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Numero 1 del 2010

2010 non ci resta che ridere


Foto: 2010 non ci resta che ridere
PAGINA 44

Testi pagina 44

Come ogni anno - siamo alla quintaedizione - è in corso di svolgimento
Teatrhalìe, l'originale rassegna di letture
teatrali scritte e interpretate da donne,
organizzata a Milano dall'Unione Fem-
minile Nazionale con la direzione arti-
stica di Eleonora Dall'Ovo: "Ho comin-
ciato a lavorare con il teatro narrativo
di Baliani, poi mi sono indirizzata ver-
so il teatro femminista e il teatro lesbi-
co/omosessuale, e le due esperienze non
sono in contraddizione. Ora sto appro-
fondendo la storiografia teatrale delle
donne. La mia è stata una scelta mili-
tante: con l'obiettivo preciso di rendere
visibile il lavoro di tante donne che ope-
rano nel teatro underground
lesbico/femminile/femminista, ho inven-
tato questa Rassegna, essenziale nelle
scenografie, rivolta ad autrici e inter-
preti poco note". Un giorno al mese, fino
a marzo, si susseguono gli appunta-
menti teatrali, all'interno dei quali ven-
gono sperimentate rappresentazioni di-
verse, su temi che offrono un ampio ven-
taglio di possibilità al pubblico.
"La Rassegna - prosegue la direttrice
artistica - viene ospitata nello storico
spazio dell'Unione femminile (esistente
fin dal 1893, ora ristrutturato) ed è cre-
sciuta molto dal 2005 ad oggi, con nu-
meri che contano fino a 100 spettatori a
sera. Alla fine di ogni performance, do-
po lo spettacolo, viene sempre offerto un
aperitivo ed è un'occasione per il pub-
blico di incontrare autrici e attrici e
scambiare liberamente opinioni sulla se-
rata.
È un modo per creare una rete emo-
zionale fra teatranti e spettatori e per
far diventare Teatrhalìe un luogo simbo-
lico in cui si parla di teatro al femmini-
le. Ultimamente ci sono anche uomini
che seguono la Rassegna e ne siamo
contente". Il tema della quinta edizione
è Giri di vite: la parola alle donne, un
soggetto tendente a rivalorizzare le pa-
role dette dalle donne che, spesso, nel
corso della Storia, hanno sfidato le con-
venzioni e gli stereotipi diventando
azioni. "Si usa dire 'uomo di parola', co-
me se le donne si scambiassero solo pa-
role di poco conto, pettegolezzi. Noi in-
vece vogliamo sottolineare, con gli spet-
tacoli di quest'anno, che le parole delle
donne hanno avuto peso, spessore".
Eleonora Dall'Ovo ha fondato, nel
2007, l'associazione culturale Traman-
ti, impegnata nel mondo della cultura,
dell'educazione e del sociale in connes-
sione alla questione femminile, ideando
anche la rassegna di teatro Donne di
storia - Storie di donne, presso l'Unione
Femminile Nazionale di Milano, un pro-
getto teso a evocare dal passato figure
di donne dimenticate dalla storiografia
tradizionale. Tutti gli appuntamenti so-
no a ingresso libero. Per informazioni:
026572269. Per il programma comple-
to: www.unionefemminile.it
gennaio 2010 noidonne44
Teatrhalìe
Le muse del teatro
Elisabetta Colla
al via la rassegna di letture
teatrali promossa dall'Unione
Femminile Nazionale
Gli abbracci spezzati di Pedro Almodòvar
Omaggio alle donne, al cinema e al tema del doppio nell'ultimo film
del regista spagnolo
Si rinnova e si trasforma, l'intramontabile Pedro, ma
sempre rimanendo fedele a se stesso, con una rara
capacità di descrivere il mondo femminile e quello
trans-gender, attivando le corde dell'eros e quelle del
sentimento attraverso storie complesse di amore, gelo-
sia, bellezza, morte e destini fatali. Anche nel suo ulti-
mo film, Gli Abbracci Spezzati, il vulcanico cineasta è
infatti capace di far convergere, come e più del solito,
nella stessa opera, commedia, dramma, noir, metacine-
ma. La vicenda di Lena - la consueta, smagliante
Penelope Cruz, attuale attrice/musa del regista, la quale
cita ora Audrey Hepburn, ora quasi Anna Magnani - e di
Mateo/Harry Caine non è solo un amour fou in piena
regola, è anche una riflessione sui mutamenti di identi-
tà, così frequenti nella nostra epoca eppure spesso
fraintesi: "Il 'doppio' - afferma Almodòvar - è uno dei
tratti identitari del film ma non inteso in senso morale
(ambiguità, doppiezza) bensì piuttosto come 'duplica-
zione, ripetizione o ampliamento'". Tra le numerose
citazioni, più o meno esplicite, dedicate ai suoi maestri,
spicca quella al Viaggio in Italia di Rossellini, con la
splendida Ingrid Bergman, dove è chiaro il presagio allo
spezzarsi degli abbracci, che danno il titolo alla pellico-
la almodovariana. Per il resto gli elementi che hanno
dato fama al regista iberico sono tutti copiosamente
gettati nel frullatore della sua potente visione esteti-
ca/cultural/sociale (immancabile il riferimento alla dis-
abilità, in questo caso la cecità indotta da un inciden-
te), che restituisce una miscela di emozioni, sensazioni,
immagini, riflettenti da un lato un'idea dissacrante e
provocatoria della vita, dall'altro tendenti a svelarne una
più serena se non addirittura saggia. Comunque e sem-
pre un inno alle donne: madri, amiche, attrici (intensa
anche l'interpretazione di Blanca Portillo, nel ruolo della
fedele Judit Garcia). "La maggior parte dei ruoli femmi-
nili che ho scritto nella mia vita - dice il regista - sono
una miscela fatta di mia madre e delle sue vicine di La
Mancha mescolate con la Giulietta Masina di La strada
e la Shirley MacLaine di Qualcuno verrà e
L'appartamento". Elisabetta Colla


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