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Numero 4 del 2010

Svelate


Foto: Svelate
PAGINA 28

Testi pagina 28

aprile 2010 noidonne28
La condizione delle donne in Afghani-stan non è stata sempre quella che si
è determinata nel corso degli ultimi de-
cenni. Le donne afgane hanno visto tem-
pi migliori quando erano libere di usci-
re, lavorare, frequentare la scuola, e
quando non c'erano restrizioni nel loro
modo di vestire. Come è potuto accade-
re che abbiano perso nel tempo i loro
fondamentali diritti?
Fino a due decenni fa la condizione
della donna era più vantaggiosa rispet-
to ad oggi. Il suo peggioramento è ascri-
vibile al mutamento del quadro politico
nel paese, che ha visto, dalla proclama-
zione della Repubblica islamica dell'Af-
ghanistan (1992), il sopravvento e la
presa del potere da parte dei signori del-
la guerra e del fronte dei mujaeddin, che
si è dimostrato disunito consentendo,
dal 1996 al 2001, la vittoria dei taleba-
ni, salvo che in alcuni territori setten-
trionali controllati dall'Alleanza del
Nord (AdN). I talebani hanno applica-
to al paese una versione estrema della
sharia, che impediva qualsiasi forma di
libertà e modernizzazione, e non ricono-
sceva nessun diritto alle donne. Tutta-
via, gli anni della guerra civile (1992-
1996), quelli delle atrocità (stupri di
gruppo, distruzione, carneficine, sac-
cheggi ecc.) commesse nel nome dell'Is-
lam dai partigiani della Jehad (guerra
santa islamica) non furono certo mi-
gliori. I talebani sono stati soltanto la
successiva generazione di tiranni fonda-
mentalisti.
Sino alla fine degli anni '80 le donne
hanno potuto ricoprire posti di medi-
co, insegnante e avere anche incari-
chi politici. Hanno potuto riappro-
priarsi dei loro ruoli dopo la caduta
del regime dei talebani?
Prima dell'ascesa dei talebani, le
donne afgane costituivano il 40% dei
medici di Kabul, il 70% di insegnanti di
scuola, il 60% di docenti all'università
di Kabul e il 50% di studenti universita-
ri. Con la guerra civile prima e con i ta-
lebani successivamente, i diritti delle
donne sono stati azzerati. Attualmente,
nell'Afghanistan di Karzai, è consentito
alle donne uscire da sole, lavorare, stu-
diare ecc. Tuttavia, la presenza sul terri-
torio dei signori della guerra, dei traffi-
canti d'armi e di oppio, di bande crimi-
nali e di mafiosi, e dei talebani (dove in
alcune province governano ancora),
rendono il paese insicuro. L'Afghanistan
si trova, poi, in uno stato di guerra per-
manente. Quasi tutti i giorni ci sono
guerriglie, rappresaglie o
bombardamenti da par-
te delle truppe straniere,
di cui spesso le vittime
sono dei civili. L'instabi-
lità nel paese e i suoi pe-
ricoli costanti fanno sì
che le donne tendano a
rinchiudersi dentro le
mura domestiche. Inol-
tre, la distruzione di va-
ste zone del paese ha
contribuito ad innalzare
il tasso di disoccupazio-
ne, soprattutto di quello
femminile.
E' rischioso per le donne recarsi al la-
voro o all'università?
Ovviamente, instabilità e insicurezza
si ripercuotono negativamente su di es-
se, che hanno paura di andare al lavo-
ro o all'università. Alcuni genitori sono
così angosciati che non permettono alle
proprie figlie di lasciare la casa per re-
carsi a scuola. Fenomeni di aggressioni,
violenze e stupri sono all'ordine del gior-
no, soprattutto nelle piccole città e nei
villaggi. Donne e minori sono trascinati
fuori delle proprie abitazioni e molesta-
ti sessualmente. Nelle regioni in mano ai
"taleban commanders", ai signori della
guerra o al partito islamico, la posizio-
ne della donna è molto vulnerabile. Qui
capita che donne e bambine siano vio-
lentate nelle proprie case, di solito la se-
ra o la notte, durante le incursioni ar-
mate. Accade anche che le bambine
vengano rapite lungo la strada mentre
vanno a scuola. Ci sono al riguardo
molte testimonianze documentate dal-
l'Osservatorio per i Diritti Umani
(HRW). Anche il clima che si respira
nelle città o nella capitale (Kabul) non
è certo rassicurante, tuttavia non è
paragonabile a quello
dei piccoli centri.
È nota la storia dei
crimini e delle viola-
zioni dei diritti umani
e delle donne compiu-
ti dai gruppi dell'AdN
(dopo la caduta del
regime fantoccio di
Najibullah nel 1992,
entrarono a Kabul,
rapirono migliaia tra
bambine e donne ed
imposero a quest'ulti-
me il velo) e dai si-
gnori della guerra, inclusi omicidi
per libidine, stupri e sevizie. Oggi so-
no rivali dei talebani e amici degli
americani, e ricoprono un ruolo
chiave nel governo di Karzai appog-
giato dagli USA. Ma perché gli ame-
ricani, che hanno invaso l'Afghani-
stan per portare "progresso e plurali-
smo, tolleranza e libertà" (operazio-
ne "Enduring Freedom"), considerano
i "warlords" e l'AdN come loro prin-
cipali alleati?
L'Afghanistan è il primo produttore
mondiale di oppio. L'industria del nar-
co-traffico è controllata dai signori del-
la guerra e dai cartelli del crimine. Pure
alcuni amministratori provinciali e co-
mandanti militari ricavano un conside-
revole guadagno dal traffico di eroina.
Si sa che gli USA sono coinvolti nel bu-
siness globale della droga e nel suo traf-
fico in Afghanistan. Ecco perché sono
"amici" di queste bande di criminali, che
per questo sporco giro d'affari, ma mol-
to redditizio (incassano bilioni di dolla-
Intervista a Mehmooda (prima parte)
Donne in Afghanistan:
un tunnel senza luce? Cristina Carpinelli


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