Numero 5 del 2012
Mamme nel Terzo Millennio
Testi pagina 50
amore e il suo corpo che si fanno parola viva, e in
questo frantumano il linguaggio come una mano
che stringa troppo forte un calice
di cristallo. Ecco cosa sono queste “fe—
nomenologie seriali†di Canterina Da-
vinio (Campanotto editore, Udine 2010),
un continuo osare sulla tenuta della
lingua, facendone scricchiolare le giun-
ture della sintassi, dilatandone a dismi-
sura tempi e possibilità . Francesco Muz—
zioli, in una delle due note critiche che
Chiudono il volume (l’altra è del tra-
duttore in lingua inglese David Seaman),
nota come il termine “fenomenologieâ€
rimandi al fenomeno come “tempo este-
so, assoluto†dove “ogni istante di pie—
nezza costituisce un tempo com—
pleto e fuori dal computo.†Eallora
Non è un caso, osserva Muz-
zioli, che l’imperfetto sia il tem-
po di verbale di questa poesia,
stretta e compressa fra la realtÃ
e il suo dilatarsi dentro la cro—
nologia biologica e psichica
dell’autrice - il titolo della se-
conda sezione è “squeezeâ€:
stringere, strizzare, comprimere
- dove “tutto è [...] già acca-
duto, eppure non è inquadrabile
in una posizione cronologica precisa e isolata; l’imperfetto
CATERINA
DAVINIO
all’orlo della mia quercia
i peccati del mondo
e l’inutile in cui sperare,
dal quale non si poteva
prescindere
e il vano cui domandare
il buono del pane nuovo
e la cupidigia che ci aï¬ondava i denti.
che sapeva di conforto
senza un’occasione.
PAROLA
CHE TAGLIA
TESTI ATTENTI AL SUONO MINIMO
DEL FONEMA, DEL SEGNO, AL VALORE
DEL RESPIRO DELLA VIRGOLA
di Luca Benassi
Raccontare favole all’anima mia
dappoco,
incapace di per sempre?
Che me l'avresti insegnata,
l’eternitÃ
che ti portavi addosso
come un vestito d’altri tempi
e il vuoto in cui
cacciavamo occhi ciechi
convinti che fosse tutto vero.
Mi guardavi allora con lunghe pupille
(rimanevano dentro accese come lumi)
con l'emozione spaventosa del si,
pressanti catastrofi annunciate.
amorosa, alla base della nostra tradizione letteraria, il
dialogo esclusivo con un “tuâ€, a volte costitutivo di un
singolo verso, vengono scheggiati, fran-
tumati, fino a rendere questa poesia un
agglutinarsi di frammenti sintattici sempre
vicini al crinale della rottura, senza mai
valicarlo. Sono testi rastremati, attenti
al suono minimo del fonema, del segno,
al valore del respiro della virgola. Poesia
minima ma non minimalista, che ingloba
i segni e le abbreviazioni proprie della
comunicazione di internet e delle chat,
da sempre territorio di ricerca multime-
diale della poetessa, nella quale il lin—
guaggio si abbrevia per farsi grido, pas-
sione, desiderio, abbandono, respiro, ri-
cerca della logica dell’essenziale. Questa
essenza è fatta degli elementi primi, dell’aria,
dell’acqua, della pietra, del metallo, che scandi-
scono il tempo dell’esistere, come apici, come
chiodi piantati “nell’anima cristallina/ come un
diamante freddo/ che canta,/ voce d’allodola,
grido di bambina.â€
. . . Come un
Scalza sull’ImpIantitofreddo, , _ , _
. rosario tz dica, lunga preghiera
senza rimorso, .
reczto morte
nell’anima cristallina
come un diamantefreddo
che canta,
conferisce al fenomeno una strana durata, lo rende in
qualche modo un avvenimento onirico.â€
poesia una dimensione rarefatta, postuma, discontinua ri-
spetto a un vissuto che solo a tratti riesce ad emergere
dalle ferite intagliate nella parola poetica. Le numerose oc-
correnze di verbi come “strappareâ€, “lacerareâ€, “tagliareâ€,
sono indicative di questa funzione eversiva, decostruttiva,
e allo stesso tempo trasognata e surreale, di una ricerca che
Vi è in questa
di ferro nero)
fonda le radici nelle esperienze delle avanguardie. La lirica
noidonne I maggio I 2012
dove eropiù buia.
voce d'allodola, grido di bambina.
Con le pupille-chiodi
e il suo sguardo colmo di sempre
che gli imploravo menzogne eterne
paurosamente veritiere
e di non s—dimenticarmi mai
mi guardava con forza (i suoi occhi
belli piantavano duri chiodi