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Numero 8 del 2016

Felicità, parliamone


Foto: Felicità, parliamone
PAGINA 12

Testi pagina 12

10 Luglio-Agosto 2016
STORIE DI TRATTA,
PERCORSI DI RESISTENZE
Il report della cooperatIva socIale BE FREE Informa sulla complessItà della tratta
delle mIgrantI, sulle condIzIonI neI cIe e delInea glI InterventI possIbIlI
“u
n report per fare politica”, così Oria Garga-
no, Presidente della cooperativa sociale
Be Free, ha definito “Inter/rotte. Storie di
Tratta, percorsi di Resistenze” (Casa In-
ternazionale delle donne di Roma), il rapporto sulla tratta
delle donne migranti, realizzato con il sostegno di Open
Society, e diviso in due parti, la prima che illustra l’evolver-
si della situazione e la seconda centrata su alcune consi-
derazioni relative alle politiche migratorie europee che
vengono dall’esperienza maturata dalle operatrici della
cooperativa all’interno del CIE (Centro di identificazione ed
espulsione, ndr) di Ponte Galeria. “Dietro i muri che l’Euro-
pa vuole erigere ci sono migliaia di donne, i cui diritti uma-
ni sono stati già violati nei paesi di origine. Queste persone
vedendosi respinte sono di fatti condannate a morte”. La
situazione dei migranti, come non mancano di ricordare le
cronache nazionali, è drammatica. Delle 19.932 persone
sbarcate in Italia nei primi quattro mesi dell’anno con
un aumento rispetto al 2015 (oltre 6.000 persone in
più), la maggior parte proviene dalla Nigeria. A molte di
queste persone è negato il diritto d’asilo (la percentuale
dei respinti dalle commissioni è del 62%) e di alcuni e al-
cune di loro non si sa più nulla. Spesso si perdono nei
meandri del traffico degli esseri umani che diventa sempre
più competente. La nazionalità nigeriana è quella che
emerge maggiormente anche quando si tratta di donne
migranti, anche se non mancano le storie di donne arabe
e un capitolo del rapporto è dedicato alle cinesi, curato da
Federica Festagallo - sinologa e mediatrice culturale. Di
alcune questioni particolarmente rilevanti sollevate nel re-
port ne abbiamo parlato con Francesca De Masi, dal
2008 la referente del gruppo di Be Free che lavora a Ponte
Galeria. e con l’avvocata Carla Quinto, che ha spiegato
come il fenomeno della tratta stia assumendo caratteristi-
che e contorni nuovi. “Negli ultimi anni è cambiato il ruolo
della Nigeria, che precedentemente aveva un ruolo chiave
nell’organizzazione criminale e che si occupava di in tutte
le fasi della tratta: reclutamento nel paese di origine, tra-
sferimento nei paesi di transito e sfruttamento nel paese di
destinazione. Parlando con le ragazze sono venuti fuori
nuovi elementi. Adesso abbiamo potuto capire come l’or-
ganizzazione criminale si è adattata per aggirare la situa-
zione politico-sociale che sta vivendo la Libia, diventata
un perno indipendente nella fase del trasferimento delle
ragazze. Si realizza quindi al confine con il Niger uno
scambio tra l’organizzazione criminale e le bande armate
di miliziani che comprano le ragazze. L’organizzazione cri-
minale comincia a lucrare dopo averle già sfruttate ses-
sualmente, mentre i miliziani le portano nei ghetti, luoghi
che nelle precedenti testimonianze non comparivano. Il
ghetto ha invece un ruolo chiave nel traffico delle nigeria-
ne, perché sono luoghi chiusi e controllati, dove le donne
aspettano e vengono re-intercettate dall’organizzazione
nigeriana che le ha perse al confine con la Libia e le riac-
quista con una chiamata che la Madame fa direttamente
dall’Italia. L’organizzazione nigeriana, non potendo con-
trollare tutte le fasi del viaggio, ha studiato il meccanismo
di cessione di donne, spostandone grandi numeri e que-
sto spiega gli arrivi di massa in Italia. Ne spostano tante
di Silvia Vaccaro
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