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Numero 10 del 2010

Bio diversa mente


Foto: Bio diversa mente
PAGINA 19

Testi pagina 19

17noidonne | ottobre | 2010
ACQUA. RETROMARCIA A PARIGI
chi va avanti e chi torna indietro sulla privatizzazione dei servizi idrici
di Piera Francesca Mastantuono
BIODIVERSITÀ/3
Mentre nel Bel Paese i movimenti sono alle prese coni referendum per l’acqua pubblica, la gestione dei ser-
vizi idrici torna nelle mani del Comune di Parigi. Artefice
di questa operazione è Anne Le Strat, 40 anni, assessore dal
2008 con delega alla riforma idrica. Ex
militante dei Verdi, attualmente nel
Partito socialista del sindaco Delanoe, è
una donna che segue da sempre i temi
dei diritti e dell’ecologia. La battaglia per
riportare nelle mani pubbliche la gestione
dell’acqua l’ha vista, insieme ai movi-
menti, confrontarsi con due giganti, le multinazionali Veo-
lia e Suez, ma alla fine ce l’ha fatta.
Noidonne l’ha raggiunta per farsi raccontare i passaggi fon-
damentali di questa inversione di tendenza.
Quali sono le motivazioni del ritorno alla gestione pub-
blica dell’acqua a Parigi?
Il comune ha deciso di creare un nuovo servizio pubblico
per offrire ai parigini un’acqua di migliore qualità al costo
migliore. Questa riorganiz-
zazione consiste nell’affidare
a un unico operatore pub-
blico la gestione dell’insieme
del servizio idrico, dalla pro-
duzione fino alla fatturazio-
ne, passando per la distribu-
zione. È una decisione in-
nanzitutto politica: l’acqua è
un bene pubblico, una risorsa
che deve essere controllata e
preservata attraverso una ge-
stione solidale e responsabile, totalmente libera da interessi
economici privati. Ma è anche pragmatica: la decisione del
comune illustra la logica di buona gestione, rispondente ad
obiettivi di trasparenza e di prestazione del servizio. La pri-
ma conseguenza immediata è di poter stabilizzare il prez-
zo dell’acqua, che si era alzato negli ultimi 25 anni.
Se e come cambia la qualità del servizio idrico nel pas-
saggio dalla gestione privata alla pubblica?
Creando un operatore pubblico unico, il comune ha i mez-
zi per controllare la totalità della catena delle responsabi-
lità, al fine di garantire un mi-
gliore controllo della gestione
e della qualità dell’acqua inte-
grando anche delle proble-
matiche di lungo termine,
come le preoccupazioni ambientali e patrimoniali, a volte
poco compatibili con una logica di risultati di breve termine.
È in questa logica che la totalità
delle entrate della nuova organiz-
zazione rimangono reinvestite nel
servizio; così, fin da quest’anno, c’è
stata la possibilità di finanziare
l’apertura di un grande laboratorio pubblico di ricerche e
di analisi completamente modernizzato.
L’ONU ha recentemente dichiarato l’acqua “diritto uni-
versale dell’uomo” e la battaglia per Parigi è stata vin-
ta; ma le multinazionali continuano ad avere in mano la
gestione privata delle risorse idriche in molti paesi. Lei
cosa ne pensa?
Occorre innanzitutto rallegrarsi per questo avanza-
mento notevole, che deriva da un lotta di lunga data.
Mentre oggi circa un miliardo di persone non ha ac-
cesso all’acqua potabile, questo principio fondatore
dovrà permettere che si acceleri il miglioramento della
situazione sanitaria nei paesi più svantaggiati, al di là
del carattere pubblico o privato della gestione del ser-
vizio. A titolo personale, resto convinta che solo il po-
tere pubblico possa essere garante delle sfide
democratiche e sociali associate alla gestione dell’ac-
qua, ovunque nel mondo. g
Il Referendum in Italia
Sono 1 milione e 400.000 le firme consegnate dal
Comitato Promotore dei Referendum per l’acqua
pubblica, il 19 Luglio 2010, alla Corte di Cassa-
zione per chiedere l’abrogazione delle norme
che hanno aperto le porte della gestione dell’ac-
qua ai privati. A favore dell’acqua ‘pubblica’ si
sono mobilitati numerosi cittadini promuovendo
varie iniziative.
Info: http://www.acquabenecomune.org
“Si scrive acqua si legge democrazia” questo lo
slogan dei referendari, e chissà che all’astensio-
nismo italiano, stavolta, non venga un po’ di sete!
L’Onu dichiara l’acqua diritto umano
Lo scorso mese di luglio l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha vo-
tato una mozione, promossa dal governo boliviano, per dichiarare “il diritto
all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari un diritto umano fondamen-
tale per un pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani”. Su 192 paesi,
122 hanno votato a favore e 41 si sono astenuti. Tra i paesi che hanno optato
per l’astensione Gran Bretagna, Canada, Giappone, Israele, Stati Uniti. Il
voto, anche se non giuridicamente vincolante, è stato accolto con entu-
siasmo da parte di tutti i movimenti in quanto rappresenta una spinta ad es-
tendere le campagne di difesa dell’acqua e degli altri beni comuni
dall’aggressività di governi e multinazionali.
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