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Numero 4 del 2010

Svelate


Foto: Svelate
PAGINA 2

Testi pagina 2

Denunciare una gravissima violazio-ne dei diritti dei popoli indigeni del
Nordest brasiliano in atto con un mega
progetto per la trasposizione delle ac-
que del fiume São Francisco, terzo baci-
no di acqua dolce di tutto il Brasile e
principale fonte idrica di 33 popoli in-
digeni della zona. Questa la ragione del-
la visita in Italia di Edilene Bezerra Pa-
jeù, brasiliana, leader del popolo indi-
geno Trukà e professoressa indigena.
Abbiamo raccolto la sua testimonianza
a Roma, in occasione dell'incontro orga-
nizzato presso la facoltà di Scienze del-
la Comunicazione dell'università La Sa-
pienza. Lo scopo di questa enorme ope-
ra di "sviluppo" è quello di dirottare ben
il 70% delle acque a progetti di irriga-
zione di grandi estensioni a monocoltu-
ra, la cui produzione sarà poi destinata
principalmente all'esportazione. Solo un
esiguo 4% rimarrà a disposizione della
popolazione rurale. Edilene e Manoel
Uilton dos Santos, leader del popolo in-
digeno Tuxà e coordinatore generale
dell'Articolazione dei Popoli e delle Or-
ganizzazioni Indigene del Nordest, Mi-
nas Gerais e Espírito Santo (Apoinme),
sono venuti nel vecchio continente per
far ascoltare la propria denuncia agli
organismi internazionali di difesa dei
diritti umani, ai governi e alla società
civile europea. L'obiettivo era quello di
esercitare pressione sul Supremo Tribu-
nale Federale brasiliano, affinché bloc-
casse immediatamente i lavori ed esa-
minasse le azioni giuridiche pendenti,
che denunciano le numerose irregolarità
del progetto. Entrambi i leader hanno
spiegato nei dettagli il carattere distrut-
tivo dell'intervento che costringe i popo-
li indigeni a rinunciare alle acque del
fiume. Mi ha colpito molto l'intervento
di Edilene e il suo modo pacato ma di-
retto di raccontare il dramma che sta vi-
vendo il suo popolo, costretto a spostar-
si fisicamente dal proprio insediamento,
e i molteplici aspetti per cui questo pro-
getto è da condannare e respingere. "La
democrazia reale si basa sulla parteci-
pazione dei cittadini.
Noi tutti, indigeni brasiliani del
Nordest abbiamo cercato di far sentire
la nostra voce, abbiamo manifestato il
nostro dissenso e la nostra forte opposi-
zione a questo progetto che significa la
morte della nostra cultura. Le acque del
fiume São Francisco sono da sempre
considerate sacre. In esse riposano gli
spiriti ancestrali ai quali noi ci rivolgia-
mo affinché ci proteggano e guidino le
nostre vite nel rispetto della natura e del
pianeta. Se deviano il fiume, dunque,
non ci portano via soltanto le risorse
idriche fondamentali alla coltivazione
del riso - attività che vede impegnati la
maggior parte degli indigeni del popolo
Trukà - ma ci strappano la nostra me-
moria, il nostro passato, la radice cul-
turale che abbiamo conservato nei seco-
li e minacciano seriamente l'unità della
nostra comunità".
Le ho chiesto del ruolo delle donne
indigene durante la lotta in questi anni.
"Le donne sono sempre state a fianco de-
gli uomini nella battaglia contro la tra-
sposizione delle acque. Hanno contri-
buito in maniera fondamentale con la
loro determinazione alle lotte per la ter-
ra, la salute, l'educazione. Sono state
minacciate dai proprietari terrieri tanto
quanto gli uomini e alcune sono state
assassinate per farle tacere per sempre".
Ho finora tralasciato di dire che Edilene
è al sesto mese di gravidanza e questo
denota la forza e la devozione di una
leader indigena chiamata a salvare il
suo popolo dalla distruzione culturale,
capace di affrontare un viaggio inter-
continentale e un estenuante giro di
conferenze in Europa per rendere nota e
visibile la sua battaglia.
È profondamente convinta della ca-
pacità delle donne di partecipare sia nel
pubblico che nel privato tanto quanto
gli uomini. "Le donne del mio popolo so-
no sempre presenti durante le riunioni
associative, durante i meeting che fac-
ciamo, portando con sé i figli piccoli,
non dimenticando mai il ruolo di madri
e i doveri familiari, che gravano pur-
troppo quasi sempre totalmente sulle lo-
ro spalle".
In ultima battuta le ho chiesto cosa
crede che si possa fare per migliorare la
situazione delle donne del suo popolo e
del genere femminile in generale. "Le
donne sono continuamente sottoposte a
giudizi e a discriminazioni di vario tipo.
Spesso il loro operato viene considerato
sulla base di preconcetti maschilisti che
impediscono alle donne di essere davve-
ro libere nell'agire o di avere la giusta vi-
sibilità. Al contrario donne e uomini do-
vrebbero camminare insieme, vicini, e
non farsi la guerra come spesso accade.
Credo che in alcuni casi, come ad esem-
pio la lotta contro questo progetto di-
struttivo, bisogna andare aldilà dei con-
flitti di genere e combattere insieme per
il bene comune che è più importante ed
è alla base di una vita sana e giusta per
ogni essere vivente, a prescindere che sia
maschio o femmina". Dunque, anche
per il popolo Trukà, come per la mag-
gior parte dei popoli indigeni, la conser-
vazione della cultura ancestrale e delle
origini resta l'obiettivo principale delle
battaglie e un territorio comune per
donne e uomini. E anche se la missione
che Edilene e gli indigeni brasiliani si so-
no posti è difficile e tocca interessi eco-
nomici enormi, speriamo che anche que-
sta volta Davide possa vincere contro il
gigante Golia.
aprile 2010 noidonne2
Edilene Bezerra Pajeù
Silvia Vaccaro


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