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Numero 5 del 2012

Mamme nel Terzo Millennio


Foto: Mamme nel Terzo Millennio
PAGINA 23

Testi pagina 23

UNA SINDACA

NON CHIAMATELA
EROINA

di Maria Fabbricatore

INTERVISTA A MARIA CARMELA LANZETTA,
LA SINDACA DI MONASTERACE CHE SUBISCE
MINACCE IN ODORE DI 'NDRAGHETA

opo il primo attentato
alla farmacia di sua pro-
prietà il 26 giugno 2011,
la Sindaca di Monaste-
race (Reggio Calabria)
Maria Carmela Lanzet-
ta ha denunciato l'attentato sen-
za nemmeno pensarci anche
perché era sostenuta dai suoi
concittadini: c'è stata una fiac-
colata e tanti attestati di solidarietà. Ma l'ultima minaccia, il 29
marzo scorso, è arrivata con alcuni colpi d’arma da fuoco spa-
rati contro la sua Fiat Panda parcheggiata sotto casa. Il salto
di qualità le ha fatto cambiare idea. “Mi hanno distrutto l'ani-
ma, non posso più combattere a mani nude" dichiara in prima
battuta alla stampa e decide di dimettersi. Di nuovo è un'ondata
di solidarietà che le arriva, e questa volta anche dai 'piani alti',
con Luigi Bersani che le fa visita in Calabria e con le interrogazioni
parlamentari di Doris Lo Moro, deputata del PD indirizzate al
Ministro dell'Interno. Accanto a lei sono schierate soprattutto
le altre sindache e i sindaci della Locride, che hanno minacciato
dimissioni collettive rafforzando l'allarme lanciato da Lanzet-
ta, e poi c’è la gente comune. Le parole di Nicola Gratteri le sono
arrivate forti e incoraggianti: “lo dico al sindaco di non molla-
re, se lascia tutti noi siamo sconfitti come uomini delle istitu-
zioni perché vuol dire che il sistema non ha retto". Così Maria
Carmela Lanzetta ha deciso di rimanere: ha accettato la scor-
ta dei carabinieri proponendosi di fare una verifica a tre mesi.
Riusciamo a rintracciarla nelle ore concitate della decisione di
soprassedere alle dimissioni e al telefono è disponibile, ma si
comprendono le sue difficoltà, il suo essere parca di parole.



Come trascorre queste ore così intense e frenetiche?
In assoluta normalità, perché quello che mi è capitato supe-
ra quello che avrei voluto che fosse. Tutto quello che ho fat-



to è stato esclusivamente perché
così mi sentivo di fare, e allora
non so dare molte spiegazioni agli
stati d'animo. Diciamo che qui è
una situazione difficile, anzi dif-
ficilissima, e con l'aiuto di tutti
speriamo di poter superare al-
meno qualcuno dei problemi.

I Sta ricevendo moltissima so-
lidarietà, sia per il coraggio e
sia perché donna impegnata in
una delle zone più a rischio del paese, anche da parte
delle altre sindache della Locride..

Sì, certo, c'è davvero tantissima solidarietà.

Questa situazione non è facile neppure per la sua fami-
glia e peri suoi figli, immaginiamo. Come la vivono, loro?
Ma veramente la situazione di una donna sindaco è già dif-
ficile di per sé, perché significa dedicare molto tempo ad al-
tro al di fuori della famiglia. Poi penso che sentirsi minacciato
e temere attentati non è facile per nessuno. Penso che sia una
cosa inaccettabile, veramente inaccettabile.

Però Iei va avanti...
Si vado avanti per adesso... ci provo..., ma non so per quan-
to tempo.

Sappiamo che le infiltrazioni 'ndraghetiste ci sono, for-
ti e ramificate, nel tessuto sociale. Come hanno rispo-
sto i cittadini, come hanno reagito, le danno forza?
Molti cittadini mi sono vicini, molto...

Molti, però...
Beh molti non ho avuto nemmeno i| tempo di incontrarli.

Ci sembra che non abbia molta voglia di parlare di co-
raggio, che stia con i piedi per terra. Vero?

Ma certo, vivo in Calabria... che vuole che sia! Non c'è nessuna
esaltazione, io ringrazio tutti, ma qui la situazione è veramente
tremenda. Anzi è una tragedia.

Perché ha deciso di ritornare indietro sulla decisione di
dimettersi?

Perché devo rispetto allo Stato, perché ho sempre sentito
fortissimamente il dovere, sono stata cresciuta con il senso
del dovere.

Lei ha due figli grandi, come vivono questa situazione,

sono consapevoli di quello che sta attraversando?
Rispettano le mie decisioni, e altroché se sono consapevoli. I

noidonne | maggio | 2012


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