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Numero 4 del 2015

Cibo nemico - anoressia bulimia


Foto: Cibo nemico - anoressia bulimia
PAGINA 33

Testi pagina 33

31Aprile-Maggio 2015
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ungheresi quali siano i valori cui fanno riferimento, la maggior
parte di loro dirà, secondo la sociologa Beáta Nagy, “la fami-
glia e l’autonomia economica”. La famiglia, i figli, continuano
ad essere un obiettivo che le donne di questo paese vogliono
raggiungere insieme alla realizzazione in ambito lavorativo ed
economico. A questo proposito è utile menzionare un recente
dossier uscito sul settimanale Figyel’. L’identikit che emerge
dall’inchiesta è quello della donna che per ottenere ciò che
vuole deve essere contemporaneamente brava mamma, bra-
va padrona di casa, brava cuoca e stiratrice, moglie premuro-
sa, lavoratrice efficiente, persona brillante, elegante, seducen-
te, sempre in forma ecc. Tanti ruoli da ricoprire e ancora tanta
strada da fare per una vera e propria parità nel mondo del
lavoro dove, come già precisato, non mancano le discrimina-
zioni: una di esse sta nel salario che presenta
differenze di sesso. Al sindacato MSZOSZ
fanno notare che secondo le statistiche
ufficiali la differenza di stipendio fra uomo
e donna è del 16-17%, ma i rappresentanti
dei lavoratori ritengono che questa dispari-
tà sia almeno del 30% considerando il fatto
che molte donne sono assunte col salario
minimo insufficiente al loro sostentamento.
Nel mondo politico la situazione è più triste in
quanto la rappresentanza femminile langue. In
Parlamento le deputate sono meno del 10%
del totale. La società ungherese non accet-
ta di buon grado il fatto che anche le donne
possano occuparsi di politica, la sinistra è più sensibile alla
questione ma in generale risulta difficile che una donna arrivi a
ricoprire cariche dirigenziali nei partiti, che nella maggior parte
dei casi sono guidati da uomini. Ildikó Borbely, deputata so-
cialista al Parlamento ungherese, affer-
ma che sebbene viviamo nel XXI secolo la
maggior parte degli ungheresi ritiene che
il posto della donna sia a casa e che non la
si debba coinvolgere in altri ambiti. “Certo
- prosegue la Borbely - anche noi donne
diciamo che il valore più importante è la
famiglia, però bisogna anche pensare che
il mondo intorno a noi è cambiato e che
le persone devono essere più tolleranti“.
La deputata aggiunge che l’attuale gover-
no conservatore accentua questa visione
tradizionalista del ruolo della donna e che
i rapporti tra i due sessi nel mondo della
politica non sono buoni: “i nostri colleghi
maschi ci trattano come se appartenessi-
mo a un’altra categoria di persone, non ci
considerano dei partner alla pari. Eppure
la politica avrebbe bisogno del nostro ap-
porto, considerando anche il fatto che abbiamo una spiccata
sensibilità sociale’.
Come precisato più volte il contesto è difficile, quella unghe-
rese è una società patriarcale, fondamentalmente maschilista.
Un carattere difficile da nascondere anche durante il passato
regime che durante la sua esistenza ha cercato di creare una
parvenza di equilibrio fra i sessi senza però riuscire a cambia-
re le mentalità. Le donne ungheresi si scontrano con questa
realtà, non esclusiva, peraltro, del loro paese, e le ONG attive
sul fronte della difesa dei diritti delle donne fanno presente una
casistica di non poco conto sulle violenze che le donne subi-
scono in famiglia. Secondo Vera Stummer, attivista di NANE
(N?k a N?kért Együtt az Er?szak Ellen, Donne per le Donne
contro la Violenza), le dirette interessate sono generalmente
poco propense a denunciare i soprusi di cui
sono vittime, soprusi considerati dalla menta-
lità corrente come un problema della donna e
di suo marito. Un problema di coppia, quindi,
non un episodio da denunciare alla polizia.
Del resto, secondo Stummer, le autorità com-
petenti non garantiscono tutela e sicurezza
adeguate alle vittime delle violenze domesti-
che, di conseguenza queste ultime non nu-
trono fiducia nelle istituzioni che dovrebbero
difenderle. L’ottava Conferenza Europea di
Ricerca Femminista svoltasi a Budapest
nel 2012 ha sottolineato le lacune delle leg-
gi ungheresi sul tema e il dossier realizzato
da Human Rights Watch l’anno successivo ha posto l’accen-
to sulle restrizioni poste dalla nuova Costituzione ai diritti ri-
produttivi della donna e a quello all’aborto, e raccomandato
inutilmente all’attuale governo di cambiare orientamento.b
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