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Numero 11 del 2015

Not in my name - contro il terrorismo


Foto: Not in my name - contro il terrorismo
PAGINA 8

Testi pagina 8

6 Novembre-Dicembre 2015
In un organismo plurisecolare e radicato nella tradizione come la Chiesa cattolica - che non sopporta modifiche accelerate ma piuttosto deve adattarsi a cambiamen-
ti parziali, a spostamenti graduali - le riforme sono lente.
Papa Bergoglio ha introdotto una novità che è stata subito
riconosciuta ed apprezzata: l’attenzione alla vita concreta
e reale, in particolare alla vita degli umili e dei poveri; e,
contemporaneamente, ha denunciato con fermezza le re-
sponsabilità del liberismo selvaggio (“ questa economia
uccide”) che, come lui stesso ha potuto vedere quando
viveva in Argentina, riempie gli agglomerati urbani delle
periferie di esseri sofferenti che la società ha scartato.
Di qui la sua insistenza nel denunciare la “cultura dello
scarto”: vengono scartati i poveri, gli anziani, i malati, chi
è rimasto solo, i bambini sfortunati. Inclinazione verso il
comunismo? No, Bergoglio lo ha detto più volte: secondo la
dottrina sociale della Chiesa l’umanità può trovare riparo alle
sofferenze nel dono che il ricco offre al povero, nella recipro-
ca solidarietà. In questi due primi anni di pontificato, inoltre, il
Pontefice, che si è presentato come “vescovo di Roma”, pare
intenzionato ad alleggerire la struttura di una Chiesa rigida-
mente monarchica e romanocentrica incoraggiando il decen-
tramento e il contributo dei laici affinché diventino dei soggetti
attivi e collaborativi, non dei passivi destinatari del “verbo”.
Infine per noi italiani c’è una buona notizia: finora non c’è
stata da parte di Francesco nessuna insistenza sui “valori
UN PAPA
CONSERVATORE
MA ILLUMINATO
Le idee e iL cammino di Francesco
in una chiesa cattoLica
che guarda aL Futuro,
tra cambiamenti possibiLi
e FedeLtà aLLe tradizioni.
rimangono spinosi i capitoLi
suL ruoLo deLLe donne,
suLL’aborto, suLL’omosessuaLità
di Stefania Friggeri
non negoziabili” e forse con lui si conclude la stagione ruinia-
na della CEI che interviene apertamente nella politica del pa-
ese, sia attraverso iniziative tese a fermare leggi contrarie alla
morale cattolica, sia attraverso la promozione di norme che
sembrano scritte Oltretevere, come la legge 40.
Dopo aver chiuso la finestra che il Concilio Vaticano II aveva
aperto perché entrasse l’ossigeno dei pensatori osteggiati da-
gli ultraconservatori, la Chiesa cattolica appariva un piccolo
grande impero attento a conservare se stesso, i suoi privilegi
e il suo potere mondano, incurante del numero dei fedeli in
declino a causa della secolarizzazione in Europa e della com-
petizione con le varie chiese e gruppi religiosi “fai da te” in
America Latina. Ma il messaggio pastorale di Francesco po-
trebbe ridestare lo spirito del Concilio Vaticano II cancellando
l’immagine disonorevole in cui è caduta la Chiesa cattolica sia
per gli scandali legati alla banca vaticana, lo IOR, sia per quelli
a sfondo sessuale dei preti pedofili. E tuttavia sui temi oggi più
controversi (la sacralità della vita, il celibato dei preti, il sacer-
dozio femminile, l’omosessualità) Bergoglio ha confermato la
dottrina tradizionale della Chiesa anche se, distinguendo fra
peccato e peccatore e portando se stesso come esempio del
pastore che si lascia impregnare dalla “puzza del gregge”,
alle donne che hanno abortito si è rivolto con parole piene
di umana comprensione per confermarle nell’immagine di
una Chiesa madre vicina a chi soffre, incline a perdonare
ed a soccorrere i figli, più che a giudicare e a condannare.
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