Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 9 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 1


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 1
PAGINA 50

Testi pagina 50

MADDALENA
BERGAMIN



iulio Perrone editore di Roma ha una lunga tradizione

come scopritore di talenti poetici. Non fa eccezione

Maddalena Bergamin, ventiseienne padovana e
studentessa di Lettere Moderne a Venezia, che con il
suo “comunque, la pioggia” (del 2007 quando aveva
ventuno anni) ci regala un esordio che fa percepire una
voce dotata di un timbro personale e determinato, che
volentieri si fa perdonare qualche
smagliatura del dettato, quando
indugia su cadenze dal sapore
ermetico e montaliano. Bergamin,
infatti, è cosciente dei propri
mezzi espressivi e mette in campo
una struttura complessa, fitta di
rimandi che si fanno eco da una
testo all’altro. Vi è in questi versi

nel tempo che hai avuto

parli. È tutto niente

Succede prima di sapere chi sei
senza conoscere la tua storia
i tuoi anni e che cosa c’è stato

Trascurando dove le tue giornate
ti portino, su quali strade e perché
tu cammini. Di che cosa parli se

POESIA FATTA
DI PIOGGIA

UNA SCRITTURA DOVE SI GIOCA IL TUTTO
PER TUTTO, L'AMORE, LA PASSIONE,
L'ESISTENZA

di Luca Benassi

termezzi. La nota migliore di questo libro è, in verità,
una freschezza ficcante e decisa, che non è entusiasmo
giovanile, bensì coraggioso e vitale corpo a corpo con
l’esistenza, con l’unica freccia al proprio arco della
parola poetica. Scrive in proposito Matteo Lefevre nella
nota introduttiva al volume: “la poesia della Bergamin
si fa notare soprattutto per una notevole freschezza di
ragionamento, per la brillantezza e il piglio
con cui sa affrontare il mondo, inteso come
universo di asfalto, automobili e colonne in-
dustriali, e perciò come quotidiano scenario
metropolitano, e insieme come luogo assoluto
e senza tempo, del passaggio degli esseri
sulla terra.”

Poesia fatta di freddo, di acqua, invernale, il-
luminata da una luce scura, illividita dalla

una consapevole e già matura
adesione ad una scrittura dove si
gioca il tutto per tutto, l’amore,
la passione, l’esistenza, senza ce—
dere alla facile emozione, ma
muovendosi all’interno di una




Non sei la tua storia morta tra tutte
le cose passate, ma la testa che
si gira alla finestra

Non sono quello che ho visto, vissuto
sfogliato, ma la figura che vedi
che ti vede e non parla.

pioggia, essa è l’occasione per riflettere su se
stessa, ritornare alla “terra da cui si sono
mossi i primi passi, i primi versi” come ricorda
Lidia Riviello nella postfazione. C’è in questa
scrittura qualche cosa di toccante, di duro e
affilato, che ci rivela una nuova voce, da



















contemporaneità fatta di asfalto,
marciapiedi e strade. E dun-
que anche il rapporto con il
corpo della persona amata è
vissuto in un raffrontarsi con-
tinuo con un quotidiano pie-
troso e grigio, con una carne
consumata nell’incontro e ri-
dotta all’osso, assai distante
da certi cliché della poesia
delle donne che vuole in un
sensuale i0 corporeo, alla sco-
perta della sua fisicità, la ragione stessa del fatto poetico.
Bergamin, al contrario, è figlia del suo tempo, un tempo
difficile, dalle relazioni instabili, liquide come direbbe
Bauman, soggetto alla subsidenza dei sentimenti, opa—
cizzato da una pioggia costante, assillante, che fin dal
titolo segna questo poemetto articolato in capitoli e in-

Vuoi aspettare con me
che cominci la pioggia
e tenere il tuofreddo
vicino al mio freddo

e il nostro torace

e le gambe

Vuoi aspettare con me
che cominci la pioggia
nel silenzio che si rompe
senza voci né tempo?

noidonne I settembre I 2012

seguire attentamente nelle prossime prove.

Sei nei dintorni, sui marciapiedi
l’erba che brilla sulle colline

e lepecore in equilibrio

sei nell’ultima pioggia che muore
non sui giornali

ma dentro la strada che cammino
e sulle scale

che salgo e scendo

da cuiguardo e mi sento.

strappati ogni giorno ai giorni

se non puoi farlo una volta per tutte
strappati l’ironia dai polmoni

da poco valore alle tue parole pesanti
lasciane in piedi Io scheletro e allontanati,
perché crolleranno.


©2017 - Noi Donne - Iscrizione ROC n.6292 del 7 Settembre 2001 - P.IVA 00906821004 - Privacy Policy