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Numero 4 del 2014

Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria


Foto: Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
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Testi pagina 6

4 Aprile 2014
Molti anni fa il femminismo era separatista a oltran-
za nei confronti delle istituzioni. La preclusione poi cadde,
senza discussioni di merito. E questo non fu un bene. Infat-
ti, ancora manchiamo di una teoria dei diritti di genere e di
una configurazione autonoma dei poteri che rendano pos-
sibili strategie condivise su come giocare gli interessi fem-
minili rispetto al governo della polis.
A distanza di decenni dalla contrapposizione tra femmini-
smo di “liberazione” ed emancipazionismo storico, siamo
arrivate alla “piena parità” e il governo Renzi è il primo “50 /
50 %”. Una conquista, evidentemente.
Oltre alla bella soddisfazione di vedere il pancione della
Madia e una Pinotti alla Difesa o la manifestazione di soli-
darietà di genere di fronte al tentativo sessista di cancellare
la parità nella legge elettorale, non è che abbiamo caricato
le immagini di eccessivo significato simbolico e l’assenza
di un “Ministero delle Pari Opportunità” significa che la pre-
senza politica non fa tutt’uno con l’accoglimento paritario
della cultura e dei diritti delle donne?
È ancora presto per giudicare; tuttavia le prime dichiara-
zioni e i primi interventi sono totalmente politici, diciamo
“maschili”; vero è che Federica Mogherini - come del resto
Emma Bonino prima di lei - non poteva far lezione di fem-
minismo alla conferenza dei ministri degli esteri europei....
Comunque per ora non è percepibile “la differenza” di un
femminile che rappresenti la cultura delle donne, proprio
in tempi di quelle riforme urgenti che sarebbero avvantag-
giate dalle innovazioni proposte (e trascurate) delle nostre
studiose. Quindi sarà bene ragionare se si apre una fase
“liberatoria” o se si è completata l’emancipazione: anche le
donne dopo gli schiavi, i neri, i popoli colonizzati. Di recente
i giornali hanno ricordato che, quanto al (chiamiamolo pure)
“capitale umano”, una donna “vale la metà di un uomo”. La
famiglia è, come “istituto” terremotata da cambiamenti che
impongono di parlare più di affettività che di interessi. Poi
succede che “su internet un anonimo ti chiama puttana” e,
almeno in linea di principio non vorremmo leggi di controllo
sulla libertà della rete. La legge 40 sulla fecondazione assi-
stita, assolutamente incompresa dieci anni fa dalla sinistra,
aspetta solo la sanzione della Consulta, dopo 28 interventi
della magistratura e della Corte di Strasburgo. Le donne
italiane vorrebbero vedere messi all’OdG del Parlamento i
troppo acerba
la democrazia
di genere
Manca una teoria dei diritti di genere e una configurazione autonoma dei
poteri che rendano possibili strategie condivise sul governo della polis
di Giancarla Codrignani


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