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Numero 4 del 2015

Cibo nemico - anoressia bulimia


Foto: Cibo nemico - anoressia bulimia
PAGINA 32

Testi pagina 32

30 Aprile-Maggio 2015
UN
GH
ER
IA
L
a popolazione ungherese è femminile per oltre il 52%.
Il paese assiste già da diversi anni a una progressiva
avanzata delle donne nel mondo del lavoro in un con-
testo difficile che continua a privilegiare le persone di
sesso maschile. Secondo Mária Hercegh, dirigente sinda-
cale all’MSZOSZ (Confederazione Nazionale dei Sindacati
Ungheresi), le donne ungheresi di oggi hanno titoli di studio
superiori a quelli dei loro connazionali di sesso maschile e
sono più preparate e specializzate di loro. ‘Dotate di una mag-
giore flessibilità - aggiunge Hercegh - sono tendenzialmente
disposte ad accettare lavori che di norma vengono scartati
dagli uomini perché considerati da questi ultimi non abba-
stanza prestigiosi.
Più determinate, quindi, più flessibili, più dotate di capacità di
adattamento e di strumenti con i quali realizzare una carriera
brillante. Tutto questo in una situazione che non le favorisce
e che, secondo le dirette interessate, dà luogo a numerose
discriminazioni nel mondo del lavoro. Le medesime raccon-
tano che le differenze di trattamento iniziano al momento del
colloquio per un impiego quando curriculum vitae e attestati
non bastano; prima o poi l’esaminatore chiede
alla candidata se ha intenzione di fare figli e
mettere su famiglia, intenzioni che, fanno nota-
re, non costituiscono un problema nel caso di
un uomo, per una donna rispondere afferma-
tivamente a questa domanda può essere un
punto a sfavore.
Secondo Mária Hercegh il nuovo Codice del
Lavoro ungherese, entrato in vigore il primo
gennaio di tre anni fa, non aiuta le donne.
Espressione di un governo che non brilla per
propensioni democratiche, limita il già angu-
sto spazio d’azione dei sindacati e i diritti dei
lavoratori dipendenti, soprattutto di quelli as-
sunti nella pubblica amministrazione e, a parere della sinda-
calista, non contribuisce alla difesa dei diritti delle lavoratrici.
L’attuale esecutivo guidato da Viktor Orbán ha, è vero, ripor-
tato a tre anni il periodo
di maternità (era di due
anni prima di questo in-
tervento), ma il problema
si presenta al ritorno nel
posto di lavoro. Spesso
occorre ricominciare tut-
to da capo, ricostruire le
relazioni e il rapporto di
fiducia con il datore di
lavoro. Non di rado, fan-
no notare le sindacaliste,
le donne devono cercarsi un altro impiego perché nel frattem-
po il loro posto è stato soppresso o assegnato ad altri.
Ciononostante le donne vanno avanti e i dati parlano di una
progressiva femminilizzazione degli uffici della funzione
pubblica. Ci sono ancora settori che continuano ad essere
un tradizionale sbocco lavorativo delle donne, come quello
dell’insegnamento che secondo recenti statistiche supera il
95%, ma si assiste anche, per esempio, a un aumento della
presenza femminile nel settore ferroviario e
dei trasporti cittadini e aumenta anche il nu-
mero delle donne che ricoprono incarichi diri-
genziali. Per loro, però, si pone sempre il pro-
blema di come conciliare lavoro e famiglia. È
chiaro che non vogliono rinunciare a nessuna
delle due cose ma è altrettanto evidente che,
per evitare di scegliere devono fare dei com-
promessi, cosa che, fanno notare, non succe-
de nel caso degli uomini. Le donne in carriera
quindi ci sono e non risultano essere poche
malgrado il contesto sfavorevole; questo ri-
sultato viene attribuito alla determinazione del
sesso femminile, alla sua versatilità, ma anche
perché oggi come oggi, non sarebbe possibile il contrario per
aspetti concreti riguardanti l’’economia, lo sviluppo della so-
cietà e la sua stessa esistenza. Se comunque si chiede alle
LA RIPIDA SALITA
VERSO LA PARITà
i diritti delle donne, oggi, e il loro cammino verso la parità in un paese dove il regime comunista
aveva dato una parvenza di eQuilibrio fra i sessi senza riuscire a cambiare le mentalità
di Massimo Congiu
LA SOcIETà
unghERESE
è PATRIARcALE
E IL gOVERnO
cOnSERVATORE
AccEnTuA quESTA
VISIOnE
TRADIzIOnALISTA
DEL RuOLO
DELLA DOnnA
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