che possa trattarsi di un preciso
impegno dei genitori garantire la quali-
tà della vita di quanti mettono al mon-
do, grazie alle informazioni che la
scienza nel frattempo ha loro fornito?
La scienza e le biotecnologie come
tutte le imprese umane sono sempre 'a
rischio'. Non se ne esce, però, "spegnen-
do i lumi" o evocando, dinanzi alla pos-
sibilità concreta di raddrizzare gli errori
di una natura talora matrigna, perico-
losi piani inclinati. Di qui l'evocazione
degli spettri del nazismo e dell'eugeneti-
ca, come se garantire un figlio dalle ma-
lattie ereditarie e pianificare a freddo
una razza di superuomini, facendo in-
crociare gli esemplari femminili e ma-
schili più avvenenti, fosse la stessa ope-
razione. La capacità di non confondere
le cose non è solo qualcosa che ha a che
Legge 40:
colpito un
altro punto
fondamentale
Parliamo di bioetica Luisella BattagliaIstituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.org
il cosiddetto
“turismo procreativo”
ha proporzioni sempre
più rilevanti
“ “
una sentenza riconosce
anche alle coppie non
sterili il diritto alla
fecondazione assistita
“ “
è in atto un processo
di revisione critica di una
legge che continua a
mostrare, nel corso della
sua applicazione, gravi
carenze e contraddizioni
“ “
occorre evitare,
nei limiti del possibile,
che la nascita sia un
rischio e la malattia
un castigo
“ “


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