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Numero 5 del 2012

Mamme nel Terzo Millennio


Foto: Mamme nel Terzo Millennio
PAGINA 8

Testi pagina 8

SCUOLA E RHZZISMI

i



l protagonista di un film americano di cui non ri-

cordo il titolo cresce nel cerchio sociale delle famiglie

bianche orgogliose della loro appartenenza razzia-

le e del loro successo economico; divenuto adulto

ricopre un posto di lavoro prestigioso che lo por—
ta a vivere in un ambiente dove i neri non esistono, op-
pure, se diventano visibili, si mostrano con una scopa e
uno straccio nelle mani. Eppure, nonostante l’imprinting
sia stato così massiccio e invadente, il nostro eroe non rie-
sce a condividere la mentalità razzista di chi gli sta attorno
e sempre, quando vede un nero addetto alle pulizie, gli
riaffiora alla mente una buffa canzoncina per bambini, pie-
na di espressioni fantastiche e bizzarre, che gli aveva in—
segnato il compagno di giochi dell’infanzia, un bimbo nero
col quale durante l’estate, in vacanza, scorrazzava per la
vasta tenuta paterna, scambiandosi confidenze ed espe-
rienze. Lasciamo il film e veniamo ai nostri giorni, all’etemo
problema dell’educazione dei minori. Tutti diciamo che
la scuola è importante, ma quale tipo di scuola? Anche
qui la risposta appare ovvia: una scuola che insegni ad ap—
prezzare sia la propria “libertà” che “i diritti dell’Altro”.
Perché nel fondo dell’anima deve esserci un “prius”, un
prima che precede il timore del castigo e spinge a rispettare
le regole della convivenza: la persuasione intima e profonda
della pari dignità di ogni essere umano. Se manca questo
riconoscimento, se si vive come “naturale” che un certo
gruppo, religioso sociale o etnico, non gode dei diritti uni-
versali, il nostro subconscio rimane esposto a pressioni psi-
cologiche che possono condurre a comportamenti razzisti.
Frequentare una scuola pubblica non garantisce affatto
da questo rischio, ma è indubbio che le scuole confessionali
di fatto creano fra i loro alunni e i coetanei una separa—
tezza non desiderabile: perché gli alunni che non solo in
famiglia ma anche nelle ore scolastiche vengono educa-
ti a prendere coscienza della loro appartenenza identita—
ria e a viverla intensamente, possono acquisire una per-
cezione troppo forte della loro “differenza”. E a viverla

o noidonne | maggio | 2012

< La Verità è quella
che va cercata

Se la fede non si alimenta di dubbi e proclama I'Assoluto, in realtà non dialoga ma esercita un Potere

di Stefania Friggeri



come “superiorità”, trovando cosi difficile adottare una
forma di convivenza basata sul rispetto reciproco della pari
dignità. Nelle scuole confessionali infatti gli alunni sono
educati alla Verità con la V maiuscola quando noi, poveri
esseri umani, dovremmo accontentarci di “ricercare” la
verità, mettendo a confronto le nostre visioni del mondo,
le nostre credenze. Se la fede non si alimenta di dubbi,
se non vive attraverso il confronto con la pluralità delle
risposte, se insomma la fede proclama l’Assoluto, la Ve-
rità certa ed indiscutibile, in realtà non parla più di Ve—
rità ma parla di Potere. E infatti anche in Europa le chie-
se hanno goduto di un immenso potere lungo tutti i seco-
li in cui la convivenza civile era fondata sulla religione: nel
mondo protestante abbiamo avuto la città-stato ideale, la
Ginevra di Calvino dove si bruciavano gli eretici; nel mon-
do cattolico imperava la collaborazione fra il trono e l’al—
tare (anche se non mancavano scontri, diplomatici ed ar-
mati, per affermare l’uno la superiorità sull’altro). Ancora
nel ÉGX secolo Leone XII (1878—1903) individuava la cau—
sa di tutti i mali che colpivano la società del suo tempo “nel
disprezzo e nel rifiuto di quella santa e augustissima auto-
rità della Chiesa che a nome di Dio presiede al genere uma—
no”. Perché, tramontata nelle rivoluzioni la monarchia di
diritto divino, la sovranità che Dio aveva trasmesso ai regnanti


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