Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 5 del 2006

L'altra metà


Foto: L'altra metà
PAGINA 23

Testi pagina 23

noidonne maggio 2006 23
Finanza: conoscere per capire
le domande delle lettrici
Si è parlato per tutta la campagna elettorale di renditefinanziarie e di come tassarle. Ma ci potete spiegare in
parole semplici che cosa sono le rendite finanziarie?
Federica e Giovanni - Camogli (GE)
In attesa di conoscere l'orientamento che il nuovo governo
italiano imprimerà agli interventi in materia fiscale, avete
ragione a voler almeno capire che cosa si intende veramente
con il termine "rendite finanziarie", anche se non sarà facile
semplificare il concetto.
Non si tratta solo degli interessi prodotti da BOT e CCT,
che sono posseduti da circa il 14% degli italiani e costitui-
scono la parte più conosciuta del fenomeno, ma ci si riferisce
soprattutto ai proventi di numerosissime altre attività finan-
ziarie che spesso fino ad oggi non sono state ben regolamen-
tate e hanno permesso di aggirare le normative fiscali gene-
rali. Solo pochi anni fa, ai tempi del ministro Visco, si era cer-
cato di definire per lo meno due categorie di rendite:
1) i "redditi di capitale", ovvero gli interessi o corrispettivi,
gli utili e i proventi derivati dall'impiego di un capitale (tipi-
camente, i dividendi azionari).
2) i "guadagni di capitale", ovvero le plusvalenze derivan-
ti da atti di negoziazione, da rimborso di titoli, nonché i pro-
venti aleatori.
Quindi i redditi di capitale sono costituiti dai proventi in
denaro o in natura che scaturiscono da rapporti che hanno
per oggetto l'impiego, a qualsiasi titolo, di denaro o di beni.
A sua volta la tipologia dei redditi di capitale può essere
sostanzialmente ricondotta a due grandi gruppi:
- i proventi derivanti dalla partecipazione in società ed
enti, come gli utili distribuiti dalle società di capitale, tra cui
SpA, srl, ecc. (dividendi) e altri utili derivanti dalla parteci-
pazione in società ed enti soggetti all'IRES.
- gli interessi e altri proventi derivanti in senso lato da pre-
stiti, investimenti in obbligazioni, titoli di Stato e titoli simi-
lari (ecco che si torna a parlare ancora di BOT e CCT, ma
come vedete sono solo una piccola parte del fenomeno); i
proventi finanziari derivanti da contratti di mutuo, di depo-
sito di denaro, ecc.; gli interessi derivanti da qualsiasi altro
impiego di capitale o forma di credito, gli utili derivanti da
contratti di associazione in partecipazione e contratti di
cointeressenza, i proventi derivanti da alcuni tipi di gestione,
di pronti contro termine, ecc.
Parliamo ora di "guadagni di capitale". Per indicare una
plusvalenza su titoli italiani, investimenti e attività finanzia-
rie all'estero si fa ormai spesso riferimento al termine inglese
capital gain. Si ha una plusvalenza, o guadagno in conto
capitale, in occasione della vendita di un'attività finanziaria.
E' la parte del rendimento totale costituita dalla differenza
tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita. Ad esempio, se il
risparmiatore vende un titolo in borsa può realizzare un gua-
dagno in conto capitale (capital gain) quando con la vendi-
ta ottiene una somma superiore al prezzo di acquisto inizia-
le. Questa differenza è tassata in Italia e in tutti i principali
Paesi del mondo. Ma ciò dovrebbe valere anche per altre
forme di guadagno ottenuto in altri mercati, come ad esem-
pio quello immobiliare, dove grandi patrimoni passano di
mano a prezzi sempre crescenti, senza pagare alcuna tassa
sugli utili creati. Queste, ed altre simili, sono le rendite finan-
ziarie che lo Stato dovrà controllare e regolamentare.
Paolo Glaviano
Agenzia di Stampa ActionNews
www.actionnews.it redazione@noidonne.org
L'assassinio di Tommy, un crimine che "mozza il fiato" come ha affermato il Presidente della
Repubblica, Ciampi, pone ancora una volta il problema profondo ed irrisolto della violenza sui
minori che sembra stia divenendo, con sempre maggiore frequenza una scomoda compagna di viag-
gio, difficile da rimuovere dalle nostre esistenze perché, non dimentichiamolo, non è solo opera di
una banda di balordi che, in una sera di primavera, massacrano un bambino ma spesso, e quasi sempre, questo crimine avviene nell'
ambito della famiglia. L'Italia è fra i Paesi firmatari della Convenzione di New York sui diritti del Bambino, al momento non ancora
sottoscritta da Stati Uniti e Somalia, che stabilisce norme basilari per la difesa dell'infanzia ed in applicazione della quale il nostro
Paese ha emanato importanti atti normativi quale la Legge n.269 del 1998 che vieta lo sfruttamento sessuale, la pornografia ed il traf-
fico dei minori e recentemente l'importante legge sull'affido congiunto, che dovrebbe mettere fine a tanti episodi di violenza psicologica
riconoscendo il bambino come particolare soggetto di diritto. Ma le normative non sono certamente sufficienti se la società civile non
è ancora in grado di introiettare e fare propri modelli di comportamento che escludono la violenza sull'infanzia e che riconoscono il
bambino un bene prezioso, non solo a parole, per il futuro di tutta l'umanità. La violenza è qualcosa di poliedrico, a volte insidiosa-
mente sottile, e può e deve essere prevenuta proprio nelle forme più recondite (ad es. le percosse e gli insulti) che divenendo costume
minano il principio stesso di non violenza. Donne Impresa già nel 1998, in un Convegno Nazionale, ha affrontato queste problemati-
che sottolineando l'importanza di un dibattito non spettacolarizzato ma educativo che coinvolga l'intera società in un progetto in cui
il bambino sia il punto focale ed in cui i genitori possano acquisire una maggiore consapevolezza del loro ruolo e delle responsabilità
che ne derivano, nell'ottica di un percorso che renda tutti più consapevoli delle reali specificità dell'infanzia e del rispetto che tutti dob-
biamo ai bambini. Fra qualche giorno le luci si spegneranno anche su Tommy: a noi resta quello che definirei una sorta di "mandato" a
lavorare per abbattere la "stanza segreta" della violenza domestica su cui, verosimilmente, possiamo costruire la speranza di non riac-
cendere più le luci di una ribalta così angosciosa.
La stanza segreta della violenza sull’infanzia
\


©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®