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Numero 6 del 2015

Cibo ribelle - Speciale donne arabe


Foto: Cibo ribelle - Speciale donne arabe
PAGINA 34

Testi pagina 34

32 Giugno 2015
SP
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QUANDO
IN EGITTO
TORNA
IL VELO
INTEGRALE
di Daniele Scalea
un’invoLuzione e un cambio di rotta
che non riguarda soLo iL nordafrica
ma che interessa anche L’occidente
L’Egitto è stato pioniere nel movimento fem-minista nordafricano. Le donne egiziane sono state le prime a entrare in parlamento o a ricevere istruzione. Molto si deve a Hoda
Sha’rawi, autentica figura di rottura. Nasce infatti come
epitome del vecchio regime: figlia di una schiava cresce
semi-illetterata in un harem e data in sposa a un cugino
all’età di tredici anni. Influenzata dalla cultura francese e
dall’attività politica del marito, si impegna però nel movi-
mento nazional-liberale egiziano, esaltando il ruolo fem-
minile nella nuova società panarabista. All’infrangersi del
sogno panarabo, i contraccolpi sono piovuti anche sul
femminismo locale, con la diffusione di correnti meno di-
sposte ad accoglierlo. Negli anni ‘70 tanti lavoratori egi-
ziani si trasferiscono temporaneamente in Arabia Saudita.
Quando ritornano in patria, portano con sé la sensibilità
e gli usi wahhabiti. In Egitto ricompare il velo integrale.
Quest’involuzione non è certo limitabile al solo Egitto. Nu-
merosi sono i ricordi, ad esempio, della Libia dei primi anni
‘70, dove almeno a Tripoli era raro trovare una donna ve-
lata. Oggi difficilmente se ne troverebbe una senza velo.
Le donne nordafricane pagano, in maniera certo più dura
e invalidante, un cambio di rotta che interessa però anche
l’Occidente. Se l’Europa procede sulla strada del laicismo
mentre gli USA hanno vissuto un risveglio religioso, nell’una
come negli altri è oggi più difficile - per quanto può valere
l’esempio - vedere un topless in spiaggia di quanto lo fos-
se trenta o quarant’anni fa. Iniziative come le “quote rosa”
confermano la tendenza a vedere nelle donne una parte
debole della società (perché solo ciò che è debole ha bi-
sogno di tutela). Il femminismo ha puntato su una masco-
linizzazione della donna, in ciò rivelando un pur inconscio
complesso di inferiorità verso l’uomo. In ultimo, il femmini-
smo è stato recentemente “superato a sinistra” dalla “teoria
del genere”, che in parte si coniuga con esso, ma nell’es-
senza lo nega: perché se non esiste il genere femminile,
non ci sono più femmine che il femminismo debba tute-
lare, emancipare, parificare all’uomo nella società. Esiste
solo l’individuo con la sua particolare e irripetibile identità.
Si tratta di un processo mondiale sfavorevole al ruolo della
donna nella società, che interessa anche ma non esclusi-
vamente il Nordafrica.
Daniele Scalea
università La sapienza. direttore generale dell’isag (istituto
di alti studi in geopolitica e scienze ausiliarie), condirettore
della rivista scientifica “geopolitica”. saggista. ha un blog
sull’huffinghton post.
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