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Numero 4 del 2010

Svelate


Foto: Svelate
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Testi pagina 11

noidonne aprile 2010 11
somma non ci si può non interrogare
sulla liceità di modificazioni che saran-
no irreversibili e anche dell'assegnazio-
ne di brevetti su tali organismi, che, una
volta registrati grazie alla modifica di
anche un solo gene, garantiscono la
proprietà e quindi il profitto.
Ciò solleva questioni di giustizia
mondiale, al punto che taluni accusano
di "biopirateria" le multinazionali del-
l'agrochimica, le quali si appropriano di
un patrimonio comune, la materia vi-
vente, e ne fanno una proprietà privata
commerciabile. Appaiono evidenti le
implicazioni politiche di vasta portata
dell'acquisizione di un monopolio su ta-
lune specie vegetali/alimentari ai fini
del controllo dell'alimentazione e quindi
dell'economia mondiale.
Come si vede, l'uso delle biotecnolo-
gie pone questioni di non poco conto
non solo relativamente ai diritti umani,
ma anche ai diritti delle generazioni fu-
ture a ricevere in eredità un pianeta ido-
neo alla loro sopravvivenza, alla tutela
della biodiversità e, infine, quando si
progetta di utilizzare le altre specie vi-
venti non solo per la sperimentazione,
ma addirittura per la creazione di "par-
ti di ricambio" per gli esseri umani, an-
che alla giustizia interspecifica.
Via libera della Commissione Ue alla coltura della patata transgenica
Amflora in Europa, a renderlo noto è un comunicato made in Bruxelles che
mette un punto alla questione ormai lungamente dibattuta facendo un
passo indietro rispetto a quanto deciso nel 1998. Così la coltivazione OGM
nel vecchio continente non è più un tabù ma, al contrario, l'Unione Europea
sembra con quest'ultima decisione volerla incentivare. Il provvedimento,
però, non poteva non suscitare polemiche, soprattutto considerando le forti
e diffuse contrarietà al progetto.
Pertanto, nonostante il Vaticano si dimostri ottimista e consideri lo svi-
luppo degli organismi geneticamente modificati uno strumento per combat-
tere la fame nel mondo, questa posizione non è riuscita ad oscurare gli
argomenti di coloro che agli OGM si oppongono con vigore.
Aprire le porte dell'Europa alla patata transgenica è, secondo molti, la
conseguenza degli interessi commerciali delle multinazionali.
Inutile negare quanto il nostro
continente faccia gola ai produttori
di OGM, soprattutto considerando
che, fino a questo momento, i loro
tentativi di inserirsi in maniera rile-
vante nel mercato europeo erano
miseramente falliti. Sarà stato a
causa del rifiuto da parte dei citta-
dini, delle incertezze legate agli
effetti di questi prodotti o degli
allarmi sollevati dagli ambientalisti,
in ogni caso si era arrivati, lo scorso
anno, a ridurre del 12% le superfici
coltivate ad OGM nel continente.
Può darsi allora che questo prov-
vedimento Ue sia l'ultima spiaggia
per le multinazionali in tale ambito,
una sorta di occasione finale che
non vogliono lasciarsi scappare e
che potrebbe portarle finalmente
all'espansione rilevante in Europa
(per comprendere facilmente la por-
tata della loro conquista basti ricor-
dare che ogni anno nel mondo ven-
gono prodotti ben 322 miliardi di
chili di patate, business sicuramen-
te considerevole!). Quello che resta da chiedersi è se per noi il prezzo da
pagare sia troppo alto.
Forse allora, invece che limitarci ad osservare il superficiale vantaggio
economico delle cose, dovremmo iniziare a tollerare solo ciò che è a rischio
zero, soprattutto considerando che in gioco c'è molto più che la semplice
politica di mercato ma la nostra salute. Non è ancora chiaro infatti quali
siano gli inconvenienti dell'uso di prodotti OGM nella vita di tutti i giorni e
sono molte le preoccupazioni al riguardo. Preoccupazioni ormai poco decisi-
ve in quanto la produzione di Amflora, secondo fonti della Commissione
europea, partirà già nel 2010 nella Repubblica Ceca e in Germania, dove i
contratti tra industria e produttori sono in via di definizione. Dal 2011
dovrebbero iniziare le coltivazioni anche in Olanda e Svezia. Il quotidiano
bulgaro Novinar afferma con amara consapevolezza "Cosa significa questa
decisione dell'Ue? Che ci sarà un cambiamento nella politica dell'Unione in
materia di OGM? Che questa patata non è che l'inizio e che altri tipi di OGM
arriveranno presto in Europa? Che le lobby genetiche esercitano una pres-
sione enorme sull'Ue e che questa ha ceduto? Che accettare dei prodotti ali-
mentari geneticamente modificati è inevitabile, perché siamo tutti sulla stes-
sa barca? Chi lo sa. Ma questa decisione creerà sicuramente confusione…".
Alessandra Pennello
EUROPA: VIA LIBERA ALL'OGM


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