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Numero 8 del 2016

Felicità, parliamone


Foto: Felicità, parliamone
PAGINA 11

Testi pagina 11

9Luglio-Agosto 2016
Il fi lo verde
di Barbara Bruni
GLI ECOSHOPPER ILLEGALI
Secondo Legambiente, la metà dei sacchetti e delle
buste in circolazione sono illegali. La Guardia di
Finanza ha già sequestrato in Calabria e in Sicilia
oltre 200mila shopper non in regola, denunciando
all’Autorità giudiziaria 38 persone per frode
commerciale e concorso nel reato. Si tratterebbe
di un giro d’affari considerevole, che ruba fatturato
all’economia sana. Una fi liera nera che sottrae risorse
all’erario, danneggia l’ambiente, i cittadini e chi
produce correttamente bioplastiche compostabili.
Secondo le stime di Legambiente,se la metà delle
ecobuste in circolazione fossero veramente false,
si parlerebbe di un volume pari a circa 40mila
tonnellate di plastica immessa nuovamente sul
mercato degli shopper, di una perdita di 160 milioni
di euro per la fi liera legale degli shopper bio, a cui
si aggiungerebbero i 50 milioni di aggravio per lo
smaltimento dei rifi uti, senza considerare i danni a
mare ed ambiente.
EFFICIENZA ENERGETICA NEI MUSEI ITALIANI
Siglato l’accordo tra Enea e Ministero dei Beni culturali
e turismo per tagliare la bolletta energetica degli oltre
5 mila luoghi della cultura italiani tra musei, palazzi
storici e aree archeologiche. Grazie all’installazione
di lampade a Led e all’impiego di tecnologie di
“smart lighting”, in tre anni si abbatteranno del 30%
i consumi per la climatizzazione e fi no al 40% quelli
dell’illuminazione.
API DEL CAPO: SI RIPRODUCONO
SENZA IL MASCHIO
Le api del Capo, una particolare popolazione
isolata che vive in Sudafrica, si sono evolute e per
sopravvivere sono riuscite a riprodursi anche senza la
presenza maschile. Normalmente l’ape regina produce
nuova prole deponendo uova fecondate dai fuchi,
ma le api del Capo hanno sviluppato una strategia
riproduttiva che fa a meno della parte maschile:
le api operaie depongono uova femminili, senza
che siano fecondate, dando vita a nuove operaie.
Queste api riescono poi a parassitare nidi di altre api,
arrivando anche a sostituire la regina delle famiglie
invase. Gli scienziati hanno riscontrato differenze in
diversi geni di queste api che possono spiegare sia la
produzione di uova femminili, sia il comportamento di
parassitismo sociale.

SOLAR VOYAGER
Dopo l’aereo a energia solare che tenta il giro del
mondo, adesso c’è Solar Voyager, una barca che
– sempre con la sola energia del sole - cerca di
attraversare l’Oceano Atlantico. Si tratta di un battello
senza persone a bordo, con uno scafo in alluminio
– lungo 4 metri e largo 4 - di 250 kg. Salpato
da una località vicina a Boston, il Solar Voyager,
telecomandato in remoto, cercherà di raggiungere
Lisbona in quattro mesi. La posizione della barca può
essere seguita in diretta su www.solar-voyager.com e
sugli account Facebook e Twitter.
si è dato pace scoprendo che la pro-
stata è una castagnetta posta vicino
alla vescica e che, se si ingrossa, ren-
de urgente il bisogno di fare la pipì. Ma
non stata soltanto l’osservazione ine-
dita dei cadaveri aperti visti da vicino
che mi ha entusiasmato, e neppure
la descrizione del geniale metodo di
“plastinazione” dei morti (una sorta
di imbalsamazione moderna), bensì il
senso filosofico della visione dei vivi
che guardano i morti facendo loro
compagnia. Quei corpi a strisce bian-
che e rossastre, spogliati della pelle,
messi in pose vive e plastiche (la con-
centrazione del pensatore davanti
agli scacchi con il mento appoggiato
alle mani, la realisticità dell’acrobazia
della coppia di pattinatori, la bellezza
fiera della coppia cristallizzata eppu-
re così vitale dei Titanic, con lei con
i piedi piantati sulle cosce di lui e le
braccia spalancate) mi hanno tolto il
senso di pudore e quasi di vergogna
dello spiare un corpo senza vita. Ero lì
apposta per vederli, guardarli, osser-
varli, e giudicarli. C’era un’altra sor-
presa: la stanza della maternità, cui
poteva acceder solo chi se la sentiva.
Immaginate il mio stupore quando ho
visto, intorno alle piccole teche con
dentro feti di varie età, dai più piccoli
meno inquietanti fino a quelli coper-
ti di finissima peluria che erano quasi
dei neonati, alcuni vitalissimi bambini
affettuosi e per nulla intimiditi dal-
la morte, che scrutavano il sesso dei
feti, e commentavano con frasi infan-
tili il concetto dell’aborto volontario,
mentre le madri, con sorrisi un po’ im-
barazzati, cercavano quasi scusandosi
l’ indulgenza nel mio sguardo che per
caso ascoltavo l’allegria delle nuove
vite vicino a bambini mai nati…Se tut-
to ciò può apparire irriverente, io so
bene che quei cadaveri (e le madri dei
feti) avevano dato, da vivi, il loro pla-
cet a quel trattamento immortalizzan-
te, senza condizioni: un vero consen-
so informato responsabile. Credo che
loro, come me , forse temessero la
freddezza della bara e della sepoltu-
ra oppure l’incandescenza della cre-
mazione: hanno scelto liberamente di
restare alla luce, all’aperto, in compa-
gnia dei vivi e di altri morti. Forse ave-
vano fame di infi nito, sete di immor-
talità, claustrofobia e ..vanità. Come
li capisco! Tanto io sono stata e sono
donna per nulla vanitosa da viva (anzi,
talvolta quasi sciatta!) quanto vorrei
recuperare apparenza da morta. De-
sidero farmi guardare, osservare, per-
fino ammirare nuda senza pelle, libera
dai batteri e dalla putrefazione (sono
ossessionata dalla decomposizione
come il regista Peter Greenaway ne
“Lo zoo di Venere”), eternamente (o
quasi) intatta, curata, accudita, amo-
revolmente trasferita di città in città,
per la curiosità (o per il superamen-
to della paura) di chi mi starà accanto
per un tempo breve ma intenso, con
la voglia di carpire i segreti della mia
vivace immobilità.
*Biologa del Dipartimento
di Medicina Sperimentale
dell’Università di Genova
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