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Numero 11 del 2015

Not in my name - contro il terrorismo


Foto: Not in my name - contro il terrorismo
PAGINA 50

Testi pagina 50

48 Novembre-Dicembre 2015
La cultura italiana lavora per compartimenti stagni: il sapere scientifico e la cultura umani-
stica non hanno fra loro contatti e,
anche al loro interno, specialità e
settori sembra staterelli autarchici
sempre in procinto di darsi battaglia.
In una civiltà che ha le sue basi in
Michelangelo, Galileo e Leonardo è
sorprendente osservare come non ci
sia posto per i creativi e gli ecletti-
ci, per coloro che sono capaci di far
interagire le diverse branche del sa-
pere, per creare innesti, trovare solu-
zioni, far progredire l’arte, la scienza,
la letteratura. Eppure, limitandoci al
campo della poesia, il secolo pas-
sato ha offerto esempi illustri di tali
fecondazioni, si pensi alla figura di
Leonardo Sinisgalli e alla rivista “La
civiltà della macchine”, che tuttavia
non hanno avuto particolari sviluppi
negli anni successivi. Per questo si
saluta con estremo favore una po-
esia come quella di Laura Garava-
glia, dove scienza e versi, cosmo e
anima si incrociano e si nutrono con
esiti sorprendenti. Non si tratta di
una poesia descrittiva, che dall’os-
servazione della natura si limita a
trarre uno spunto di scrittura, né di
una poesia che si alimenta di un ‘fu-
ror mathematicus’ alla ricerca di una
sintesi fra linguaggi all’apparenza
inconciliabili: la poesia di Garavaglia
è piuttosto la presa d’atto che nelle
leggi del cosmo, nella conoscenza
e nell’osservazione dell’infinitamen-
te piccolo come dell’infinitamente
grande si può trovare il senso delle
vicende dello spirito, della tensione
alla bellezza, all’amore, alla condivi-
sione. Questa poesia, che per certi
versi ricorda quella di Giancarlo Iset-
ta, si situa sullo stesso versante del
“Tao della fisica” di Fritjof Capra o
delle “Sette lezioni di fisica” di Car-
lo Rovelli, in quanto mette l’essere
umano al centro del tempo e del-
lo spazio. Si tratta di una centralità
che poggia sulle basi del dubbio e
dell’indeterminatezza, sulla neces-
sità di misurarsi con i limiti del suo
essere finito, preda del turbamento
di fronte all’immensità del cosmo e
allo stesso modo temerario nel cer-
care di comprenderne le leggi che
lo regolano. Il mistero della vita, l’in-
sondabilità dei sentimenti –sembra
dirci Garavaglia – fanno parte dell’e-
nigma della materia: ciò di cui siamo
fatti è, in fondo, ciò che conosciamo
meno. Laura Garavaglia ha fondato
e presiede l’Associazione culturale
“La Casa della Poesia di Como” ed è
organizzatrice e curatrice del Festi-
val Internazionale “Europa in versi”.
In poesia ha pubblicato “Frammen-
ti di vita” (2009), “Farfalle e Pietre”
(2010), “La simmetria del gheri-
glio” (2012), “Correnti ascensionali”
(2013) e “Numeri e Stelle” (2015).
È tempo di scavare nella terra
togliere sassi, piantare radici.
Poi verranno i frutti.
Raccogliere le schegge sotto il tavolo
entrare nella vasca di ogni giorno,
emolliente torpore per lavarsi il cuore.
Dire esperienza, oggi, e non più vita
astratto sostantivo singolare,
scommessa inutile, illusoria partita.
~
Non ho voglia di uscire per farmi
ingoiare da volti e parole.
Misurare l’asfalto, nient’altro,
ricomporre i minuti, le ore
sciabola sulla pelle, il sole.
Sulla terrazza la sera
si affaccia con me alla ringhiera
~
Mi dici “Non c’è mai pace in questo posto”.
Lo dici e levi lo sguardo. Ma il rimorso
azzanna le viscere e l’invidia
strappa i tendini con i suoi uncini.
Morderei l’amore, se fosse mela o pane.
Mi riempierei la bocca, lo stomaco.
Ma è già molto poter stare vicini
gusci di noce, simmetrie di gheriglio
sulle onde dei nostri quantici destini.
~
Il mare ardesia a scaglie
In superficie liquida la luce.
Sciolgo intuizioni nel lavello.
Non parola che scorga all’orizzonte
né vento che rinforzi i pensieri
né doverosa voglia di un ritorno.
Solo la consapevolezza amara
che tutto nella vita è breve sogno.
LauRa
GaRavaGLIa
Quanti
di poesia
nelle leggi della fisica
si può trovare il senso
delle vicende dello spirito
di Luca Benassi
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