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Numero 9 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 1


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 1
PAGINA 17

Testi pagina 17

prendendo atto che dal 2009
poco si è attuato nella regione
Umbria per sostenere il comples-
sivo sistema delle misure di conci-
liazione, si definiscono misure
concrete di promozione per le aziende e le organizzazioni
quali il fondo regionale integrativo del fondo legato all'art. 9
della legge nazionale 53/2000 e si promuovono e finanziano
- attraverso i fondi interprofessionali - azioni di formazione
e di asssistenza alle parti sociali per la partecipazione ai
bandi, interagendo con i Centri per l'impiego e con le Camere
di commercio. L'obiettivo dichiarato è quello - attraverso
un’azione ad ampio raggio - di far diventare i| sistema di con-
ciliazione una cultura condivisa che interroga e sovverte il si-
stema dell'organizzazione fordista e mira a ridisegnare la
mappa del welfare. Ancora misure innovative possono es-
sere individuate nell'attribuzione, in via sperimentale, di
sgravi fiscali destinati alle imprese con meno di 50 dipen-
denti per il sostegno a misure di conciliazione legati ai pe-
riodi di maternità e paternità; di sostengo alle imprese che
favoriscono i| congedo parentale dei padri, di misure di so-
stegno, sempre in via sperimentale, alla maternità per le
donne che non fruiscono delle normative vigenti, a causa
della precarietà dei lavori, dell'inattività ecc. Promuove e so-
stiene inoltre - nello spirito della legge 53/2000 - i piani ter-
ritoriali dei Comuni, con interventi sui tempi e sugli spazi,
per migliorare la qualità della vita quotidiana di donne, uo-
mini, bambini, anziani, autoctoni e migranti.

NEL CAMPO
DELLA

CONCILIAZIONE
E CONDIVISIONE



da un lato sostiene azioni di sen-
sibilizzazione, già previsti negli in-
terventi sull'istruzione e sulla con-
ciliazione-condivisione, dall'altro
interviene puntualmente - attra-
verso un programma triennale di
interventi e azioni - sulle misure organizzative per la rifor-
mulazione e la creazione ex-novo dei Centri antiviolenza e del-
le case rifugio e per la costituzione della Rete regionale an-
tiviolenza, di cui faranno parte gli enti locali, le aziende ospe-
daliere, le aziende sanitarie, le forze dell'ordine, la magistratura
ordinaria e ninorile, l'ufficio scolastico provinciale e regionale,
i centri antiviolenza, i| centro per le pari opportunità, le as-
sociazioni di donne e di tutela ai bambini ecc.

Basilare è in tutta questa complessa operazione la forma-
zione specifica e l’aggiornamento continuo per le operatrici
dei centri antiviolenza e delle case rifugio, prevista nell'am-
bito della programmazione della formazione professionale.
Istituisce anche centri di ascolto per uomini maltrattanti,
sulla scia della sperimentazione che si sta conducendo in
Emilia-Romagna. È utile ricordare che a livello nazionale è
stata appena approvata in Commissione Affari Sociali la ri-
soluzione che impegna il governo ad accelerare l'iter del-
l'adesione dell'Italia alla convenzione del Consiglio d'Europa
del maggio 2011.

NEL CAMPO
DEL CONTRASTO
ALLA VIOLENZA

DEGLI UOMINI
SULLE DONNE







la Regione si impegna non solo a
promuoverne la presenza ma as-
sume anche l’impegno di destinare
il 50% di presenze alle donne nel-
le nomine di sua competenza (...).

NEL CAMPO DELLA
PRESENZA DELLE

DONNE AI LIVELLI
DECISIONALI

Infine nella legge si definiscono gli strumenti per l’inte-
grazione delle politiche e si delinea l'architettura istitu-
zionale necessaria al funzionamento della legge.

(...). || senso vero è che, dopo questa legge, non si potrà più
parlare di “questione femminile" o di pari opportunità come
di una questione a parte, quasi un codicillo irrilevante.

Non si tratta del superamen-
to di una differenza “in meno",
ma la presa d'atto del valore
distintivo che le donne porta-
no alla cultura e all'azione. La
questione qui è posta non più
come una questione di parte
o a parte, come una questio-
ne di donne, ma come una sor-
ta di imperativo a sviluppare
una società più vicina ai biso-
gni e ai desideri di donne e uo-
mini. Non è solo garanzia dei
diritti, ma la gestione efficace
delle diversità. Non è affatto
facile, è un salto culturale che
si chiede con questa legge
perchè spesso ci si ferma al-
l'assumere la superficialità
dell'accettazione delle diversità, tenendo fermo il pensiero
uguale, adottando un atteggiamento di difesa rispetto al-
l'accettazione delle diversità (...). Siamo perfettamente con-
sapevoli che il nostro lavoro trova un senso se ci sarà la vo-
lontà politica di appoggiare la legge, di crederci e di darle gli
strumenti di governance, sia nell'architettura istituzionale re-
gionale sia finanziaria perchè diventi una realtà viva e ope-
rante. Come tutti sappiamo, le politiche di genere rappre-
sentano un sistema complesso, caratterizzato dall'interazio-
ne di diversi attori: le donne e gli uomini, ma anche le istitu-
zioni e le imprese, il sistema dei servizi pubblici e privati, le
reti delle donne, ecc.. Il loro successo è dunque condiziona-
to dalla capacità di intervenire con e su una pluralità di attori
e di contesti, favorendone il coinvolgimento attivo e l'intera-
zione.

Se così sarà, crediamo che la legge possa diventare davve-
ro lo strumento per un cambiamento nella vita quotidiana, pri-
vata e pubblica, di donne e uomini in questa Regione.

*Alla guida del Comitato Scientifico che ha contribuito alla stesura della
proposta di legge e che è composto da Donata Gottardi, Tamar Pitch, Maria
Luisa Boccia, Cristina Papa, Roberto Benini, Laura Pennacchi, Alessandra
Bocchetti, Anna Maria Piuss. ll testo pubblicato è una sintesi tratta dalla
presentazione della proposta di legge “Norme per le politiche di genere e
per una nuova civiltà delle relazioni tra uomini e donne” [Foligno, 27 giugno
ZÙi 2]. La versione integrale è su http://www.noidonne.org/blog,php7lD:Ù3349



noidonne | settembre | 2012 G


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