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Numero 11 del 2015

Not in my name - contro il terrorismo


Foto: Not in my name - contro il terrorismo
PAGINA 18

Testi pagina 18

16 Novembre-Dicembre 2015
Per i giovani la violenza contro le donne è un fatto privato e la coppia deve sbrigarsela da sola anche perché la causa, spesso, è riconducibile ad un
raptus momentaneo giustificato dal ‘troppo amore’. Non
sono dati di un secolo fa, ma il risultato di una ricerca
del 2014 commissionata da WeWorld e presentata lo
scorso 17 novembre a Roma. Accanto a questa rileva-
zione sconfortante arriva però anche una nota positiva,
ancora contenuta nel rapporto Rosa Shocking2, e cioè
una tendenza a rappresentare nei media la figura di una
donna non solo vittima passiva ma capace di reagire e
di ricercare un suo riscatto. Questa, in estrema sintesi,
l’interpretazione delle indagini condotte per WeWorld da
Ipsos e da Giovanna Badalassi. Diverse per metodologia
di ricerca e per focus di analisi, le due rilevazioni vanno
però lette in parallelo per comprendere “come la società
vive e affronta il fenomeno della violenza di genere con-
tro le donne”. Il valore aggiunto di Rosa Shocking2 è la
continuità. Infatti il percorso è iniziato tre anni fa e, tra i
dati rilevati e messi a confronto, ci sono anche quelli che
riguardano gli investimenti sulla prevenzione e sul con-
trasto alla violenza e che tengono conto delle variegate
VIOLENZA:
CONOSCERLA E COMBATTERLA
Presentato a roma ROSA ShOCkINg2,
raPPorto di WeWorld sulla violenza contro le donne
di Tiziana Bartolini
attività realizzate sia dalla società civile sia dalle istituzioni
locali e centrali. “Le risorse messe in campo per preveni-
re e contrastare la violenza contro le donne non rappre-
sentano un costo per la società, bensì un investimento in
capitale umano anche per il futuro e che darà i suoi frutti
nel medio e nel lungo termine. Solo se sviluppato costan-
temente e trasversalmente, questo tipo di investimento
potrà innescare quell’inesorabile cambiamento capace di
scardinare stereotipi e pregiudizi su cui si fonda la cultura
sessista e che alimenta la violenza degli uomini contro le
donne”. Il presidente Marco Chiesara illustra l’impegno
di WeWorld, i cui risultati si stanno via via consolidando
lungo un percorso di ricerca che sin dall’inizio si è carat-
terizzato per l’originalità dell’approccio al fenomeno della
violenza sessista. “Il nostro piano di contrasto si snoda su
tre direttrici: l’advocacy (offrire letture ai decisori politici
per poter attivare politiche efficaci), la sensibilizzazione
(il rapporto è ottimo strumento per favorire opportunità di
incontro, per esempio nelle scuole), la relazione (offrire
alle donne una rete che permette di avere punti di rife-
rimento). Il dato ancora pesante è che solo l’11% delle
donne denuncia la violenza subita. Poiché noi crediamo
nell’intreccio profondo tra il lavoro di ricerca e il lavoro sul
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