Numero 10 del 2012
Futura: Il domani che è tra noi / 2
Testi pagina 5
UN FUTURO DA
ONQUISTARE
on possiamo aspettare: il
c c futuro ce lo dobbiamo con-
quistareâ€. È la risposta al
nostro sondaggio che ha ot-
tenuto il 100% dei con-
sensi: molto interessante. . . Senza alcuna esitazione sono
state scartate le altre due opzioni previste: “Non cre-
do proprio che possiamo aspettarci qualcosa di buo-
no†e “Dobbiamo sperare in bene. Che altro fare?â€
(Sono interessanti anche i commenti:
http://wwwnoidonne.org/sondaggiophpPID=OOO79).
Tra il pessimismo e il fatalismo, si staglia una decisa at—
titudine all’azione, all’esserci in quanto soggetti deci-
sori. Pur nella consapevolezza che il nostro non è un
sondaggio in senso tecnico, bensì una rilevazione af—
fidata alla spontaneità , una tale risposta ‘plebiscitaria’
è l’indicatore di un sentire, forse di un bisogno, co—
munque di una potenzialità . È un segno significativo,
tanto più se lo si contestualizza nello scenario apoca-
littico che ogni giorno i media disegnano basandosi sui
dati economici e sulle prospettive generali (tagli al wel—
fare, crisi del mercato del lavoro, calo del PIL, ecc). Non
c’è dubbio, i numeri della disoccupazione e della inoc—
cupazione sono veri e impressionanti: milioni di per—
sone - in prevalenza donne e giovani - in cerca di la-
voro o che, rassegnati, non lo cercano più. La narra-
zione è di un paese che oscilla tra rabbia e rassegna—
zione. Ma c’è (anche) dell’altro. Questo 100% sug-
gerisce che esiste (anche) un rifiuto della passività e dice
che una lettura a senso unico e negativa non è esau-
stiva della complessità che si muove nelle pieghe del-
la società . C’è (anche) una rabbia ‘generativa’ che pro—
duce re/azione, categoria notoriamente opposta alla
in/ azione, e rilascia energie positive e fruttuose che pos-
sono mettere in circolo contagi ri-creativi. In sostan-
za, quello di cui c’è bisogno per uscire da una situa—
zione di malessere diffuso. Segnali di futuro all’oriz-
zonte? Noi, continuando il percorso iniziato nel nu-
mero di settembre — la ‘trilogia’ FUTURA si comple—
terà nel prossimo numero - siamo andate a cercare ‘il
domani che è tra noi’: pensieri, esperienze, tecniche
di chi ha lo sguardo lungo e che il domani lo sta co—
struendo: sperimentando, elaborando, studiando.
Abbiamo incontrato belle idee e progetti interessan-
ti, che raccontiamo in questo numero. Sono persone
e soggetti che hanno accolto in pieno la lezione di Marc
Augé (Futuro, 2012): “Il tempo che vivremo non sta
di fronte a noi come un contenitore vuoto, una pro—
messa o una minaccia. Più del presente, è il futuro il
tempo della concretezza. Basta sottrarlo alle nostre fuor-
vianti proiezioniâ€. Ecco, non facciamoci confondere
dai miasmi della politica putrescente, non facciamo-
ci disorientare da un catastrofismo a buon mercato, non
arrendiamoci ad un ineluttabile destino governato dai
poteri forti. Il fatto che tutto ciò esista, innegabilmente,
(ruberie e corruzione, ferree cordate e lobby ciniche,
disgrazie e cataclismi) come del resto è sempre esisti—
to, non giustifica rese incondizionate.
Ciascuna/o può agire ed essere parte attiva di un pro-
cesso e sistema che a sua volta interagisce con altri pro—
cessi e sistemi. L’ottimismo non c’entra nulla. Stiamo
parlando di futuro, e in particolare di quello che le don-
ne stanno tessendo. Per questo lo abbiamo chiamato
FUTURA. I
Tz’zz'omoz Bartolz'm'
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noidonne | ottobre | 2012 o