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Numero 9 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 1


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 1
PAGINA 10

Testi pagina 10

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PARLIAMO DI BIOETICA

SPERIMENTAZIONE,

n.0. A

n.0. A

Alessandra Fabbri
Istituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.0rg

DELOCALIZZAZIONÉ
E RECLUTAMENTO DI ”CORPI

> Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito,
nel Preambolo all’Atto Costitutivo del 1946, e poi

nella Carta di Ottawa del 1980, la salute come sta-

to di completo benessere fisico, psichico e sociale
enon semplice assenza di malattia. La salute è considerata, così,
come bene primario e, dunque, come diritto fondamentale.
Oltre le definizioni, nella vita quotidiana, è possibile per ogni
persona, indipendentemente dalla posizione sociale e dalla
zona di provenienza, usufruire del diritto alla salute? Il trat-
tamento e la considerazione della salute
è uguale nei paesi Occidentali e nei pae-
si in via di sviluppo? E in particolare, la
sperimentazione farmacologica con qua-
li modalità è condotta nei paesi in via di
sviluppo? Nei documenti internazionali
sono denominati paesi in via di sviluppo
quegli stati o quelle popolazioni cosiddette
“vulnerabili”; vulnerabilità intesa qui

I PAESI IN VIA DI
SVILUPPO HANNO UN
DIVERSO APPROCCIO
NEI CONFRONTI DEL
SAPERE SCIENTIFICO,

la diversa regolazione per l’approvazione dei protocolli di ri-
cerca. Recentemente le sperimentazioni sono effettuate,
prevalentemente nell’Europa orientale, nell’America latina e
nei paesi asiatici. In luoghi dove ci sono condizioni partico-
larmente disagiate non sono garantiti principi etici che tute-
lino l’individuo ola popolazione soggetti di ricerca. A tal pro-
posito è opportuno sottolineare chela sperimentazione sul-
l’essere umano in questi paesi, come anche in quelli del Nord,
si può giustificare solo se si traduce in un autentico progresso
conoscitivo nella capacità di curare gli es-
seri umani e se tale progresso viene rea-
lizzato attraverso un autentico percorso eti-
co che minimizzi i rischi peri soggetti coin-
volti nella sperimentazione.

In questa prospettiva, il documento del Co-
mitato Nazionale per la Bioetica La speri-
mentazione farmacologica nei paesi in via
di sviluppo (maggio 2011) precisa che la

come particolare condizione vissuta da al- DELLA RICERCA E sperimentazione deve rispondere in ogni
cuni popoli che per ragioni culturali, so- DELLE APPLICAZIONI paese a principi etici che garantiscano il ri-
ciali, politiche, giuridiche, religiose, ri- spetto dei diritti umani fondamentali po-
conducibili al sotto-sviluppo economico D E LLA M E DIC I NA nendo però attenzione al contesto in cui si

che rallenta il progresso scientifico e/o tec-

nologico, hanno un diverso approccio nei

confronti del sapere scientifico, della ricerca e delle applicazioni
della medicina.

La vulnerabilità riguarda anche quei paesi, certamente non sot-
to-sviluppati economicamente, eppure non abituati alla spe—
rimentazione e inconsapevoli delle regole etiche e giuridiche
che la governano.

Questa “fragilità” si traduce in diversi modi, basta pensare
al fenomeno della delocalizzazione e al reclutamento di “cor-
pi”. Fortunatamente, negli ultimi anni sono aumentate le de-
nunce riguardanti questo tipo di “pratica” nei paesi più po-
veri, sia per un positivo aumento della sensibilità culturale,
sia per un negativo intensificarsi di fenomeni di sfruttamen-
to, dovuti a un notevole incremento degli interessi economici
su tutto ciò che riguarda il “capitale biologico’: dalla ‘pira-
teria genetica’ a scopo di brevetto, alla raccolta di materia-
le genetico per le biobanche, alla ricerca di ‘corpi’ su cui ef-
fettuare sperimentazioni con consensi יִttizi 0 estorti per ef-
fetto dell’ignoranza 0 della povertà. Molte sperimentazioni
vengono condotte nei Paesi più arretrati al fini di ridurre i
costi e abbreviare i tempi della ricerca, data la maggiore fa-
cilità nel reclutamento dei volontari, la minore burocrazia e

noidonne | settembre | 2012

attua la ricerca: condizioni di vita oggetti-

ve, come la povertà, la mancanza di accesso
a servizi di base per la sopravvivenza e la salute, investono an-
che il campo dello sviluppo delle capacità intellettuali, ponendo
le popolazioni in situazioni di analfabetismo, carenze educa-
tive, scarso livello di conoscenza, che non consentono una qual-
che forma di elaborazione etica.
Questo non significa accettare un doppio “standard etico”: al
contrario, esso deve essere ‘unico’ a livello di principi. Ciò che
si rileva sul piano etico è che la contestualizzazione e inter-
pretazione specifica dei principi generali non deve determinare
una riduzione delle esigenze fondamentali e imprescindibili di
tutela dell’essere umano. Questo implica un particolare riguardo
delle specificità locali, culturali e sociali, rispettando i bisogni
differenti nei diversi contesti, senza ledere i diritti umani in una
kantiana considerazione dell’uomo come fine e mai sempli-
cemente come mezzo.
Ogni sperimentazione farmacologica necessita, quindi, di
una giustificazione scientifica: i prevedibili benefici ottenibili
devono essere superiori ai rischi ai quali si espongono i soggetti
sui quali è effettuata la sperimentazione.
Sotto il profilo etico, la programmazione di una ricerca da par-
te di un ricercatore, equipe di ricercatori o organizzazioni di ri-

n.0.


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