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Numero 4 del 2009

Felici combinAzioni


Foto: Felici combinAzioni
PAGINA 11

Testi pagina 11

noidonne aprile 2009 11
cosistema e in tal modo problematizza-
re la relazione uomo-natura. L'etica am-
bientale suggerisce dunque un'estensio-
ne della responsabilità, riconosce nella
salvaguardia della natura un valore,
connesso alla responsabilità per tutti i
viventi e insegna ad accantonare, ogni
volta che sia possibile, il calcolo fonda-
to sull'analisi costi-benefici, ossia la va-
lutazione della condotta sulla base di
un raffronto tra l'investimento richiesto
(in termini economici, energetici, ecc.) e
i vantaggi o l'utile conseguito.
Nella relazione con la natura, vi so-
no importanti fattori non misurabili,
quantificabili o monetizzabili. La crisi
ecologica configura, dunque, una re-
sponsabilità che si estrinseca in un prin-
cipio di solidarietà nei confronti di tut-
ta l'umanità, presente e futura. Del re-
sto, i disastri ambientali, si tratti di
esplosioni nucleari o dell'affondamento
di petroliere, provocano danni per tutti
i paesi del mondo, danneggiano l'am-
biente comune, non si fermano ai confi-
ni di uno Stato, né si fermerebbero ai
confini neppure dello stato più attento
alle politiche ambientali.
Perciò non basta chiedere ai propri
governi leggi adeguate, ma occorre
preoccuparsi anche delle condizioni e
delle politiche dei paesi meno sviluppa-
ti, perchè la tutela della natura non è
solo questione di opportunità, ma di
giustizia. La strenua difesa di un picco-
lo guadagno per pochi non è più soste-
nibile né è possibile ignorare le ripercus-
sioni delle scelte politiche in materia
ambientale sui nostri simili e sul loro di-
ritto ad un ambiente vivibile, che ga-
rantisca la qualità della loro vita.
La solidarietà può essere intesa in
maniera ancora più estesa se si conferi-
sce un valore all'esistenza delle genera-
zioni future e si sancisce il rispetto dei
diritti di coloro che ancora non sono na-
ti, ma dovranno subire le conseguenze
di una condotta dissennata. Infatti, le
scelte che oggi compiamo sono essen-
ziali per la possibilità di sopravvivenza
delle generazioni future.
Se le condizioni di vita e forse l'esi-
stenza stessa di un genere umano dipen-
dono dalla nostra condotta, non siamo
moralmente obbligati ad adottare delle
regole di condotta che tengano conto di
tutto ciò?
"Facciamoci vedere"
L'idea è nata così, dopo che un appello stringato alla disobbedienza civi-
le sul famigerato "pacchetto-sicurezza" aveva raccolto in pochi giorni e
senza nessun supporto di comunicazione che non fosse il passaparola,
centinaia di firme. Detto fatto, è stata organizzata la prima uscita pubbli-
ca, appena tre giorni dopo la pubblicazione dell'appello (22 febbraio), una
mattina di sole quasi primaverile davanti al ministero dell'Interno. Una
ventina di donne (e un uomo!) si sono appesi al collo grandi cartelli chiari
e concisi: "leggi razziali = leggi criminali", "ronde e manganelli = barbarie
fai da te", "ma che sicurezza questo pacchetto è una schifezza" e " la salu-
te è da garantire la denuncia fa inorridire".
Ora in gruppo, ora in fila, ora in ordine sparso, hanno cominciato a dis-
tribuire il testo dell'appello
ai passanti e agli impiegati
del Ministero che uscivano
in pausa pranzo: curiosità
dei primi, sconcerto dei se-
condi, poi l'inevitabile rea-
zione della polizia: la mani-
festazione non era autoriz-
zata. Alle rimostranze, fatte
in modo cortese (le ronde
non sembrano molto popo-
lari neanche tra di loro) da-
gli agenti, è seguita una bre-
ve contrattazione e poi l'autorizzazione a proseguire la "passeggiata" (con
la discreta ma molto visibile scorta di una volante) per alcune vie del cen-
tro di Roma.
La seconda uscita è stata meno tranquilla, perché questa volta l'obietti-
vo era la piazza antistante Montecitorio, e magari quella adiacente, da-
vanti a Palazzo Chigi. La vigilanza qui è stata, come prevedibile, molto più
veloce a reagire e a pretendere, per l'appuntamento successivo (posteriore
al momento in cui scriviamo), la richiesta di autorizzazione.
Che fare? Autorizzazione o no, lo strumento di rendersi visibili con i
cartelli appesi al collo sembra efficace, rende facile avvicinare la gente e
moltiplica la visibilità della protesta impegnando un numero di persone
che può essere anche esiguo. Si discute ora se renderlo un appuntamento
permanente, a giorno, ora e luogo fissi, un po' come le donne in nero
israeliane, o se "funzioni" meglio camminare per le strade tra la gente, fer-
mandosi quando qualcuno si avvicina a parlare. Se rimanere alo stato
spontaneo e passaparola o darsi un minimo di struttura, un nome: le ron-
dinelle? La discussione è aperta, ma una cosa è certa: non ci si ferma, al-
meno per tutto l'iter delle legge.
L'appello è nato dall'incontro, sui temi della violenza e del razzismo, tra
le "Donne per la sinistra" e il "Coordinamento donne contro il razzismo
della Casa internazionale delle donne". Ecco il testo.
"Con l'approvazione da parte del Senato del Disegno di Legge sulla sicu-
rezza (Ddl 733) questa legislatura ha imboccato senza ambiguità la via del
razzismo e dell'incitamento all'odio razziale: delazioni e denunce, ronde e
manganelli istigano e legittimano episodi brutali di linciaggio e rappresa-
glia contro i migranti, i clochard e le persone più deboli.
Non riconosciamo queste leggi e ne denunciamo il carattere di violazio-
ne della Costituzione repubblicana e della Dichiarazione dei diritti umani.
Noi non obbediremo e invitiamo tutte e tutti a esprimere il proprio dis-
senso". (Anna Schiavoni)
L'appello si trova al sito:
http://www.associazioneperlasinistra.it/appello-contro-il-razzismo-e-il-
pacchetto-sicurezza
Per aderire: assosinistra@gmail.com
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