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Numero 4 del 2014

Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria


Foto: Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
PAGINA 44

Testi pagina 44

38 Aprile 2014
di Guendalina Di Sabatino
Il fIlone artIstIco
contemporaneo legato
alla psIchIatrIa e al dIsagIo
mentale è In mostra
nel museo d’arte Irregolare
a sospIro (cremona).
tre donne e la loro fIducIa
nella forza delle dIversItà
di Camilla Ghedini
Il sublIme,
Irregolare
fascIno
dell’altra arte
L
a maestosità dell’edificio suggerisce l’idea
dell’ordine e della precisione, che in quanto
tale non può essere arte, o comunque l’arte,
che ‘contiene’. Che è quella irregolare, quella
che ci trasmette immediatezza, spontaneità,
solitudine, urgenza creativa, dramma interiore. In una
parola, vita. A Sospiro, a pochi chilometri da Cremo-
na, nella splendida Villa Cattaneo, sintesi di architet-
tura neoclassica e decorazione, è stato inaugurato
lo scorso dicembre il Museo d’Arte Irregolare, il MAI
(che fa riferimento all’omonima Fondazione), il primo in
Italia così concepito, seppure d’ispirazione europea.
Nato dall’impegno di studiosi e professionisti, è diretto
da Bianca Tosatti, tra le prime a credere in un filone
artistico contemporaneo legato alla psichiatria e al di-
sagio mentale. Con mostre temporanee e permanen-
ti (e itineranti) “il MAI intende accogliere sia opere di
artisti presenti nelle più importanti collezioni europee
e italiane - spiega Tosatti - che produzioni contempora-
ARTE
nee di artisti ‘nuovi’, che creano nei luoghi di cura, nei
centri di riabilitazione psichiatrica e neurologica, negli
atelier ‘protetti’. Noi vogliamo valorizzare e conservare
opere multiformi e babeliche”. Con Tosatti lavora Pa-
ola Pontiggia, cui la stessa Tosatti riconosce il ruolo
da noi poco frequentato, almeno linguisticamente, di
“conduttore d’atelier”, figura invece diffusa a livello in-
ternazionale. Poi c’è la giovane Valentina Mantovani,
che si occupa della comunicazione. Quando arriviamo,
ci sono tutte e tre. Tre donne che stanno cercando di
muovere una montagna, che hanno accettato una sfi-
da d’altri tempi, che con scarse risorse economiche e
con la forza dell’esperienza e delle conoscenze - da
intendersi come relazioni umane - stanno realizzando
un programma di eventi degno di una Pinacoteca di
una capitale. Tre donne che vogliono valorizzare quanti
- si pensi a Ligabue - si esprimono al di là dei canoni
tradizionali, delle regole di mercato, delle convenzioni
accademiche, dei condizionamenti sociali, della ragio-
ne. Il MAI vuole tuttavia superare l’Art Brut o Outsider
Art, “troppo spesso percepita come di viscere, emoti-
va, legata all’infanzia”. Qui troveranno ospitalità “artisti
che creano opere di altissima qualità non per raggiun-
gere il ‘bello’, che è un ‘incidente’, ma per necessità”.


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