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Numero 1 del 2016

L'utero è mio e....? Maternità surrogata


Foto: L'utero è mio e....? Maternità surrogata
PAGINA 45

Testi pagina 45

43Gennaio-Febbraio 2016
per necessità - si mette alla guida del furgone del consorte
per guadagnare i soldi necessari a curarlo, in una Teheran
dove il maschilismo si rivela in ogni situazione quotidiana, ma
il suo slancio di generosità
ed amore resterà incompre-
so. Altro film interessante sui
temi dell’identità culturale e
di genere è Fig fruit and the
wasps, del regista-pittore in-
diano Prakash Babu, storia
di Gowri, una documentarista
che insieme al suo camera-
man giunge in un remoto e
singolare villaggio indiano
alla ricerca di un maestro di
musica con conseguenze
inattese. Ricordiamo inoltre
due film molto diversi fra loro
ma di grande forza evocatica: Taklub, stupenda opera già pre-
sentata al Festival di Cannes e vincitrice del Premio del Pubbli-
co all’Asiatica, del noto e visionario regista filippino Brillante
Mendoza, sulle drammatiche con-
seguenze socio-esistenziali del tifo-
ne Haiyan, e Tikkun, dell’israeliano
Avishai Sivan, opera complessa e
fortemente simbolica, a partire dalla
scelta del bianco e nero, sui rapporti
padre-figlio e sulle estreme difficol-
tà di aderire all’ortodossia religiosa
(chassidica, in questo caso) per un
giovane che si affaccia al mondo. Fra
le opere documentaristiche di maggior rilievo: Silence in the
courts, di Prasanna Vithanage, dallo Sri Lanka, ove due don-
ne osano ricorrere alla giustizia contro i loro rispettivi mariti otte-
nendo l’esatto contrario; One Million Steps di Eva Stotz, sto-
ria di una danzatrice di strada che ad a Istanbul si unisce ai
dimostranti di Gezi Park; il bellissimo The Walkers, di Singing
Chen, sul rapporto intimo e vitale tra la famosa coreografa tai-
wanese Lin Lee-Chen e la sua compagnia di danza contem-
poranea; Manshin, di Park Chan-kyong, docufilm coreano (il
focus della Rassegna era sulla Corea del Sud) che racconta la
vita di una donna sciamana, indagando al contempo l’attuale
società coreana, che vive profonde ambivalenze, come quella
di barcamenarsi tra la cultura dello sciamanesimo e quella del
‘progresso’; K2 and the Invisible Footmen, opera della vul-
canica attivista e regista coreana di origini brasiliane Iara Lee
- ideatrice del network Cultures of resistance ed ospite dell’A-
siatica - che descrive il lavoro oscuro, massacrante e sfruttato
dei portatori pakistani nelle spedizioni sul K2, spostando per
una volta la prospettiva rispetto agli ‘eroici’ alpinisti scalatori
delle vette. b
CANTIAMOGLIELE
DONNE TRA LOTTA
E CANTI POPOLARI
A Carrara centinaia di persone riunite
per cantare contro la guerra
Da un episodio molto spiacevole ad una bellissima giornata di can-ti ed inni di lotta: questo è quanto accaduto in quel di Carrara, città da sempre considerata patria dell’anarchia, dove lo scorso 4
novembre l’attrice e cantante Soledad Nicolazzi - figlia di Alfonso Nico-
lazzi, tipografo di quasi tutta la stampa anarchica - durante una cerimo-
nia delle Forze Armate in Piazza Gramsci, alla quale partecipava anche
la scuola di suo figlio, non tollerando la celebrazione dei ‘giovani morti
per la patria’, ha deciso di intonare una famosa canzone della tradizione
anarchica e antimilitarista O Gorizia tu sei maledetta (che racconta il
massacro di tanti giovani ignari inviati al fronte nella Grande Guerra,
una canzone che era vietato cantare pena la morte) ma, dopo la prima
strofa, è stata sollevata da 8 militari e portata in questura per l’identifi-
cazione, una reazione che è parsa quantomeno esagerata. La replica
dei tanti cantori di musica popolare, soprattutto di quelli antimilitaristi ed
amanti della libertà, disseminati per l’Italia non ha tardato ad arrivare:
in poco più di un mese è stata organizzata per il 12 dicembre (giorno
della strage di piazza Fontana -1969 - che indirettamente costò la vita
anche all’anarchico Pinelli) una grande manifestazione di cori in Piazza
Gramsci e nelle altre piazze di Carrara, promossa dal Coro “Inni e Canti
di lotta” della Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma, diretto
da Giovanna Marini con l’aiuto di Sandra Cotronei. “Quando abbiamo
saputo quello che era successo - spiega Susanna Cerboni, del coro
“Inni e Canti”, insegnante e storica del Circolo Gianni Bosio, militante da
sempre anche nel movimento anarchico, vera promotrice e realizzatrice
della manifestazione per la sua opera di comunicazione e network fra
tutti i cori e gli artisti, le associazioni interessate, la Biblioteca Archivio
Germinal di Carrara e la stampa - abbiamo deciso di organizzare que-
sta iniziativa, principalmente per tre ragioni: perché questa canzone (O
Gorizia) non può essere censurata, perché va ricordato cosa è accadu-
to realmente durante la Grande Guerra e perché oggi più che mai, visto
il periodo storico che stiamo vivendo, bisogna cantare queste canzoni
per ricordare cosa è la guerra”. Circa due ore di pura emozione, oltre
400 persone con sciarpa rossa al collo, fra brevi interventi e canti anar-
chici e della tradizione popolare, contro la guerra ma anche per i diritti
al lavoro ed alle famose ‘8 ore’, come recita il canto delle mondine Com-
battete lavoratori cantato dal Coro del Testaccio, mentre Le Voci di Mez-
zo da Milano, hanno ricordato con grande intensità la canzone Ignoranti
senza scuole, scritta dal sindacalista Pietro Besate nel 1951 in occasio-
ne di un Congresso dell’allora settimanale ‘Noi Donne’ (una delle strofe
recita infatti: “Ma ‘noi donne’ è un gran faro/Che c’illumina il cammin/
Per noi donne è arma di progresso/È la voce di tutte noi mondin”). Gran
finale in Piazza Gramsci con O Gorizia e Stornelli d’esilio, a suggellare il
valore della libertà di espressione e la forza della non-violenza: “Nostra
patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà ed un pensiero ribelle in
cor ci sta”. Oltre al coro Inni e Canti di Lotta di Testaccio, sono intervenu-
ti: Le Voci di Mezzo di Milano, il Coro Seduto di Genova, il Coro Garibaldi
d’Assalto di Livorno, il Coro Controcanto Pisano, il De Soda Sister, il Coro
de I Malfattori di S. Arcangelo di Romagna, il Coro Novecento di Fiesole,
il Duo Peto e Leo da Piadena, i Suonatori Terra Terra, oltre ai i bravissimi
solisti Marco Rovelli e Davide Giromini da Massa, Evelin Bandelli (figlia
dell’indimenticabile Alfredo) da Pisa, Anna Barile da L’Aquila, Simona
Ugolotti da Genova, Massimo Ferrante da Napoli. Hanno aderito, oltre
a tanti Circoli, artisti ed Associazioni, il Coro Ingrato di Milano, il Coro di
Micene mentre le Voci Arcutinate di Trieste hanno organizzato nella loro
città una manifestazione antimilitarista nello stesso giorno ed ora.
E.C.
AsIATICA FILM MEDIALE,
nota manifestazione
apprezzata per
il lavoro svolto
in 16 anni, si è tenuta
grazie a sostenitori
privati
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