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Numero 9 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 1


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 1
PAGINA 42

Testi pagina 42

MAFIA E POLITICA

STRAGE
DI POVERI,
_. SEGRETO
rî DI STATO

di Tiziana Bartolini

G DOPO PORTELLA NULLA FU COME
PRIMA: LA PAROLA ALLE VITTIME.
INTERVISTA A MARIA ROSA CUTRUFELLI



Cutrùfelli

























embrava che i fatti si squagliassero, davan-

ti alle Corti dei tribunali! Diventavano

fumo, mentre le domande erano sempre là.

E sempre le stesse. Chi loa davvero anainaz-

zato Pisciotta? e come e perc/ae’ e per conto di
dai? C/ai ha davvero ncciio Giuliano? e come e pere/Je’ e per
conto di dai? Chi ba davvero iparato alla Ginestra? e conae
e perché e per conto di c/aiP”. Muove da questi interrogati-
vi l’ultimo avvincente romanzo che Maria Rosa Cutrufel-
li ha scritto ispirandosi alla strage di Portella della Ginestra.
“I bambini della Ginestra” (Frassinelli, pagg 273 , euro 18,50)
è un atto d’amore verso le Vittime della violenza stragista.
“Le vittime delle stragi italiane sono state dimenticate, su
di loro l’attenzione dei giornali e degli scrittori non si è qua-
si mai soffermata, invece a me interessava raccogliere la voce
di quelli che hanno subito il trauma e che se lo porteran-
no dietro per tutta la vita”. Il libro affida ai bambini, sim-
bolo di vulnerabilità, il compito di ripercorrere la storia del—
la strage, a partire dalla sparatoria nella piana e poi il cal-
vario delle udienze e dei processi a Viterbo e a Roma. “C’era-
no tanti bambini a Portella della Ginestra il primo maggio
del 1947, perché era una festa, e tre rimasero uccisi. I due
protagonisti, Enza e Lillo, hanno visto la strage compiersi
e sono Vittime, anche loro. (. . .)”. Perché ti sei interessata
proprio a Portella della Ginestra? “In primo luogo perché
la strage è avvenuta in Sicilia, che è la terra dove sono nata

noidonne I settembre I 2012



e dove ho vissuto fino a 9 anni... Ricordo anco—
ra la Sicilia feroce di quel tempo, quandoi con-
tadini erano trattati come bestie... Ma quella Si-
cilia si era ribellata, era nato un grande movi—
mento contadino vincitore sia a livello sindaca-
le, perché conquistò i decreti Gullo, sia a livel-
I ' lo politico perché le prime elezioni per la Regione
le vinse il ‘blocco del popolo’, una specie di fe-
derazione delle sinistre. Una Sicilia fuori dagli
, stereotipi, ecco cosa m’interessava raccontare...
g Teniamo però presente che quel primo maggio
del 1947 non ha cambiato solo la Sicilia, bensì
anche l’Italia. Come dicono gli storici, ‘dopo Por—
tella niente fu più come prima’. Era l’inizio del-
la guerra fredda che fu sancita col sangue delle
vittime di Portella della Ginestra”. Dunque
un’Italia alla quale qualcuno ha voluto impedire di matu-
rare una coscienza civica. Le tante stragi costellano il do-
poguerra fino ai nostri giorni così come la crescita dei bam—
bini del romanzo è accompagnata da processi che non han-
no mai fine. “È difficile elaborare un lutto se la storia non
si chiude mai e se non si chiude con giustizia. Come si fa
ad uscire dal trauma se ti ripropongono l’ingiustizia? è un
continuo supplizio cui sono condannate delle persone in-
nocenti che sono state vittime di una violenza organizzata
e programmata da altri. (. . .) I giudici dell’istruttoria deci-
sero a priori che i mandanti fossero tenuti fuori dal processo.
A Viterbo e a Roma si processarono solo alcuni degli ese—
cutori. Se la giustizia è monca a priori quello che accade dopo
è, al meglio, una giustizia a metà. (. . .)”. Sul piano meramente
politico, e proprio rileggendo tragedie come quella di Por-
tella della Ginestra, come non definire disperante il fatto che
si voglia mantenere l’Italia un paese di sudditi invece di far
crescere cittadini responsabili e consapevoli... “ Su Portel—
la della Ginestra grava ancora il segreto di Stato. Che non
ci fosse solo Giuliano o solo i mafiosi a sparare e che ci fos-
sero anche altri (venuti forse da oltre oceano) è stato accertato
grazie all’apertura degli archivi della CIA. (. . .) Documen-
tandomi per scrivere il romanzo ho trovato cose inquietanti,
penso ad esempio all’intervista che fece Deaglio nel 2006
a Mike Stern (un personaggio che c’è anche nel mio libro),
uomo dei servizi segreti americani che una settimana pri-
ma del massacro andò a parlare con Giuliano, latitante e ri—
cercato dall’esercito italiano. Questo signore è diventato ric-
chissimo e Deaglio lo intervista in una nave militare da lui
allestita a museo e ancorata nel porto di New York. Sulla
sua scrivania ha una foto di Berlusconi, premiato per il suo
anticomunismo proprio da Stem. Come non vedere una con-
tinuità, un filo che lega tutto. . . ”. Già, come non vedere?

La versione integrale dell’intervista è in:
bttp://wivw. noidonne. org/ blog. pprID:0332 7


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