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Numero 4 del 2009

Felici combinAzioni


Foto: Felici combinAzioni
PAGINA 10

Testi pagina 10

aprile 2009 noidonne10
La storia dell'uomo può essere rico-struita come la vicenda del suo ten-
tativo di rendersi indipendente dai con-
dizionamenti imposti dall'ambiente na-
turale. L'azione del coltivatore neolitico,
che disboscava per rendere il territorio
coltivabile, rappresenta, a ben vedere,
uno dei primi tentativi di interferenza
con gli equilibri naturali.
L'esistenza dell'umanità non può rea-
lizzarsi senza esercitare tale influenza.
Tuttavia, l'incidenza che quello poteva
avere non è, ovviamente, neppure lonta-
namente paragonabile agli effetti pro-
dotti dallo sviluppo della tecnica negli
ultimi secoli. La coscienza ambientali-
sta ha introdotto una nuova concezione
del pianeta e della relazione uomo-na-
tura, ha insegnato ad osservare con oc-
chio critico molti risultati che erano
considerati "conquiste" e rivelatisi inve-
ce forieri di conseguenze disastrose sul-
l'ambiente, ha introdotto la nozione di
"biosfera", mostrando il pianeta come
un insieme complesso nel quale tutti gli
elementi sono in interrelazione, cosicché
la "sofferenza" di una parte di questo in-
sieme ha ripercussioni sulla vita di tutti
gli altri elementi, compreso l'uomo. Da
ciò anche la più recente difesa della
biodiversità, concepita come patrimo-
nio irrinunciabile per la sopravvivenza
del pianeta, all'equilibrio e alla vita del
quale sono indispensabili tutti i viventi
presenti anche nella più remota nicchia
della foresta amazzonica.
La misurazione dei rischi ambientali,
lo studio dell'effetto-serra, delle piogge
acide e dell'assottigliamento della fa-
scia di ozono intorno al pianeta, la sco-
perta del rischio di esaurimento delle ri-
sorse, dei dan-
ni biologici e
anche genetici
che l'altera-
zione del
mondo natu-
rale compor-
ta, l'inquina-
mento cre-
scente, l'estin-
zione di moltissime specie viventi a cau-
sa dell'alterazione dell'equilibrio delle
diverse nicchie ecologiche non sono sol-
tanto questioni che riguardano gli scien-
ziati ai quali si chiede di individuare
qualche rimedio, gli industriali ai quali
si impone l'uso di depuratori, i politici
ai quali si chiede di ripartire diversa-
mente le voci dei bilanci statali, ma pro-
ducono effetti sulla nostra cultura, poi-
ché richiedono una trasformazione degli
stili di vita. Con la coscienza ecologica
si sviluppa, infatti, una riflessione criti-
ca sull'organizzazione delle società tec-
nologiche e, in particolare, sui valori ed
i principi che regolano la con-
dotta. In questa nuova pro-
spettiva, perseguire il "pro-
gresso" comporta imparare a
fare un uso più oculato delle
risorse, ossia, in definitiva, a
consumare di meno. Ma dal
punto di vista morale sorge
anche un'altra domanda es-
senziale: la natura ha soltan-
to un valore strumentale, os-
sia merita considerazione in
quanto è funzionale, ne-
cessaria, utile ai bisogni dell'uo-
mo, oppure ha un valore intrin-
seco, vale a dire autonomo,
proprio, in quanto esiste indi-
pendentemente dall'uomo e me-
rita di essere preservata per la
sua bellezza? La necessità di tu-
telare la natura, motivandola
con i rischi che la sua distruzio-
ne comporta per la sopravvi-
venza umana, è ormai coscien-
za comune. Il motore principale
degli attuali interventi a tutela del-
l'ambiente è il timore che il pianeta pos-
sa divenire d'un tratto inospitale o ad-
dirittura inadatto alla vita umana, in-
somma, la percezione del pericolo. Tut-
tavia, quando i provvedimenti legislati-
vi o le "soluzioni" si riducono al paga-
mento di san-
zioni, che fan-
no apparire
"monetizzabi-
le" il danno
ambientale,
al pari di
qualsiasi al-
tro "furto",
proviamo un
senso di disagio, forse perché le risorse
perdute non verranno ricostituite, forse
perché vi sono altre esigenze ugualmen-
te importanti, forse perché, appunto,
conferiamo alla natura un valore che va
al di là del suo uso.
Ciò implica che ciascuno di noi e tut-
ti insieme non siamo responsabili sol-
tanto del nostro piccolo spazio circo-
stante, ma abbiamo l'obbligo di pensare
su scala planetaria ai danni globali che
le nostre scelte di consumo possono pro-
vocare.
La peculiarità dell'umanità rispetto
alle altre specie viventi non si individua
nella capacità di modificare l'ambiente,
poiché tale attitudine è condivisa da
ogni creatura vivente che interagisce col
proprio habitat e così facendo inevita-
bilmente lo modifica e incide su di esso,
ma nella possibilità di scegliere in qua-
le misura e secondo quali modalità eser-
citare tale azione, oppure non esercitar-
la affatto.
L'uomo non solo modifica l'ambiente
che lo circonda, ma può decidere quan-
to e come farlo e può optare, al limite,
per l'astensione da certe azioni. Tale
considerazione genera una responsabili-
tà, poiché, laddove è dato scegliere, oc-
corre tenere in considerazione le conse-
guenze della propria condotta e, nel ca-
so particolare, riflettere sui rischi per l'e-
Etica e
ambiente
Parliamo di bioetica Maria Antonietta La TorreIstituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.org
le scelte che oggi
compiamo sono essenziali
per la possibilità di
sopravvivenza delle
generazioni future
“ “
la coscienza
ambientalista ha introdotto
una nuova concezione del
pianeta e della relazione
uomo-natura
“ “
se le leggi si riducono
al pagamento di sanzioni
fanno apparire
"monetizzabile" il danno
ambientale
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