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Numero 1 del 2010

2010 non ci resta che ridere


Foto: 2010 non ci resta che ridere
PAGINA 27

Testi pagina 27

a Emilia Romagna Emilia Romagna
Coesione
sociale
Nonostante la Re-
gione Emilia-Roma-
gna si caratterizzi
da sempre per un
forte civismo e una
solida coesione so-
ciale e registri un
tasso di povertà pari
ad un terzo di quel-
lo nazionale, come
nel resto d'Europa,
anche nella nostra
regione alcune cate-
gorie di persone in-
contrano difficoltà
ad entrare nel mer-
cato del lavoro o a
mantenere un'occu-
pazione, rischiando
l'esclusione sociale. I motivi sono numerosi e, so-
prattutto, molto diversi tra loro. Anche in Emilia-
Romagna possono essere oggetto di discriminazio-
ne le persone con disabilità, le minoranze etniche e
i migranti, i carcerati ed ex carcerati e i soggetti ap-
partenenti alle fasce delle nuove povertà. Il nostro
obiettivo è quello di sviluppare percorsi d'integra-
zione e migliorare l'inserimento lavorativo dei sog-
getti svantaggiati per combattere ogni forma di
discriminazione nel mercato del lavoro.
Promuovere la piena integrazione e partecipazione
alla vita attiva dei gruppi svantaggiati è infatti un
elemento prioritario di tutte le politiche comunita-
rie e in primo luogo di quelle occupazionali in
quanto l'integrazione lavorativa è uno degli stru-
menti privilegiati per il conseguimento dell'integra-
zione sociale e della autonomia delle persone. Le
politiche a favore dell'inclusione sociale hanno già
rafforzato l'integrazione socio-lavorativa delle cate-
gorie deboli e svantaggiate. Importanti risultati so-
no stati sicuramente ottenuti nei confronti delle
persone con disabilità, grazie anche alle risorse pro-
venienti dal Fondo Sanitario nazionale e dal Fondo
regionale per l'occupazione dei disabili. Meritano
particolare attenzione e devono essere rafforzate le
opportunità a favore delle famiglie monoparentali,
come per i detenuti, in particolar modo extracomu-
nitari e tossicodipendenti, per i quali persistono an-
cora difficoltà nell'inserimento e reinserimento la-
vorativo e sociale e quelle a favore delle nuove po-
vertà.
Ambiente
L'intero sistema Emilia-Romagna, se vuole mante-
nere alti livelli di benessere, di qualità sociale e am-
bientale, non può esimersi dall'essere protagonista
nella strategia di sviluppo sostenibile.
Qualità, innovazione, competitività sono obiettivi
che impongono il rispetto dei parametri di Kyoto e
l'adeguamento alle normative dell'Unione europea.
I termini - tecnologici, economici, sociali, ecc. - con
cui viene analizzato o approfondito il tema sono or-
mai multidisciplinari ed integrati tra di loro, nonché
connessi con una pluralità di politiche di tutela am-
bientale (gestione delle risorse idriche, produzione
energetica, risparmio di risorse, riduzione di emis-
sioni inquinanti, ecc.).
In questo contesto si colloca il nuovo Piano Territo-
riale Regionale, in cui una delle chiavi decisive è evi-
dentemente l'integrazione delle politiche per aree
geografiche omogenee, con la cooperazione tra i
vari livelli istituzionali e attraverso accordi tra sog-
getti pubblici e privati.
Le politiche di sostenibilità richiedono l'abbandono
sia delle logiche centralistiche, sia di quelle locali-
stiche, valorizzando le intese fra Regioni ed Enti lo-
cali come elemento essenziale per ottenere risultati
duraturi.
L'obiettivo deve essere quello di rendere sempre più
incisive le politiche di programmazione e di gover-
nance condivisa delle risorse, con logiche che tra-
valichino i meri confini amministrativi, assumendo
come riferimento sistemi di area vasta (i bacini idro-
grafici, i distretti ecc.).
Per costruire la governance, occorre condividere
non solo le principali politiche, ma anche le moda-
lità di costruzione degli obiettivi e delle responsabi-
lità tra tutti i soggetti. L'integrazione delle conside-
razioni ambientali nelle politiche di sviluppo non
sono scontate.
Gli effetti ambientali vanno valutati preventivamen-
te e verificati nel tempo. Per questo è anche neces-
sario migliorare la capacità di comunicazione e in-
formazione ambientale e sviluppare procedure par-
tecipative volontarie, alla ricerca di nuovi strumenti
di coinvolgimento dei portatori di interesse che
possano affiancare la logica, ancora necessaria, del
"comando e controllo".
È necessario essere consapevoli che alcuni fattori
esterni alle imprese sono ormai essenziali per la
competitività: la ricerca, il sistema di mobilità, la
qualità delle infrastrutture e lo sviluppo delle reti
immateriali, il costo e l'efficienza del sistema ener-
getico, ma anche che tali fattori vanno incrociati
con le criticità ambientali del nostro territorio.
Solo la piena condivisione di queste chiavi di lettu-
ra dei sistemi produttivi, territoriali e ambientali po-
trà consentire di disaccoppiare la crescita dal de-
grado ambientale, unica garanzia di successo delle
strategie messe in campo.
La nuova sfida, insomma, è rappresentata dalla
promozione ed attuazione di politiche che indivi-
duino nell'ambiente un'opportunità di sviluppo, an-
che economico, e una nuova dimensione delle po-
litiche di territorio.


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