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Numero 4 del 2015

Cibo nemico - anoressia bulimia


Foto: Cibo nemico - anoressia bulimia
PAGINA 25

Testi pagina 25

23Aprile-Maggio 2015
produzioni artigianali e di qualità su comparti specifi ci,
hanno potuto affrontare la crisi con un posizionamento
di mercato più favorevole.
Un altro fattore di competitività è certamente quello della
capacità di integrare le competenze femminili con quelle
proprie dell’imprenditoria agricola. Comparti dell’agricoltu-
ra particolarmente in cresci-
ta, nonostante la crisi gene-
rale del settore, sono infatti
quelli dell’agricoltura multi-
funzionale, cioè che sanno
combinare la coltivazione
classica con una molteplici-
tà di altre attività che vanno
dalla produzione alimentare
artigianale agli agriturismi
o ai laboratori didattici. È indubbio che nella crescita
dell’agricoltura multifunzionale le competenze femmi-
nili - di solito considerate “deboli” - possono invece
rappresentare una leva competitiva in più rispetto alle
altre aziende. Nello sviluppo di attività agricole in questa
direzione entrano infatti in gioco le abilità femminili dell’ac-
coglienza, della relazione, della cura, dell’insegnamento e
della produzione di cibo.
L’agricoltura rappresenta quindi un laboratorio interes-
sante di sperimentazione, poiché le imprenditrici stanno
trasformando una storica debolezza in termini di gap di
genere in un punto di forza.
Non è dato sapere quanto questo processo sia stato av-
viato consapevolmente e quanto invece si sia prodotto in
modo spontaneo come risultato di scelte di adattamento.
Il risultato è comunque positivo e meriterebbe un ulteriore
approfondimento utile come fonte di ispirazione anche per
altri comparti economici. ?
di Cristina Melchiorri
STRATEGIE
PRIVATE
Sono Costanza, leggo sempre con piacere NOIDON-
NE e la sua rubrica. Sono dirigente in un’impresa
metalmeccanica, unica donna in un comitato diret-
tivo solo di uomini. La mia carriera è stata lunga e
diffi cile, ho fatto molti sacrifi ci negli ultimi venti anni,
affi ancando un Direttore Generale dispotico e ma-
schilista, che si aspettava che io lavorassi dall’alba
al tramonto e che mettessi in secondo piano la mia
famiglia. Cosa che ho fatto. Ma spesso, per quanto
mi sforzassi, nulla era mai fatto abbastanza bene,
mai nei tempi giusti, mai nel modo giusto, mai con
il risultato atteso. Insomma, un inferno. Per questi
meriti “sul campo” direi di battaglia dopo venti anni
sono diventata dirigente. Ora che potrei dedicare più
tempo ai miei fi gli, ormai adulti, al mio compagno, in-
spiegabilmente ancora al mio fi anco, o a me stessa,
mi sento in colpa se esco un pomeriggio alle cinque
per andare dal parrucchiere, anziché alle sette o alle
otto, come sempre. Cosa ho di sbagliato?
Costanza Ravasi (Melegnano,Milano)
Cara Costanza, non hai nulla di sbagliato! Anzi, mi do-
mando come hai resistito così a lungo in una situazione
lavorativa a dir poco frustrante. Spesso ci capita di mi-
surarci con le diffi coltà aumentando l’impegno, facendo
ancora più sforzi e fatica per fronteggiare quello che va
storto o per accontentare qualcuno che non è mai sod-
disfatto. È come se volessimo mettere noi stesse conti-
nuamente alla prova, cercando in ogni modo conferme
delle nostre capacità. Il che alimenta una spirale tossica:
il bisogno di conferme dagli altri genera una ulteriore in-
sicurezza personale. il tuo capo è andato in pensione?
Bene. Ora è venuto il tuo turno. La nostra cultura occi-
dentale, così moralista, ci porta a pensare che qualun-
que azione o comportamento a proprio vantaggio è una
forma di egoismo. Come se, inevitabilmente, il nostro
vantaggio producesse un danno a qualcun altro. Non è
così. Un esempio? Hai presente quei genitori che si sa-
crifi cano a oltranza per i fi gli, tenendoli nella bambagia
fi no ai trent’anni? Mamme che stirano le camicie e fan-
no il bucato ai fi gli fuori casa o genitori che comprano
l’appartamento, altrimenti, poverini, come fanno? Beh,
questo sforzo di spianare la strada, di evitare sacrifi ci e
sofferenze della crescita limita i giovani nel loro percorso
e nel formarsi gli anticorpi per essere forti. Non permette
loro di conoscere le proprie risorse e di creare la propria
sicurezza personale, che serve per superare gli ostacoli
della vita adulta.
Quindi ti invito a “metterti in agenda”, fi ssare almeno uno
spazio quotidiano per te stessa. Non per la casa o per la
famiglia. Solo per te! Ti serve recuperare un sano egoi-
smo! È forse l’unico difetto che hai.
SANO
EGOISMO
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