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Numero 1 del 2016

L'utero è mio e....? Maternità surrogata


Foto: L'utero è mio e....? Maternità surrogata
PAGINA 21

Testi pagina 21

19Gennaio-Febbraio 2016
La SiniSTra
L’eUrOPa
La tua vita politica è stata tutta nel Pci. A distanza di tan-
ti anni, anche dalla scomparsa di quel partito, ti definisci
ancora comunista? “Posso dire che non rinnego il passa-
to, e non me ne pento”. C’è una grande confusione, oggi.
Secondo te cosa è ancora di sinistra? “Sono convinta che
ci sono alcune questioni che rimangono permanenti: cer-
care di ridurre le disuguaglianze sociali; offrire condizioni
di vita sopportabili alla parte più povera della popolazione;
affrontare il problema dell’integrazione degli immigrati; cre-
are le condizioni per l’ingresso dei giovani al lavoro. Queste
rimangono questioni fondamentali per le quali una forza di
sinistra si deve battere, con una prospettiva di cambiamen-
to dell’assetto sociale per liberarlo dal dominio delle grandi
concentrazioni finanziarie e multinazionali. Non si può ne-
gare, però, che la sinistra ha delle grandi contraddizioni e
non è riuscita a trovare soluzioni o ad analizzare problemi
che la globalizzazione ha reso più acuti e ha presentato in
modo nuovo. Intanto questa sinistra dovrebbe essere unita
quantomeno a livello europeo. E poi ci vorrebbe un’Europa
che invece non c’è. In un mondo in cui sono presenti gran-
di potenze come USA, Russia o Cina, il fatto che l’Europa
non sia una potenza politica è gravissimo, ed è remota la
possibilità che lo diventi. Anche perché in tanti paesi pre-
valgono le forze di destra e le divisioni nella sinistra, l’area
della socialdemocrazia è ormai debolissima. Sono grandi
questioni che non hanno risposte, purtroppo”. ?
tà e dalla dignità dell’altro. Chi vende pezzi del suo corpo
non può dirsi libero anche se non gli viene imposto”. Ma
perché a suo parere si è aperta una polemica così aspra
tra femministe, tra donne che hanno fatto percorsi di rifles-
sione e lotte simili?
“Sui movimenti delle donne, oggi, (o, meglio, sui gruppi di
donne, presenti soprattutto in modo virtuale, sulla rete) le
considerazioni che si possono fare sono tristi. Viviamo in un
mondo contrassegnato dalla forza dei media e per esistere
devi far parlare di te. D’altro canto la tendenza alla perso-
nalizzazione individuale - tipica anche delle forze politiche
che ormai sono tutte espressione di una persona o al più di
una corrente - ha contagiato anche le donne. I movimenti, o
almeno una parte, si sono adeguati a questo meccanismo
perverso che intreccia da un lato la pervasività della comu-
nicazione e dall’altro una politica individualista. In questo
modo le donne cercano di ottenere visibilità”. Ma la visibilità
non ha nulla a che vedere con l’ottenimento di risultati con-
creti: le battaglie delle donne in anni passati hanno ottenuto
leggi e hanno inciso concretamente nella società italiana.
Marisa Rodano, nell’Udi e nel Partito Comunista Italiano, è
stata alla testa di grandi battaglie che riguardavano milioni
di donne. Oggi sono tante le associazioni di donne, che
hanno anche molta visibilità, ma non c’è una mobilitazio-
ne diffusa sui temi del lavoro, sulla mancanza dei servizi
sociali, sull’età della pensione. Come lo spiega? “Penso
che una delle spiegazioni sia riconducibile al femminismo
che, se ha profondamente mutato la coscienza di sé delle
donne e la loro libertà, ha portato, almeno in una parte del
movimento, al rifiuto della politica e delle istituzioni e addi-
rittura delle elezioni; qualcuna ha teorizzato persino il non
voto. Questa visione ha avuto la conseguenza di ridurre il
problema della emancipazione e liberazione femminile ad
un fatto individuale o a due, con l’altro sesso o con lo stes-
so sesso. Si è perso di vista il rapporto con i problemi. Si
è così perduto un patrimonio di consapevolezza della lotta
collettiva: ‘insieme si lavora, si lotta e si vince’”.
Però abbiamo tante donne ai vertici, in Italia e non solo,
che ci sono arrivate senza dirsi o sentirsi femministe o
figlie di quei movimenti. “Il femminile lo costruisci giorno
per giorno, nelle singole circostanze. Non si può stilare
un vademecum. Per esempio ho apprezzato l’intervento
della ministra Maria Elena Boschi quando si è discussa
la mozione di sfiducia nei suoi confronti alla Camera dei
Deputati; penso che solo una donna poteva farlo con que-
gli argomenti, non si è buttata sul politichese e ha fatto la
cosa giusta anche sul piano politico. È la conferma che se
le donne introiettano il modello maschile e si comportano
da uomini, abbiamo perso tutte”.
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