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Numero 8 del 2016

Felicità, parliamone


Foto: Felicità, parliamone
PAGINA 21

Testi pagina 21

19Luglio-Agosto 2016
Nuovi paradigmi ci sono, nelle teorie e nelle pratiche di mol-
te donne. Geneviève Vaughan, semiologa e teorica dell’e-
conomia del dono, riprende il concetto di “valore” restituen-
do ad esso un significato non mercificato: la cura costruisce
un valore reciproco nelle relazioni, e questo si trasforma in
autostima, benessere e capacità di dare a sua volta.
Un ulteriore approfondimento, a partire da queste teorie,
viene dagli studi di Daniela Degan, che matura una visio-
ne radicata nel passato e nel presente e presagisce future
felicità possibili: “Studi neurologici hanno dimostrato che è
il legame umano, anziché il vantaggio economico o l’idea
di vincere, che procura il massimo piacere (il cervello si
accende). Questo, secondo gli studiosi, sta ad indicare
che siamo geneticamente predisposti dall’evoluzione alla
reciprocità e alla mutua cura quale efficace strategia di so-
pravvivenza. Quando questo non si verifica? Sempre le neu-
roscienze hanno verificato che gravi o croniche condizioni
di stress inibiscono la nostra capacità di provare empatia
e di avere la possibilità di scegliere alternative ragionate e
più consapevoli. Come documentato dalla neuroscienziata
Debra Niehoff, la neurochimica dello stress rende più diffi-
cile avere consapevolezza degli altri o perfino di se stesse/i.
Questo perché si spende una grande quantità di energia
per avvertire minore dolore e “l’empatia passa in secondo
piano rispetto al sollievo della sofferenza paralizzata da un
sistema nervoso reso insensibile dallo stress”. Stress, paure
reali o immaginarie, piccoli affronti o grande minacce por-
tano l’individuo a ricorrere alle strategie diciamo tradizionali
ovvero attacco, fuga o immobilità. Viene meno l’empatia, la
cura, la compassione. E la trasformazione rimane blocca-
ta. Usando le parole di Riane Eisler diremmo che prendere
parte a laboratori di autoproduzione, può significare agire
un “modello di partnership”, di cooperazione, contrapposto
al “modello della dominanza”, assai più diffuso nella vita di
tutti. Sperimentare ipotesi di “trasformazione culturale” in
un contesto protetto favorisce il desiderio di narrare altrove,
fuori da quanto vissuto e condiviso. Coinvolgere, contami-
nare, dimostrare, anzi mostrare, che si può, nel fare, rag-
giungere una sorta di equilibrio “gilanico” della decrescita.
[…] Autoproduzione quindi come partecipazione conviviale
nella ricerca ed elaborazione di uno spazio di decrescita:
ma quale è in breve il significato di convivialità? Ivan Illich,
partendo dal piacere e dal valore del vivere insieme, articola
la convivialità prima di tutto come una diversa forma di
organizzazione sociale e del lavoro “che consente
(…) l’autonomia di ciascun lavoratore”, intesa
come potere. Oppure “conviviale è la società
in cui prevale la possibilità per ciascuno di
usare lo strumento per realizzare le proprie
intenzioni”. Sinonimo di partecipazione,
quindi di un agire diverso, sia nella mo-
dalità di produzione della ricchezza, sia
nel controllo democratico della tecnologia.
Operando in questo senso le persone ven-
gono liberate dall’ingranaggio del mercato
globale, sottraendosi a certi meccanismi, grazie
alla loro partecipazione a forme conviviali di organiz-
zazione del fare [e non del lavoro salariato] che consentono
di migliorare la qualità del benessere di tutti. In questo modo
c’è bisogno di meno prodotti, ma contemporaneamente la
vita si alimenta di tempi più umani, non alienanti, al posto di
quelli dettati dal sistema dominante”. ?
CurIosITÀ
1776. La Dichiarazione d’Indipendenza americana sanci-
sce il Diritto alla felicità.
1974. Richard Easterlin teorizza il paradosso della felicità:
oltre un certo reddito la felicità diminuisce.
2012. L’ONU istituisce il 20 marzo la Giornata internazio-
nale della felicità.
2012. Felicità responsabile. Il consumo oltre la società dei
consumi. Roberta Paltrinieri, senza ignorare l’infelicità ge-
nerata dal consumo, indaga in un libro forme di economia
che mantengono sullo sfondo valori quali fiducia, recipro-
cità, solidarietà, equità, autenticità, sostenibilità, giustizia,
inclusione sociale.
2015. Algoritmo Twitter elabora i «cinguettii» contenenti
gioia e allegria per stilare una classifica delle città più felici.
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