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Numero 4 del 2014

Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria


Foto: Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
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Testi pagina 17

15Aprile 2014
dipartimento spesso senza fondi, ma è diffi cile capire ora
come andranno avanti, penso ad esempio al piano antivio-
lenza maschile sulle donne. Lo rafforzeranno? Daranno gli
strumenti per attuarlo davvero?”
Alessandra: “Anche questo mi sembra un segnale ambi-
guo: da una parte, mi sembra agghiacciante la sparizio-
ne del Ministero, dall’altra penso che un Ministero senza
reali risorse fosse più un salva-coscienza che altro. Allora
meglio non averlo e pretendere di più, non relegando le
questioni delle tante differenze - non solo di genere e non
solo maschile/femminile - in un ‘ghetto’ istituzionale, ma fa-
cendole agire a tutti i livelli della politica e in tutti i Ministeri.
In realtà, le questioni che oggi riguardano le donne si de-
cidono in altri ambiti: parlo di condizioni materiali di vita, di
esistenza precaria, di diffi coltà ad adire a servizi sanitari,
della condizione della formazione a tutti i livelli. Parlo delle
donne migranti, del silenzio che regna sui loro drammi e su
quanto fanno per consentire all’I-
talia di non naufragare del tutto.
È su questo, e su molto altro, che
occorre intervenire.”
Simonetta: “È sparito il Ministero
delle Pari Opportunità e anche
quello dell’Immigrazione. Penso
al tema dello ius soli. Nei primi
giorni del Governo un gran par-
lare e poi? Adesso tutto tace su
questo fronte, per lasciare spazio
a quelli che sono i problemi più
urgenti, ovvero i conti economici. Eppure parlare e agire sul
fronte dei diritti è fondamentale ed è un campo in cui la po-
litica, che è l’arte del compromesso, non dovrebbe farne.”
La nuova legge elettorale è approvata alla Camera senza la
parità. Tre emendamenti «seccati» da un voto trasversale
contrario. Come valuti questo fatto? Sei favorevole o no
alle quote?
Simonetta: “Da donna credo che introdurre le quote per
l’alternanza dei generi nelle liste sia una cosa abbastanza
umiliante. D’altro canto lo ritengo un provvedimento neces-
sario perché in questo paese nessuno cede il potere e la
poltrona così facilmente, e il voto alla Camera ha rivelato
proprio questo. Per cui ben vengano le quote per poter
accelerare un cambiamento che deve essere culturale in-
nanzitutto ma che in questo paese si fa fatica ad accettare
in un altro modo che non sia quello imposto.”
Barbara: “Il 50&50 è funzionale a cambiare la cultura ma-
schilista del potere ma non basta e parlare di quote signifi -
ca accontentarsi, perché dovremmo farlo? Certo, vedere le
donne di destra più attive delle donne dello schieramento
di sinistra in questa battaglia, in maniera direi anche stru-
mentale, mi fa pensare che troppe donne anche a sinistra
hanno introiettato il modello maschile e non schiodano dal
loro piccolo posto di potere. Cosa perdevano le donne del
centro sinistra nel dare avvio ad una protesta senza inter-
ruzione, a fermare davvero i lavori dell’Aula? Bloccare del
tutto un progetto maschile voluto da un accordo fra uomini,
non tutti presentabili, sarebbe stato un gesto forte.”
Alessandra: “Non sono una fanatica delle quote o delle
misure di parità. Ma, nel contempo, lo studio della Filosofi a
- che considero tra i pochi strumenti che ancora possano
dare coordinate per uscire dall’inferno dell’homo aecono-
micus - mi suggerisce di verifi care sempre se veramente
la scelta sia solo tra due alternative e di osservare l’intera
questione da varie prospettive.
In questo episodio vedo sia ma-
schi deboli in crisi che si beano
di atteggiamenti patriarchisti che
offendono le istituzioni e i suoi
luoghi, sia femmine patriarchiste,
che si riscoprono ‘gruppo’ solo
nella difesa dei propri privilegi.
Ma già è un miglioramento, ri-
spetto all’oscenità della divisione
tra ‘donne per bene’ e ‘donne per
male’ a cui ci avevano abituato le
scorse legislature. Vedo donne
uscire dagli schemi dell’apparte-
nenza, che tentano una trasver-
salità, che, anche se in un modo
che non condivido, propongono
di sovvertire le regole del gioco.
E non è poco. Questo è solo la
punta dell’iceberg di qualcosa di
molto più profondo che si muove,
non solo in Italia. Spero che la no-
stra nuova compagine governati-
va abbia l’intelligenza di prendere coscienza di ciò e agire
di conseguenza.”


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