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Numero 9 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 1


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 1
PAGINA 28

Testi pagina 28

REDAZIONALE

Emilia-Romagna



SALVIAMO LA SANITÀ.

EFFICIENZA DELLA SPESA
PER GARANTIRE IL SISTEMA PUBBLICO.

di Paola Marani, consigliera regionale PD

uando si parla genericamente di revisione della spe-
sa pubblica applicando parametri di riduzione
non selettivi, si rischia di adottare un sistema di cure
che יִnisce con l’uccidere il malato. Èciò che accadrà
se non verranno modiיִcati i tagli alla Sanità con-
tenuti ad oggi (ndrיִne luglio) nel prowedimento sulla spending—
review del Governo. Il Sistema Sanitario nazionale יִnanziato at—
traverso la יִscalità collettiva rappresenta in termini di risorse im-
pegnate il 7,1% del PIL, percentuale che ci vede al di sotto della
media dei paesi europei, pur essendo il nostro sistema riconosciuto
per qualità fra i primi sei del mondo. È partendo da questo dato
e dalla necessità di distinguere fra le Regioni che hanno mante-
nuto l’equilibrio di bilancio e quelle che sono sottoposte a piani
di rientro, che dobbiamo valutare le conseguenze dei tagli. Nel bal-
letto dei dati, vengono stimate decurtazioni יִno al 2014 che - fra
i provvedimenti del Governo Berlusconi e quelli dell’attuale revi-
sione di spesa pubblica - comporteranno 22 miliardi in meno alla
Sanità ed ulteriori 2 miliardi di ticket a carico dei cittadini. Sia una
riduzione di risorse di questa dimensione, sia l’aumento da 4 a 6
miliardi del sistema di compartecipazione, minano profondamente
la struttura universalistica del nostro SSN, l’impianto pubblico sul
quale si fonda, la possibilità di mantenerne la qualità e la quan-
tità delle prestazioni.
Questo non vuol dire sostenere l’immobilità del sistema e negare
l’esigenza di innovarlo: da anni le Regioni più virtuose hanno p0-
sto al centro della loro pianificazione l’esigenza di rispondere a
nuovi bisogni e all’evoluzione scientiיִca e tecnologica attraverso
una costante e coerente trasformazione organizzativa. Nel-
l’elenco (subito scomparso) dei piccoli ospedali da chiudere per-
ché diseconomici ed inadeguati per qualità dell’offerta, non יִ-
gurano strutture dell’Emilia—Romagna, perché ciò è già stato fat-
to da oltre dieci anni in quasi tutte le nostre province. Gli inter-
venti sull’appropriatezza delle prestazioni e sulla valorizzazio-
ne della medicina di territorio ha prodotto esperienze che oggi
vengono assunte come modelli da mettere in campo su scala na—
zionale (è il caso delle Case della Salute). C’è ancora molto da
fare per garantire con risorse inalterate i livelli essenziali dei ser-
vizi e mantenere una qualità che non può fare a meno di misu-



rarsi con nuove tecnologie e
farmaci estremamente one-
rosi, oltre che offrire un’as-
sistenza adeguata al conti—
nuo aumento delle cronicità.
Prima di tutto è necessario
poter contare su risorse cer-
te, quelle già previste dal
Patto per la Salute concor-
dato dal governo con le Re—
gioni prima della manovra
estiva del 2011. La disponi-
bilità di queste risorse è la condizione per riorganizzare un sistema
sanitario e sociale che deve cimentarsi con il cambiamento de-
mograיִco ed epidemiologico e con l’innovazione tecnologica. In
questo senso la Sanità deve soprattutto spendere meglio: me—
dicina di territorio, prevenzione, attenzione alla fragilità e alla di-
versità di genere, riordino delle reti ospedaliere, presa in cari-
co dei malati cronici e garanzia di continuità, assistenziale e ospe-
dale-territorio.

MEDICINA DI GENERE:
NON RINUNCIAMO
ALL’APPROPRIATEZZA
DELLE CURE!

a consapevolezza scientiיִca e medica che uomini e
donne sono colpiti dalle patologie in percentuali e fasi
della vita differenti e rispondono ai farmaci in modo di-
verso, è piuttosto recente. La prima sperimentazione far-
macologica riservata alle donne risale al 2002 quando,
presso la Columbia University di New York, fu istituito il primo
corso di medicina di genere, “A new approach to health care ba-


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