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Numero 1 del 2010

2010 non ci resta che ridere


Foto: 2010 non ci resta che ridere
PAGINA 18

Testi pagina 18

gennaio 2010 noidonne18
“Laddove lo stato non ha saputo of-frire una via di salvezza alla gio-
vane Rita Atria stroncata dalla mafia a
soli 17 anni, noi chiediamo che venga
almeno offerta una via cittadina alla
sua memoria di ragazza pura, traspa-
rente e coraggiosa”. Questa petizione,
presentata al sindaco congiuntamente
alle 12 associazioni antiracket di Sira-
cusa, è soltanto l'ultima delle iniziative
messe a segno dalla Rete dei Centri an-
tiviolenza di Siracusa, fondata e diretta
da Raffaella Mauceri, già nota con il
nome "Le Nereidi", che con le sue 145
volontarie e i suoi 15 presidi copre tutta
la provincia siracusana.
La penultima iniziativa è l'attivazio-
ne di uno sportello per donne e minori
GLBT, e la prossima sarà una serie di
corsi per le Forze dell'Ordine condotti in
tandem con il Centro studi di Scienze
Criminali.
Ben 900 donne accolte con i figli mi-
nori, 29 protocolli stipulati con tutti i
sindaci della provincia, con l'Eurispes,
con l'Ordine degli Psicologi, con il Coor-
dinamento antiracket, 3 atenei e 4 case
rifugio, ne fanno una forte e sinergica re-
te antiviolenza senza precedenti nel ter-
ritorio.
Giornalista-editrice insignita del Pre-
mio internazionale "Universo Donna"
per avere dedicato 30 anni della sua vi-
ta alla causa delle donne, Raffaella è
una testimone e protagonista storica si-
ciliana delle battaglie femminili a parti-
re dagli anni '70 a oggi, e insieme al suo
nutrito staff di docenti ha già tenuto 14
corsi di formazione per le operatrici e
dozzine di seminari alle FFOO e agli
operatori di tutte le categorie sociali.
"Non essendo ancora regolamentati
da una normativa - spiega - i centri an-
tiviolenza nascono ancora in modo
spontaneo e a volte anche selvaggio. Ec-
co perché abbiamo fondato il Coordina-
mento Donne Siciliane contro la violen-
za, unico organismo regionale siciliano
che aggrega 14 associazioni per un to-
tale di circa 50 presidi antiviolenza nel-
l'isola, e abbiamo presentato un ddl sui
centri e le case rifugio. I centri antivio-
lenza sono scaturiti dal pensiero politi-
co delle donne e devono rappresentare il
braccio operativo del femminismo, su-
perando i vecchi e ben noti conflitti del
mondo femminile".
Il problema più grande? "La paura
degli uomini e la carenza di solidarietà
fra donne: una miscela letale! Poche
donne, infatti, denunciano la violenza
che subiscono dagli uomini. Viceversa,
tutte sono pronte a lamentare di subire
scorrettezze, tradimenti, slealtà e auten-
tica violenza dalle altre donne. Ecco
perché per educare le giovani alla soli-
darietà, all'alleanza e alla complicità
fra donne, noi abbiamo inserito questo
tema nel programma dei nostri corsi di
formazione e i risultati sono eccellenti".
Rete Centri antiviolenza di Raffaella Mauceri
Siracusa
Capofila Coordinamento Donne Siciliane
Tel. 0931.492752 - 347.7758401
www.reteantiviolenza.siracusa.it
La grande rete antiviolenza
Siracusa
Isa Ferraguti
900 donne accolte, 145 volontarie, 29 protocolli stipulati,
decine di corsi e seminari per le Forze dell'Ordine e non solo.
Ecco alcuni numeri dell'attività coordinata da Raffaella Mauceri
L'associazione "Il Filo di seta" nasce circa tre anni fa a Vittoria (RG).
Questo nome nasce dalla lettura di uno scritto di una conterranea
che "narra di donne che si incontrano, si guardano e si parlano.
Ciascuna di esse vive nello stesso paese ed ognuna ha storie diver-
se. Intorno ad un telaio, simbolo di operosità femminile, comin-
ciano a parlare e progettando idee e azioni creano una fitta tela di
seta. Ognuna tornerà, dopo, al proprio mondo, con l'individualità
che la caratterizza, ma con il progetto comune di essere attente ai diversi aspetti
del territorio, diventando la voce di tante altre donne". Da quel momento a oggi,
tante attività si sono susseguite e si susseguono, tutte rivolte alla diffusione delle
pari opportunità e al rispetto per la differenza di genere. La più recente è l'attività
di laboratorio manipolativo-pittorico, inerente al progetto "Crea e ricrea" realizza-
to nel Carcere di Ragusa presso la sezione femminile.
La motivazione che ha spinto le socie a stilare il progetto è stata dettata dalle
riflessioni scaturite dopo la visita effettuata in occasione dell'8 marzo dello scorso
anno. Tutte sono state concordi nell'affermare che quello non poteva essere un
gesto isolato, ma che doveva affondare le radici in qualcosa di più solido. Pertanto,
saputo che per le ospiti della casa Circondariale non erano previsti laboratori per
far trascorrere in maniera costruttiva e ricreativa il tempo (come avviene per gli
uomini) si è pensato di scrivere un progetto e di presentarlo. I lavori realizzati ver-
ranno venduti in una mostra-mercato e il ricavato reinvestito per acquistare altro
materiale e continuare le attività.
Adesso esistono "fili di seta" invisibili, ma resistenti, che vogliono spendersi, met-
tersi in gioco in prima persona.
Rosa Perupato
Presidente dell'associazione
Il Filo di seta


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