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Numero 4 del 2009

Felici combinAzioni


Foto: Felici combinAzioni
PAGINA 12

Testi pagina 12

Riace "città futura" nasce da un so-
gno che, attraverso un viaggio lungo 10
anni, oggi racchiude un pezzo di futuro
non solo per ogni uomo o donna mi-
grante che qui vive, ma anche per la sua
stessa gente che incredula ha assistito
alla lenta, ma progressiva rinascita del-
l'antico borgo. Un borgo avviato al de-
clino urbanistico e culturale che la pas-
sione umana e politica del suo sindaco
ha saputo far risorgere aprendo nuove
strade alla speranza di "un'altra Riace
possibile", una Riace capace di superare
l'antico destino di "terra da cui partiva-
no i migranti" per divenire approdo di
un'umanità che continua a fuggire da
guerre, miseria e morte…
Arrivo a Riace in una fredda mattina
di dicembre; il Natale '08 è trascorso da
poco… statue vestite da pastori e da
soldati romani si susseguono lungo
strette e tortuose stradine e che guidano
fino a Palazzo Pinnarò, la sede dell'as-
sociazione "Città Futura".
Il borgo si presenta pulito, silenzioso,
quasi mistico… sembrano lontani i
bronzi di Riace, doni venuti dal passato
a rendere nota nel mondo la spiaggia
della marina di questo piccolo paese
della locride….
Eppure Riace, da alcuni anni, non
viene identificata solo con i bronzi ritro-
vati, ma come "Paese dell'accoglienza",
una caratteristica di cui Domenico Lu-
cano è giustamente orgoglioso: " … nel
2004 comincia il mio impegno da sin-
daco…realizziamo i primi concreti pro-
getti di accoglienza dei migranti e di lot-
ta per la difesa
della legalità, di
contrasto alla
mafia che qui
prende il nome di
'ndrangheta, un
nome che la di-
stingue dalle al-
tre, ma alle quali
è legata da carat-
teristiche comuni
come la crudeltà,
la violenza, la
p r e v a r i c a z i o -
ne…". A Riace, la
lotta alla 'ndran-
gheta non è fatta
di azioni eclatan-
ti, di cortei o ma-
nifestazioni imponenti, ma di gesti sem-
plici e quotidiani di difesa della traspa-
renza, di sostegno alla solidarietà verso
chi ne ha bisogno, gesti coerenti con i
valori di partecipazione democratica.
Qui niente è maestoso, eppure Riace
è diventata un luogo di accoglienza
dando vita ad un'esperienza di grandi
dimensioni… sembra impossibile, ma
nel lontano 1999 accade un fatto asso-
lutamente nuovo. Domenico Lucano
prosegue la sua azione come consigliere
comunale e pochi anni dopo, inaspetta-
tamente e contro ogni pronostico, di-
venta Sindaco nel 2004.
A voce bassa, con lo sguardo quasi
febbrile, illuminato dalla luce della spe-
ranza, Domenico continua il suo rac-
conto… e parte da lontano, da quando
10 anni fa il caso
aveva fatto incro-
ciare il suo destino
con i duecento mi-
granti curdi sbar-
cati sulla spiaggia
dei bronzi! "…
stavano (i migran-
ti) con noi ormai
da un anno; ave-
vamo imparato
lentamente a co-
noscerci, a scam-
biarci cibi e tradi-
zioni, a riconosce-
re le parole della
gioia e quelle del
dolore nelle diver-
se lingue che, gior-
no dopo giorno, si diffondevano nelle
vie del piccolo borgo… quando furono
costretti ad abbandonare la Casa del
Pellegrino (in un primo momento messa
a disposizione dal vescovo della Dioce-
si di Locri/Gerace"…continua il raccon-
to mentre nella grande sala di Palazzo
Pinnarò si alternano donne, uomini,
bambini… tutti hanno bisogno di qual-
cosa, chi di una terapia, chi di una sem-
plice informazione; i bambini cercano
un sorriso, una carezza dal loro sindaco
- papà…
Non sono solo di Riace, ma vengono
anche di paesi vicini… arrivano con la
fiducia che qualcuno saprà indicare un
modo per toglierli dalla disperazione…
ma è un compito sempre più difficile
aiutare questa umanità sofferente!
A fatica la conversazione riprende…
è come un fiume in piena; pongo una
domanda, ma non c'è modo di inter-
rompere Domenico… l'intervista, inevi-
tabilmente, si trasforma in testimonian-
za… parole che si susseguono con un
ritmo incalzante e coinvolgente… rivi-
viamo insieme i momenti del grande en-
tusiasmo, ma anche della tristezza …
come quando la comunità curda, co-
stretta ad abbandonare la Casa del Pel-
legrino, si avvia a piedi verso la mari-
na… senza sapere dove andare, senza
sapere che cosa fare… " … fu una delu-
sione… avevo creduto che da quella
esperienza di solidarietà e di accoglien-
za, avrebbe potuto prendere vigore il ri-
scatto sociale della mia comunità…
Eravamo tutti rassegnati, quando al-
aprile 2009 noidonne12
Riace: un paese dove i migranti
si sentono cittadini
Calabria delle meraviglie
Rosa Frammartino


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