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Numero 4 del 2009

Felici combinAzioni


Foto: Felici combinAzioni
PAGINA 18

Testi pagina 18

La prima cosa da chiarire, di fronte al-l'argomento "matriarcato", è che non
si tratta della versione femminile del pa-
triarcato, ma di tutt'altro. Le civiltà ma-
triarcali, meglio definite "matrifocali",
appartengono alla preistoria, dal Paleo-
litico all'età del Bronzo, e sono oggi in-
dagate da studiose/i di archeologia, an-
tropologia, filosofia e anche psicanalisi.
La prima ad occuparsene in maniera
sistematica ed interdisciplinare è stata
l'archeologa lituana, Marija Gimbutas
(1921-1994). In Italia la casa editrice
"Il caso e il vento" (www.ilcasoeilven-
to.it) vuole valorizzare questi studi e sta
cercando fondi per pubblicare sia i la-
vori della Gimbutas sia i più recenti stu-
di della tedesca Heide Goettner Aben-
droth, che ha deciso di lasciare la catte-
dra di filosofia e teoria della scienza al-
l'Università di Monaco per potersi dedi-
care in maniera autonoma alle sue in-
dagini sulle civiltà governate dal simbo-
lico della dea madre e dal principio
femminile, senza sentirsi vincolata di
adeguare all'impostazione teorica dei
suoi datori di lavoro ciò che va sco-
prendo e comprendendo.
La scelta di Heide, che dal 1986 ha
fondato e dirige l'International Aca-
demy Hagia per gli Studi Moderni sul
Matriarcato e la Spiritualità Matriarca-
le (www.hagia.de), la
dice lunga sul signifi-
cato "politico" e non
solo speculativo di oc-
cuparsi oggi di civiltà
matrifocali.
Nell'incontro, che si
è tenuto alla casa del-
le donne di Roma, sul-
le civiltà matriarcali,
Heide Goettner Aben-
droth ha presentato le
sue ricerche afferman-
do che in tali civiltà
vige il principio dell'e-
quilibrio tra generi e
tra uomo e natura, che
i valori che le sosten-
gono sono quelli della
cura, della solidarietà e della pace. La
loro attitudine all'aiuto reciproco e alla
condivisione ed equità è talmente eleva-
ta che quando un clan si arricchisce di
più dona agli altri: in un'ottica non di
accumulazione, ma di continua ridistri-
buzione e livellamento dei beni. Anche
le relazioni sessuali-amorose non sono
impostate sul possesso e l'esclusività:
non esiste matrimonio, ma il cosiddetto
"visiting marriage" in cui i partner non
sono vincolati istituzionalmente tra loro
e mantengono la loro
appartenenza alla fa-
miglia materna in cui
sono cresciuti.
Le organizzazioni
matrifocali si basano
su valori completa-
mente differenti da
quelli oggi considerati
inevitabili o irrinun-
ciabili. Il primo siste-
ma ad essere messo in
discussione è quello
della gerarchia, sosti-
tuita da strutture so-
ciali orizzontali in cui
le decisioni vengono
assunte in maniera
consensuale e dal bas-
so. Il metodo del consenso implica la
possibilità di risolvere conflittualità e
opposizioni in maniera armoniosa: per-
ché le diversità d'interessi od opinioni
non venivano considerate in un'ottica
di esclusività, ma di integrazione. Così
come, pur se al principio femminile
spetta un ruolo centrale, quello maschi-
le non è escluso o sottostimato: in un
simbolico in cui ad essere centrale e fon-
dante è l'armonica interazione della
"coppia", del due non dell'uno. Questa
concezione, richiamando gli studi di
Jung sul principio di integrazione di ele-
menti opposti e complementari (luce e
tenebra, maschile e femminile, acqua e
fuoco ecc...) spiega perché la psicanali-
si si sia interessata ad esplorare le civil-
tà matrifocali e l'archetipo della grande
madre.
Un altro risvolto interessante è quel-
lo riguardante l'organizzazione econo-
mica, raccolto dalla seconda studiosa
intervenuta nel dibattito alla Casa del-
le donne: Genevieve Vaughan, autrice
di "Per-donare. Una critica femminista
dello scambio"(Meltemi 2005).
Secondo Vaughan la conoscenza e ri-
scoperta delle culture matrifocali può
aiutare a modificare il modo di impo-
stare le relazioni interpersonali ed in
particolare i rapporti di tipo economico,
attraverso "uno spostamento dei valori
con cui gestiamo le nostre vite e le no-
stre politiche".
Spostamento che va da una modali-
tà in cui alla base di ogni rapporto
umano ci sia lo "scambio" (di favori, di
prestazioni, di denaro, etc), a modalità
impostate sul donare gratuito e necessa-
rio. Necessario significa: chi ha più bi-
sogno viene prima di chi può pagare o
ricambiare. Gratuito significa che il de-
siderio, e volontà di condividere i propri
doni, coincide perfettamente con quan-
to si sta offrendo.
Focalizzarsi sul soggetto politico ma-
dre, implica il considerare che nel desi-
derio umano non vi è solo il piacere del
ricevere, ma anche quello del donare:
che il/la cittadino/a non va considerato
solo come figlio-utente-consumatore,
ma come donatore e partecipante atti-
va/o del bene comune. Bene non inteso
come merce da consumare, ma come
ricchezza: di cui usufruire senza abusa-
re e da mantenere in buona salute.
aprile 2009 noidonne18
Femminile assoluto
Civiltà matrifocali ed economia del dono
Giovanna Providenti
studiare oggi culture e
organizzazioni matrifocali del
passato indagando sulla
possibilità di società
egualitarie basate sul consenso
Marija Gimbutas


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