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Numero 8 del 2016

Felicità, parliamone


Foto: Felicità, parliamone
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Testi pagina 27

25Luglio-Agosto 2016
suolo, in collaborazione anche
con la ricerca universitaria.
Anna Kauber, studiosa di pa-
esaggio agrario, ha aperto la
seconda sessione, ‘Ricamia-
mo Paesaggi’, delineando la
relazione tra la loro bellezza,
il benessere umano e l’ele-
vatezza del lavoro silenzioso
che gli agricoltori italiani hanno svolto nei secoli. L’architetta e
agricoltrice Paola Deriu (Presidente Donne in Campo Lecce,
Masseria Copertino, Vernole/Le) e Donatella Manetti  (Presi-
dente Donne in Campo Marche, Podere Poggio alle Querce,
Offagna/An) hanno spiegato il senso dell’impegno per il rispet-
to degli elementi architettonici tradizionali
e la varietà biodiversa vegetale nelle loro
aziende.
Ha affi dato al pensiero ‘alto’ la sua rifl es-
sione Natascia Mattucci, professoressa
di Filosofi a politica all’università di Mace-
rata, aprendo la terza sessione: “Ram-
mendiamo tessuti sociali, Intessiamo
comunità rurali. “Coltivare la capacità
immaginativa per saper rappresentare e
richiamare la memoria dei luoghi (storica
e agricola), saperla attualizzare nella di-
mensione presente e proiettarla nel futuro. È questo il processo
femminile messo in atto dalle agricoltrici quando, così come
rileva l’Associazione Donne in Campo, si impegnano nella ri-
vitalizzazione di zone rurali abbandonate. Quella del recupero
e sviluppo di zone rurali rappresenta il sentiero da percorrere
nel futuro”. Della ricchezza che alimenta la solitudine ha parla-
to Lorraine Flynn (Azienda Casa Santini, Orsigna/Pt), irlande-
se che si è trasferita nelle verdi valli del pistoiese per dedicarsi
alla pastorizia e al recupero della lavorazione tradizionale dei
formaggi locali restituendo nuova vita all’economia di luoghi
che rischiavano lo spopolamento. Mentre Laura Bargione di
Palermo ha descritto l’attività di recupero della produzione di
olive da olio e di uva da vino con caratteristiche organolettiche
di alta gamma e ha illustrato l’impegno nel sociale accanto a
giovani e adulti con diversi tipi di disagio. Il Presidente nazio-
nale della Cia Dino Scanavino ha portato il saluto della Con-
federazione sottolineando come la visione delle agricoltrici “sia
feconda per tutto il settore e indichi una via importante, perché
le donne sono un’enorme risorsa per il settore e uno dei driver
vincenti per lo sviluppo, la tenuta e la crescita del Paese”. La
mattinata si è conclusa, oltre che con la visita all’Orto botani-
co, con le meraviglie gastronomiche dell’Agricatering Donne in
Campo Teramo di Anna Maria Di Furia. ?
di Cristina Melchiorri
STRATEGIE
PRIVATE
Ho trenta anni e da qualche mese sono a capo di
un gruppo di lavoro di altri nove sviluppatori di so-
luzioni web, in una agenzia di comunicazione e di
web marketing a Milano. Spesso mi trovo a prendere
decisioni che riguardano il team, dalla pianifi cazio-
ne delle attività ai contenuti delle soluzioni. Ma ho
sempre paura di sbagliare, cerco di essere raziona-
le e di affi darmi alla maggioranza delle opinioni del
gruppo. Ma questa mia insicurezza si percepisce e
qualcuno ci gioca, compreso il mio capo…
Maria Rita Anceschi (Lodi)
Cara Maria Rita, hai mai affi ttato o comprato una casa
che ti piaceva moltissimo e quando sei entrata hai sco-
perto che tutti gli infi ssi erano da rifare? Sicuramente
questo problema era visibile anche prima della fi rma
del contratto. Semplicemente, hai preferito non vederlo.
Decidere dovrebbe signifi care compiere scelte sensate
e razionali. E tutti noi siamo portati a considerarci razio-
nali. Ma quando prendiamo una decisione siamo anche
irrazionali. Oltre all’emotività specifi ca altri fattori condi-
zionano le nostre scelte. Ad esempio: le fi gure autorita-
rie possono minare le capacità decisionali delle perso-
ne. Certi piloti in seconda sono stati incapaci di opporsi
ad una decisione del primo pilota, che poi si è rivelata
fatale. Oppure pensa ai tifosi di calcio, dove l’apparte-
nenza ad un gruppo deresponsabilizza i singoli , che
compiono atti di teppismo che da soli non farebbero
mai. Il “complesso del gregge”, cioè il nostro desiderio
“naturale” di non essere diversi dagli altri, tende a farci
pensare che la decisione giusta sia quella condivisa da
tutti, anche quando è vero l’esatto contrario. E che dire
dell’”Effetto Concorde”? I produttori del Concorde, le
due compagnie aeree di Francia e Inghilterra, avevano
investito in denaro e in immagine moltissimo. Il costo
di produzione di un Concorde era passato dagli iniziali
6 milioni di Franchi, alla fi ne degli anni ‘70, ai 30 milio-
ni alla fi ne degli anni ’80. Hanno tuttavia continuato a
tenere in vita l’aereo, pur perdendo denaro per gli alti
consumi e costi di manutenzione, per non abbandonare
il progetto. Alla fi ne, dopo l’incidente del 2000, in cui
morirono tutti i 100 passeggeri, ritirarono il velivolo. In al-
tre parole, quando prendiamo una decisione tendiamo
inconsciamente a rimuovere gli aspetti critici e a con-
centrarci sui dati che sostengono la nostra idea iniziale.
Quindi? Quando sei ragionevolmente sicura di una so-
luzione, esprimi con chiarezza quello che deve essere
fatto, da chi e in che tempi. Spesso un progetto fallisce
perché le persone coinvolte non capiscono cosa ci si
aspetta da loro. Consulta il team, ma poi decidi tu. As-
sumi la responsabilità dei buoni risultati e degli errori.
Tutti ti rispetteranno.
IL COMPLESSO
DEL GREGGE
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