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Numero 4 del 2014

Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria


Foto: Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
PAGINA 25

Testi pagina 25

23Aprile 2014
di Cristina Melchiorri
STRATEGIE
PRIVATE
Sono Angelica, lavoro in un call center e tutti mi
dicono, in famiglia e gli stessi colleghi, che non
so discutere con gli altri. Questo è un mio pro-
blema, personale e di lavoro, perché rispondo
alle lamentele dei clienti e spesso non riesco a
gestirle bene come vorrei. Nel senso che o litigo
o abbandono il campo, cioè passo la palla a qual-
che collega. Così però non funziona, perché mi
provoca tensione e frustrazione, e sono arrivata
a odiare anche la sedia e la scrivania…Solo quan-
do cucino mi rilasso e mi sento bene….
Angelica Belvederi (Cuneo)
Cara Angelica, eh sì, saper litigare è un’arte! Parti dal
principio che qualunque confl itto va risolto, che si trat-
ti di un amico o di un cliente, altrimenti la brace cova
sotto la cenere e produce danni. L’amico si allontana,
il cliente, pure…Se fuggi, o declini le responsabilità,
scansi la decisione, o la deleghi ad altri, nessuna del-
le due parti ci guadagna. Se combatti, magari attac-
cando l’altro, con lo scopo di vincere, probabilmente
commetti un errore ancora più grave. Perché se tu
vinci signifi ca che l’altro perde e vorrà rivalersi, prima
o poi. Volendo fare un passo avanti, cerca di conside-
rare il risultato migliore per entrambi, in base alle cir-
costanze, cioè punta a raggiungere un discreto com-
promesso. Spesso tuttavia nessuna delle due parti è
soddisfatta del compromesso e il confl itto resta laten-
te. E poi c’è la terza via. Cioè cerca di inventare una
nuova soluzione, fuori dagli schemi, insieme all’altro,
e questa è l’unica strada in grado di placare il confl it-
to. Ti consiglio di porti anche la domanda: questo è il
lavoro che fa per me? Se la frustrazione è frequente e
tensione e fatica sono sempre maggiori di soddisfa-
zione e piacevolezza allora cambia prospettiva. Sfo-
glia qualche annuncio di ricerca di personale di cucina
o fai un corso che ti abiliti a fare della tua passione di
cuoca il tuo lavoro futuro!
SAPER
LITIGARE
È il segnale per i suoi uomini: ‘attaccate, picchiateli, fateli a pezzi…’
Improvvisamente una donna in prima linea si muove con veemenza:
la donna, “una Crista alta, piantata”, prende il commissario mentre fi -
schia e lo colpisce. Il cappello dell’autorità, dell’uomo di potere, vola
via, vola lontano, nel fi ume….Maria, vicina, con un cartello in mano,
colpisce un poliziotto in borghese, la vedono: viene arrestata.
Si ritrova sola, in una stanzetta buia per ore. Il suo unico contatto con
l’esterno sono due teste che improvvisamente fanno capolino dalla
porta in un raggio di luce: “Ma quale è? È quella? Così piccola??!!”
Si dicono l’un l’altra. Niente altro. Per ore rimane isolata senza sapere
cosa stia succedendo fuori. Ma ecco il passaparola: “Maria è stata
arrestata, accorrete!!!” Dalle campagne dei dintorni si raduna una
folla enorme. Tutti nella piazza gridano, chiamano Maria. Dopo ore di
pressione popolare, le forze dell’ordine sono costrette a capitolare:
Maria viene liberata (verrà poi processata per direttissima ed assolta
per insuffi cienza di prove con 5 anni di condizionale). Quando torna
a rimirar la luce è il tripudio: un bagno di folla che la ringrazia, che la
incita, che la acclama!!
“Ma Maria, non hai avuto paura quando ti hanno arrestata?” Le chie-
do. “No, perché avrei dovuto?....Ero sicura che i miei compagni fuori
stavano lavorando per liberarmi!”
Che donna, che coraggio che lealtà, qualità che fanno apparire il
nostro presente impreparato, inadeguato.
La chiacchierata purtroppo, è fi nita. Torniamo in macchina verso casa
e ci sentiamo arricchite. Mi ritorna in mente l’immagine del cappello
del commissario che vola nel fi ume. È come se vedessi l’immagine al
rallentatore: un simbolo! Il cappello dei rappresentanti dell’Istituzione
- che spesso, a quei tempi, spalleggiava con leggi inique “i padroni”
a scapito dei mezzadri e del mondo contadino - vola via, spazzato
dal gesto di una donna. Mi sento tanto piccola, presa dalla mia futile
quotidianità e penso: Maria, una Donna per tutte, una Donna per me. ?


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