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Numero 4 del 2014

Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria


Foto: Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
PAGINA 19

Testi pagina 19

17Aprile 2014
Chi mi riceve negli uffici della CNA FITA, sin-
dacato che conta trentamila iscritti per circa centomila vei-
coli su strada, è una giovane donna dallo sguardo acuto e
dal piglio sincero: Cinzia Franchini, Presidente dal 2011.
“Io sono maestra elementare, ma vent’anni fa facevo l’im-
piegata qui a Modena. Un lavoro
mediocre in un ufficio banale -
racconta, mentre gli occhi le rido-
no come se stesse facendomi
uno scherzo -. Mi sono scocciata;
una piccola ditta di trasporti cer-
cava un autista che potesse an-
che dare una mano in ufficio. Mi
sono presentata, mi hanno assun-
to. Siamo nel ‘92. Il titolare, qual-
che anno dopo, è diventato mio
marito. Nel frattempo ho studiato,
mi sono informata e, ancora più
importante, ho vissuto in prima
persona tutti i problemi della pro-
fessione. Ho sentito il bisogno di
essere parte attiva per rappresentarli, mi sono avvicinata
dunque al sindacato. Sono entrata nel direttivo a Modena,
alcuni mi hanno guardato storto perché il mondo dei tra-
sporti è davvero un mondo di uomini.”
Annuisco, perché gli autocarri per il trasporto merci nel
nostro paese superano i quattro milioni mentre le donne
camionista sono circa 1800. E sbaglio, perché non sono
loro, i camionisti, ad averla discriminata. Sono i loro rappre-
sentanti che stanno in ufficio e che raramente hanno tenuto
La Presidente della CNA FITA,
uno dei maggiori sindacati
del trasporto su gomma, si racconta
Donne
Di frontiera:
cinzia
franchini
di Laura Caputo
un volante fra le mani. “Nel 2005 sono entrata nel direttivo -
continua - e nel 2009 sono diventata Presidente Provinciale.
No, non mi è bastato, due anni dopo sono stata eletta Pre-
sidente Nazionale. Perché? Semplice. Ho desiderato che
il sindacato parlasse un linguaggio diverso, più sincero e
meno inamidato. Ho detto: io non assicuro niente a nessu-
no, soltanto che farò del mio meglio. Dopo tante promesse,
ci hanno creduto: ecco perché sono qua. E ora non posso
deluderli, non basta amministrare con saggezza l’acquisito.
Il mercato è in continuo mutamento e ogni giorno bisogna
trovare nuove soluzioni che soddisfino tutti e non ledano
gli interessi di nessuno. L’ingresso di una massa di autisti
dell’Est Europeo, non specializzati e sottopagati, ha gene-
rato e continua a creare gravi problemi. Le infiltrazioni ma-
fiose nel settore sono numerose e spesso quasi impossibili
da riconoscere.”
Ecco, sapevo che avrebbe toccato questo argomento: per
le sue posizioni intransigenti, durante il 2013 ha più volte
ricevuto lettere di minaccia e perfino pallottole inesplose,
messaggi di chiara matrice mafiosa.
“Paura? Certo, solo gli idioti non hanno paura. Ma non mi
fermano, ci mancherebbe: questa è proprio la mia prima
funzione. La mafia inquina il mercato. Ai mafiosi non impor-
ta se i trasporti sono pagati un po’ meno, tanto il loro primo
scopo e quello di riciclare, poi caso mai di guadagnare.
Allora, mi do da fare in quel senso, anche se non sono in
grado di giurarti che, fra i miei trentamila iscritti, non si na-
sconde nessun mafioso. Vero che ci vuole il certificato an-
timafia per potersi iscrivere all’Albo degli Autotrasportatori,
ma è così facile eludere i controlli. Un titolare ha subito una
condanna, lo escludiamo, utilizziamo un prestanome e ab-
biamo risolto il problema.”
Dovrei chiederle se e quando si è sentita davvero discri-
minata, ma - passando con leggerezza da un argomento
all’altro - me lo racconta, ridendone con arguzia: “Quando
sono stata nominata, non ho potuto intervenire e mi sono
fatta rappresentare dal mio Segretario. Sai che cosa han-
no detto? Che non c’ero perché avevo fatto tardi a lavare i
piatti, hai capito! Invece di offendermi, l’ho utilizzata come
battuta la prima volta che sono arrivata in ritardo: scusate-
mi, non avevo finito di lavare i piatti, ho detto. E li ho guardati
dritti in faccia: sono stati tutti zitti.” Cinzia Franchini, che in
poco meno di vent’anni da camionista è diventata Presiden-
te, guarda tutti così: dritto in faccia, senza paura. b


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