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Numero 1 del 2010

2010 non ci resta che ridere


Foto: 2010 non ci resta che ridere
PAGINA 28

Testi pagina 28

gennaio 2010 noidonne28
46 laboratori e 7 centri per l'innovazione insediati a
regime per circa 1.800 ricercatori impegnati, dei quali
520 saranno nuovi giovani ricercatori
La Regione ha avviato negli ultimi anni un consistente
programma per promuovere la ricerca industriale e il tra-
sferimento di conoscenze scientifiche e risultati di ricerca
verso il sistema produttivo. Ne è nata una rete di struttu-
re dedicate a specifiche tematiche di interesse industriale
e che ora, con il contributo dei fondi europei, sarà com-
pletata con la realizzazione nel territorio regionale di un
insieme di Tecnopoli, cioè infrastrutture fisiche dove tali
laboratori di ricerca potranno insediarsi, espandersi,
organizzarsi adeguatamente per lavorare con le imprese.
Il progetto mette in campo un intervento di 234 milio-
ni di investimenti; di questi, 130 arrivano da contributi
regionali, 90 dalle Università e dai centri di ricerca, 14
dagli Enti locali che contribuiscono a mettere a disposi-
zione aree ed infrastrutture. I Tecnopoli, infatti, sviluppa-
no con aree dedicate espressamente alla ricerca indu-
striale campus universitari scientifici come quelli di Parma
e Modena o realizzano la riutilizzazione e riqualificazione
di aree e siti industriali e urbani di grande valore come a
Bologna, Ravenna, Faenza, Forlì e Cesena, Rimini,
Spilamberto, Vignola, Reggio Emilia, Piacenza. Saranno
circa 160mila i metri quadrati destinati a questo obietti-
vo che ospiteranno 46 laboratori di ricerca e 7 centri per
l'innovazione, 1.800 circa ricercatori impegnati, dei quali
520 giovani nuovi ricercatori. L'investimento in infrastrut-
ture sarà di 68 milioni di euro; 54 milioni andranno inve-
ce per le attrezzature scientifiche e 112 milioni di euro
per i contratti dei 520 nuovi ricercatori. Gli ambiti in cui i
laboratori operano, definiti in termini di "piattaforme tec-
nologiche", sono: l'alta tecnologia meccanica e i nuovi
materiali, l'agroalimentare, le costruzioni, le scienze della
vita, l'energia e l'ambiente, le ICT e il design. Il coordina-
mento della Rete sarà realizzato da Aster, società consor-
tile attivata in questi anni da Regione, Università ed Enti
di ricerca e avrà un "Hub" nel tecnopolo bolognese che
sarà realizzato nell'ex stabilimento della Bat British
American Tabacco, noto come Manifattura Tabacchi. A
seguito della dismissione di molte attività e del ridimen-
sionamento produttivo, infatti, e con l'acquisizione dell'a-
rea da parte della Regione, in questo enorme complesso
di circa 100 mila metri quadrati sorgerà un grande
Tecnopolo che, oltre ad ospitare un numero consistente
di laboratori di ricerca promossi dall'Università di
Bologna, dall'Enea, dall'Istituto Ortopedico Rizzoli, a cui si
aggiungono quelli proposti da importanti organizzazioni
economiche, ospiterà anche funzioni di servizio per tutta
la Rete regionale.
Tutti i numeri dei Tecnopoli
10 Tecnopoli
160.000 mq di aree riqualificate totali
6 università e 4 enti di ricerca
46 laboratori di ricerca industriale e 7 centri per l'innovazione
1.800 ricercatori, di cui 520 nuovi giovani ricercatori
investimento complessivo: 234 milioni ¤ di cui:
- contributo regionale: 130 milioni ¤
- contributo delle università e degli enti di ricerca: 90 milioni ¤
- contributo degli enti locali: 14 milioni ¤
investimento in infrastrutture: 68 milioni ¤
investimento in attrezzature scientifiche: 54 milioni ¤
investimento in nuovi contratti di ricerca per giovani
ricercatori: 112 milioni ¤
Il Cibo, gli acquisti, gli sprechi
Ogni italiano butta via, ogni anno, 27 chi-
logrammi di cibo. I dati forniti sono preoc-
cupanti, soprattutto in un periodo di crisi
come quello attuale. Ciò accade principal-
mente perché i consumatori fanno spesso
troppi acquisti generici che aumentano
quando essi sono legati ad "offerte specia-
li". Del pane per i tramezzini si butta la
crosta perché non è "bella"; sono circa 4
fette per ogni pagnotta, più o meno il 17
per cento di ogni forma. L'insalata, invece,
si preferisce tonda e senza tracce di terra
e se il 10 per cento di un lotto di 700 ce-
spi non rispetta i requisiti, l'intero carico
viene respinto. La catena del cibo perduto
ha origini lontane e va dal produttore, al
distributore, al consumatore. Se gli italia-
ni, ogni anno, buttano in media 27 chili di
cibo a testa, gli americani sprecano quasi
la metà degli alimenti che comprano. Una
quantità enorme di cibo buttato via anco-
ra commestibile, che crea anche problemi
e inquinamento all'ambiente. Basti pensa-
re che per produrre 187 tonnellate di lat-
ticini, quantità buttata via nel 2008 dalle
famiglie britanniche, sono state emesse
640 mila tonnellate di Co2 e impiegati 74
mila ettari di terra!
Cibo e Salute: consumare meno carne
fa bene anche al pianeta
Da uno studio, pubblicato su "The Lan-
cet", emerge che ridurre la quantità di car-
ne (in particolare di carne rossa - bovina,
ovina e suina -, di carne insaccata e con-
servata, ndr) della nostra alimentazione fa
abbassare il rischio di malattie cardiache e
contribuirebbe a ridurre l'inquinamento
del nostro pianeta. La riduzione dei con-
sumi del 30% produrrebbe già dei benefi-
ci sia per la nostra salute che per quella
del pianeta. Si potrebbe ottenere una di-
minuzione di anidride carbonica e, di con-
seguenza, una riduzione dei cambiamenti
climatici. Gli esperti Fao hanno già sotto-
lineato come il 18% delle emissioni di gas
provengano dalla produzione di carne e
che in futuro, a causa della crescita della
domanda dei paesi in via di sviluppo, que-
ste emissioni potrebbero addirittura au-
mentare dell' 85%. Lo studio ha fatto
emergere che ridurre i nostri consumi di
carne abbasserebbe del 17% il numero di
morti premature causate da malattie car-
diache.
Renata Frammartino
NEWS DAL PIANETA CIBO


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