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Numero 4 del 2015

Cibo nemico - anoressia bulimia


Foto: Cibo nemico - anoressia bulimia
PAGINA 34

Testi pagina 34

32 Aprile-Maggio 2015
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di Silvia Vaccaro
N
on v’è alcun dubbio che la moda - intesa come
stile prima che come comparto industriale - abbia
avuto da sempre e abbia tuttora molto a che ve-
dere con la rappresentazione sociale degli indivi-
dui. Ci si può riconoscere in uno stile e indossare
determinati abiti per appartenere a un gruppo, o al contrario,
decidere di non seguire nessuna regola e inventarsi un proprio
stile, o ancora, rifiutare l’idea che “l’abito faccia il monaco” e
non prestare nessuna importanza alla moda. Questo atteggia-
mento però è francamente sempre più raro, soprattutto in una
città come Londra dove tutti e tutte si vestono come vogliono
ma, al tempo stesso, sono molto attenti alle tendenze e consa-
pevoli di avere il potere di crearle, data la ricettività del tessu-
to urbano di afferrare tutto ciò che è nuovo e potenzialmente
cool. Nel caso della mostra Women Fashion Power (Design
Museum di Londra fino al 26 aprile) al centro della scena c’è
l’evoluzione della moda femminile nel ventesimo secolo e il fil
rouge che i curatori, Colin McDowell e Donna Loveday, han-
no deciso di seguire è l’interessante intreccio tra moda, potere
e libertà. Da subito si intuisce la complessità e l’ambiguità di
questo rapporto sempre in divenire: il significato di un abito
non è mai stato qualcosa di semplicemente dato, ma è sem-
pre dipeso dal contesto sociale e dalla
personalità e dal gusto della donna che
lo indossava. Partendo dalla figura di
Eva, cacciata dall’Eden e condannata
a doversi coprire, si incrociano alcune
figure di donne, da Giovanna D’Arco
ad Angela Merkel, che, con tutte le dif-
ferenze del caso, hanno preferito uno
stile rigoroso e androgino come scelta
di libertà. Diversa la storia di Maria An-
tonietta regina di Francia, che al con-
trario prediligeva mise che esaltassero
la sua femminilità, differenziandosi così
dalle precedenti regnanti. Un caso an-
cora a parte l’immancabile Regina Eli-
sabetta II, incoronata a venticinque anni nel 1953 (prima ceri-
monia di incoronazione trasmessa in TV), che è stata in grado
di creare, anche attraverso il suo modo di vestire, l’immagine
di una “monarchia capace di non passare mai di moda”. 
Libertà di uscire dai Limiti
Dopo secoli di costrizione in corsetti rigidissimi, a partire
dalla fine del 1800, alcune cose iniziano a mutare. La diffu-
sione di alcuni sport come l’equitazione o l’andare in bici-
cletta, favorirono l’abbandono delle gonne ampie e rigide in
favore di favore di gonne-pantalone, che accompagnavano
le donne desiderose di sperimentarsi in attività dinamiche.
Un grande merito va riconosciuto a due sarti, le cui idee,
rivoluzionarie per l’epoca, offrirono alle donne un nuovo
modo di vestire semplice e pratico. Paul Poiret, francese
classe 1879, decise di abolire il busto inventando una linea
stile impero, con la vita alta e la gonna stretta e lunga. In-
sieme a lui Mario Fortuny, veneto, nato nel 1871, che creò
invece una sorta di tunica di seta, prendendo ispirazione
dalle vesti dell’antica Grecia. L’inizio del 1900 vide anche il
sorgere dei movimenti per il diritto di voto alle donne. Cele-
berrimo quello inglese delle suffragette, guidato da Emme-
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