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Numero 1 del 2010

2010 non ci resta che ridere


Foto: 2010 non ci resta che ridere
PAGINA 46

Testi pagina 46

In questi mesi, i siti internet dei princi-pali quotidiani allestiscono una spe-
ciale sezione dedicata ai calendari del
2010. La maggior parte di essi contengo-
no nudi di donna; di tutte le forme, di-
mensioni, ambientazioni e pose, si offro-
no all'occhio estasiato dell'osservatore
nell'attimo di un clic. Si ripropone, in
modo soft e accessibile a tutti, quel pro-
cesso di oggettivazione e mercificazione
del corpo femminile allo scopo di attrar-
re clienti, mediante un richiamo sessua-
le, per comprare un prodotto. L'alma-
nacco appunto. C'è però un calendario
che attraverso foto di nudi, opere grafi-
che e poetiche, sfugge a tale meccani-
smo, cercando di indagare il mistero del
femminile, l'io corporeo e il suo rapporto
con la realtà e il sentimento, la forza, la
fragilità e l'ironia della seduzione. Si
tratta di Italianuda 2010, pubblicato da
Editrice Zona a cura di Maria Teresa
Ciammaruconi, con scatti dell'abilissi-
ma fotografa Valeria Floris. Ciammaru-
coni ha chiesto a diversi artisti di lavo-
rare sottotraccia alle immagini, coinvol-
gendo Antonio Amendola, Ignazio
Apolloni, Lucianna Argentino, Leopoldo
Attolico, Anna Maria Ferramosca, Silva-
na Baroni, Marco Berisso, Tomaso Bin-
ga, Luigi Cannillo, Antonella Cappucci-
no, Tiziana Colusso, Antonino Contilia-
no, Antonietta Dell'Arte, Gabriella Di
Trani, Ilaria Drago, Michele Arcangelo
Firinu, Giovanni Fontana, Barbara Ga-
botto, Giacomo Guidetti, Luca Gabriele,
Marcello Gazzellini, Paolo Gentiluomo,
Gianni Godi, Rosaria Lo Russo, Carmine
Lubrano, Lunghia, Mario Lunetta, Dante
Maffìa, Anna Maria Mazzoni, Donatel-
la Mei, Massimo Mori, Marco Palladini,
Antonio Rezza, Elena Ribet, Vito Riviel-
lo, Luisa Ruggio, Piero Varroni. Scrive
Franco Romanò nella nota critica al ca-
lendario: "L'idea di fare interagire artisti
che si esprimono in linguaggi diversi non
è nuova; nuovo è forse il farlo con un ca-
lendario, un oggetto effimero in fondo,
refrattario per natura alla durata nel
tempo per cui aspirano l'immagine arti-
stica e la poesia. Tanto più un calenda-
rio che proponga come spunto d'ispira-
zione immagini fotografiche di nudi fem-
minili. […] Le fotografie di Valeria Floris
si prestavano molto bene a una varietà
d'ispirazioni, anche perché col-
gono aspetti essenziali delle vite
femminili che mettono in scena:
spesso drammatiche, talvolta
ironiche, mai banalmente eroti-
che, sempre intense, sono state il
punto di partenza ideale. I poeti
che si sono cimentati con i testi
oppure con gli interventi grafici
sono stati molto bene al gioco, si
sono lasciati guidare dalle im-
magini, senza commentarle,
ma interagendo con le stesse.
[…] Tutti hanno compreso
quale fosse la sfida implicita e
cioè sottrarre questo utensile
domestico così comune al gio-
co preferito degli
ultimi anni: quello
di una seduzione
scontata." Gli
scatti della Floris
si impongono per
una plasticità ca-
pace di sfidare le
i n q u a d r a t u r e ,
amalgamarsi con
il buio, con le lame
di luce. Valeria
Floris è nata a Ca-
gliari nel 1967 e
vive a Roma. Ha
lavorato come tecnico nel reparto di ri-
presa fotografica per la realizzazione di
progetti girati in pellicola e in digitale,
destinati alla televisione e al cinema.
Dal 2002 è impegnata in ricerche foto-
grafiche, dalla fo-
to "fine art" al re-
portage in altri
Paesi, cercando di
cogliere i vari
aspetti dell'indivi-
duo inserito nel
contesto in cui vi-
ve. Ha esposto in
personali e collet-
tive e collabora
con diverse riviste;
ha realizzato, fra
l'altro, alcune co-
pertine per Noi-
donne.
gennaio 2010 noidonne46
Calendario Italianuda 2010
Corpo di poesia
Luca Benassi
le fotografie di Valeria Floris
ispirano poetesse e poeti,
dando nuove forme al mistero,
alla realtà, all'ironia
della "seduzione"
Luisa Ruggio - Novembre
Una cosa pericolosa che capita sottomano.
E mantiene intatta la notte nella stanza.
Il piacere muove le cose
ma è impossibile parlarne.
Gli armadi sono lettere
pronosticano la scomparsa.
Una ragione pratica, chiavi rotte nelle serrature
biglietti obliterati nelle ante.
Per aver creduto in qualcosa di impraticabile e irreale,
nell'evidenza della vita
senza
doppiare i dialoghi del cuore.
Senza
combinare niente.
Alla distanza in cui siamo dal paradiso.
Alla distanza in cui siamo.
Dal paradiso
Tiziana Colusso - Settembre
Odor di muschio disertato
dai maschi, sfiorita stagione
che dopo storditi sabba di pollini
e cicale declina lenta
dal torpore al torpore.
Ultimo atto sontuoso,
urgente il corpo si amplifica
in sentori d'acacia, castagno,
Osmanthus fragrans, Erica gracilis,
gli Aster multicolori
e la sanguigna vite canadese
mettono in mostra spalancate
fioriture e l'amante
stregato di ribollente mosto
s'ipnotizza, mosca sull'orlo
della succosa oscurità.
Errata corrige. Nel numero di dicembre 2009, nell'articolo
"Raccogliendo ciottoli nel torrente della vita", al posto di MARIA
PINA CIANCIO è apparso in occhiello il nome di Francesca
Farina. Ce ne scusiamo con le lettrici e con le dirette interessate.
Lucianna Argentino - Novembre
Corpo riposto, corpo esposto
corpo gravido, corpo partorito
nell'ombra in lievito di luce
nella complicità del legno
rifatto all'uso umano.
(scricchiolii e schiocchi notturni
memoria cedua dell'albero che fu).
E mammelle e amnio
e radici e linfa
per la vita che sarà
per la vita che viene nel presente
nel farsi infanzia del mistero
dove l'essere è nella contesa
soglia e transito
e indossa la nudità
calza la sosta
per abiti futuri
per futuri passi.


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