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Numero 9 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 1


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 1
PAGINA 9

Testi pagina 9

Chiedono un percorso di aggiornamento che rimetta la
Chiesa nel mondo e abbandoni i caratteri dei tempi an-
tichi: qualcosa di eccezionale e straordinario, un “uni-
cum” che segna la distanza, la differenza fra coloro che



sono consacrati e i laici, un regno retto da un sovrano as-
soluto, la netta separazione fra mondo maschile e mondo
femminile (quest’ultimo privato di ogni ruolo di pregio
e autorevole), castità e celibato come segni di elezione, in-
fine un centro di potere. C’è “un mondo che non cono-
sciamo, un mondo che dialoga col Vaticano attraverso le
diverse realtà sociali, istituzionali e politiche” (Nuzzi):
dalle carte dei “corvi”escono fatti già noti e per nulla sor-
prendenti: gli abboccamenti fra Gotti Tedeschi e Tre—
monti onde evitare che il Vaticano paghi la multa sugli ar-
retrati dell’ICI, la pressione sui parlamentari perché sui
“temi sensibili” rispettino le posizioni del magistero,
Vian, direttore dell’ “Osservatore”, accusato da Boffo di
aver diffuso le notizie offensive che l’hanno costretto
alle dimissioni, gli stretti rapporti che intercorrono fra gli
alti vertici del Vaticano e certi personaggi del mondo eco-
nomico (ad esempio Geronzi), politico (ad esempio
Letta), mediatico (ad esempio Vespa) o faccendieri poco
raccomandabili come Bisignani.

I “corvi” dunque compiono l’imperdonabile peccato di
sfregiare l’immagine della Santa Sede che infatti ha sem—
pre accordato copertura e protezioni ai propri uomini, fa-
cendosene complice anche quando avevano commesso
reati gravissimi, come i preti pedofili. Le gerarchie la—
mentano la progressiva secolarizzazione dei laici, ma in
verità la secolarizzazione ha colpito la Chiesa stessa; non
nutre lo spirito dei fedeli una Chiesa che, alleata col
mondo politico-affaristico-mediatico, non affronta i suoi
gravi problemi interni: la crisi delle vocazioni, l’autono-
mia dei fedeli nel campo dei costumi, il peso e la posi—
zione della figura femminile (la LCWR, l’organizzazione
che rappresenta l’80 % delle suore americane, Viene ac-
cusata dai superiori di parlare troppo di diritti, di sacer—
dozio femminile, di omosessualità e non abbastanza di
temi come l’aborto e l’eutanasia). I



AI MARGINI

diAIIda Castelli

FATEMI CAPIRE.
POSSIBILMENTE
IN ITALIANO

isposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica
D con invarianza dei servizi ai cittadini. Come non condi-

videre questo titolo? Poi apri la televisione e ti senti dire
che è i| decreto definito Spending Reviewe allora mi chiedo cosa
potremmo capire di tutto questo? Forse a nessun tecnico inte-
ressa la nostra opinione. O fossero esperti, che forse sono poco
esperti dei livelli alfabetizzazione del nostro paese? E poi, chi
ce lo aveva detto che, per capire cosa decide il nostro Gover-
no, adesso bisogna essere bilingui? Gli studi dell'OCSE (Orga-
nizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) dico-
no che noi italiani siamo poco alfabetizzati in italiano, e anco-
ra meno bilingui.
Personalmente “I dont speak english" nonostante i tentativi e
“ich spreche, ein wenig deutsch” nel senso che so un po' di in-
glese e un po' di più di tedesco.
Mi ha sempre consolato il fatto che almeno i regolamenti attuativi
della nostra Costituzione “prescrivono" che le leggi e tutti gli
atti pubblici devono essere scritti in italiano!
E ancora. Un decreto di 83 pagine, considerati i livelli di lettu-
ra medi che ogni tanto l'ISTAT ci comunica, vorrei vedere chilo
avrà letto... e purtroppo nemmeno molti giornalisti ci hanno fat-
to capire di più.
Sono arrivata a queste banali e amare considerazioni leggen-
do l'articolo 12 comma 20 della legge di cui sto parlando, in cui
non trovo nulla a me comprensibile, in cui si dice però: “A de-
correre dalla data di scadenza degli organismi collegiali operanti
presso le pubbliche amministrazioni, in regime di proroga ai sen-
si dell'articolo 68, comma 2, del decreto legge 25 giugno 2008,
n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto
2008, n.133, le attività svolte dagli organismi stessi sono defi-
nitivamente trasferite ai competenti uffici delle amministrazioni
nell'ambito delle quali operano".
Che tradotto, sentita la vicepresidente del Comitato Naziona-
le Pari Opportunità, vuol dire fine del Comitato , dei relativi fi-
nanziamenti per i Piani di Azione Positiva e della Commissio-
ne Nazionale di Parità.
È amaro dover osservare che solo gli addetti ai lavori - e non
tutti - capiscono cosa stia succedendo.
È amaro vedere che importanti istituzioni per le donne vengono
cancellate parlando di “revisione della spesa pubblica con in-
varianza dei servizi ai cittadini".
Allora devo capire che, con tutte le critiche, le azioni positive
sono scomparse? Che non erano un aiuto alle donne che ancora
adesso, ad esempio, rientrano da un maternità e si vedono pe-
nalizzate? Che il deficit di cultura sulle pari opportunità del no-
stro Paese cui faceva fronte la Commissione Nazionale di Pa-
rità non era una servizio ai cittadini?
Per piacere fatemelo capire. Possibilmente in italiano!

noidonne I settembre | 2012



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