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Numero 1 del 2016

L'utero è mio e....? Maternità surrogata


Foto: L'utero è mio e....? Maternità surrogata
PAGINA 42

Testi pagina 42

40 Gennaio-Febbraio 2016
M
addalena Crippa è una delle attrici italiane
più eclettiche e interessanti. Per quello che
riguarda la scena teatrale è tra le più note a
livello europeo, interprete di testi importanti e
impegnativi, come l’ultimo “Der Park” di Boto
Strauss, per la regia di Peter Stein, ispirato a “Sogno di una
notte di mezza estate” in chiave contemporanea, ricco di ri-
ferimenti all’attualità, presentato al Teatro Argentina di Roma
e al Piccolo di Milano. Cinema, tv, concerti nel percorso arti-
stico dell’attrice, formatasi alla scuola di Giorgio Strehler, con
il quale ha debuttato recitando nel “Campiello” a soli 17 anni,
affiancando grandi nomi come Didi Perego, Achille Millo, Pa-
mela Villoresi, Ferruccio Soleri, Edda Valente. La incontriamo
durane la tournèe di “Der Park”.
Quando hai capito che avresti
voluto fare l’attrice?
Se sono attrice lo devo a mio padre: lui amava il teatro,
avrebbe voluto recitare, ma nella vita ha fatto il commer-
ciante per mantenere cinque figli. Ho avuto una specie di
“folgorazione sulla via di Damasco” a dodici anni. Eravamo
in oratorio, c’era anche mio fratello Giovanni. Mio padre
come regista aveva organizzato uno spettacolo molto sem-
plice: delle poesie che dovevamo recitare. Ero emoziona-
tissima, ricordo che presi una “papera”, ma capii che reci-
tare era quello che avrei voluto fare nella vita. Il teatro mi
era sembrato un luogo magico, dell’emozione e della liber-
tà. Ancora oggi per me il teatro è l’unica dimensione in cui
l’uomo è veramente libero e può permettersi di mantenere
intatta la propria umanità. E’ il luogo dell’emozione perché
è fatto da gente viva, per i vivi. È il luogo della comunica-
zione e condivisione per eccellenza, sviluppa il pensiero
critico, e la salvezza dell’uomo passa attraverso il confronto
e il ragionamento.
Pur avendo interpretato film e fiction
di successo, a teatro ti senti più realizzata
come artista?
Io sono un animale da palcoscenico. Il teatro è quello che dà
più soddisfazione in tal senso. Al cinema non mi hanno mai
offerto ruoli interessanti, forse perché non ho le fisique, non
buco lo schermo, ma questo accade soprattutto in Italia.
Rispetto all’Europa e agli Usa, trovi che
le donne siano più penalizzate in Italia,
sia in termini di ruoli offerti, sia in riferimento
all’età che all’avvenenza?
Al cinema più che a teatro c’è questa discriminazione, il teatro
è un luogo diverso, dove contano doti che superano l’appa-
renza, per fortuna. Certo la presenza delle donne anche qui
però fa la differenza. In Italia ci sono poche drammaturghe,
poche registe e ancor meno donne direttore artistico. Anche
in questo settore le donne non hanno un gran potere decisio-
nale; anche qui, come nelle istituzioni e nelle grandi aziende,
c’è il famoso “soffitto di cristallo” che non si riesce a superare.
All’estero gli spettacoli rimangono
in cartellone più a lungo rispetto a noi.
Cosa ne pensi?
Il teatro dovrebbe essere abitato dagli attori, non dagli impie-
gati. Qui il teatro ha la funzione di un’affittacamere. All’estero
ci sono compagnie stabili che contano anche più di cento
MAddAlEnA CRIPPA,
“animale da palcoscenico”,
denuncia le discriminazioni
nel mondo dello spettacolo
TEMPI
dA MEdIOEVO
MA l’ARTE
E Il TEATRO
POTREBBERO
SAlVARCI
di Alma Daddario
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