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Numero 10 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 2


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 2
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Testi pagina 18

reciprocità, facendo maturare la consapevolezza che
siamo tutti nella stessa barca. C'è bisogno di tornare a
rapporti più basati sull’empatia che non sulle pro-
cedure. Ricordo che una volta, mentre svol-
gevo una ricerca sulla maternità in Emilia
Romagna, una donna in attesa di parto-
rire mi folgorò con un 'basterebbe un
po' di educazione...'. Abbiamo forse
'proceduralizzato’ eccessivamente le
attività di cura correndo il rischio, a
volte, di perdere la dimensione
umana. Naturalmente non sono inge-
nua e so che la 'gentilezza' non basta,
ma certo agevolerebbe molto. Il fatto è
che, al di là delle teorizzazioni, ora la sfida
sta nell’applicare e/o nel progettare possibili ap-
plicazioni dei diritti sanciti perché un conto è elaborare
un concetto di diritto alla salute e un conto è inverare
questo diritto nelle varie culture, costruire connessioni e
correlazioni. Occorre andare avanti nell'applicazione a
cominciare dalla valorizzazione delle esperienze: la
scuola che cosa è se non l'applicazione del diritto al-
l'istruzione? l’ospedale che cosa è se non l’applicazione
del diritto alla salute? Le devi riconoscere come tali
prima di tutto, poi anche migliorale o criticarle". È lecito,

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però, di fronte alla portata della crisi planetaria e di si-
stema che viviamo, domandarsi che impatto è destinata
ad avere un'idea come quella proposta da LUNID. “Io
devo fare le cose che sono nelle mie possibilità, non cre-

0 noidonne | ottobre | 2012









iamo nelle coscienze l'alibi che siccome non possiamo in-
cidere su Moodi’s e similari, allora tanto vale non impe-
gnarsi. Come docente posso intervenire e lo devo
fare. Il famoso sasso nello stagno produce
sempre effetti... È il partire da sé, la le-
zione che ci ha dato il femminismo in-
sieme alla teorizzazione circa la
diversità che non è inferiorità, ma ric—
chezza, valore e risorsa. La valoriz-
zazione della diversità non significa
dunque inferiorizzazione. Attenzione,
non c'è una via di mezzo: o ti muovi
nella direzione della risorsa e dell'inclu-
sione o ti muovi in quella dell'esclusione.
Questa è la scommessa che dobbiamo af-
frontare e per questo l'esperienza delle donne è
essenziale". Interessante: attinge dal femminismo, ma lo
estende in una dimensione generale. “Parto sempre dalla
lezione del femminismo e spiego che è disconosciuto.
Ovunque lo cito ma, una volta ristabilita la verità, si va
avanti. Come ho detto, è fondamentale partire da ciò che
si ‘e ottenuto, invece c'è uno scollegamento tra il movi-
mento delle donne nelle sue varie articolazioni e la nuova
realtà delle donne, questo perché i| movimento corre a
volte il rischio di ragionare con i vecchi parametri. Vedo
un femminismo diffuso e tante ragazze sono il risultato
del femminismo, il problema è che la comunicazione
ignora completamente la realtà che non è sensazionali-
smo... Ho capito che se ci si impegna qualcosa cambia, ma
ho capito anche che non ci appartiene il controllo dell'ef-
fetto delle cose che si fanno. Non si può dire se si è agito
bene o male controllando personalmente gli effetti delle
proprie azioni che, ovviamente, sfuggono e quindi non pos-
sono servire per la valutazione complessiva del proprio
operato. Quello che conta a livello personale sono le in-
tenzioni, le motivazioni che si mettono in quello che si fa,
questa è la discriminante". Per concludere, ci interessa sa-
pere come vede il futuro una docente che è sempre a con-
tatto con i giovani e ne condivide ansie e speranze. “Il
futuro è legato alle scelte di oggi, scelte che con fiducia e
con creatività facciamo, alla capacità di sciogliere i legacci
che abbiamo, che infastidiscono ma che al contempo 'ac-
carezziamo'. Tenendo presenti i condizionamenti sui quali
dobbiamo incidere, dobbiamo volare alto, cercare di ve-
dere più in là del nostro naso, nella consapevolezza di ap-
partenere tutti alla famiglia umana e nella convinzione che
oggi è essenziale riscoprire i| valore della cultura dell’em-
patia nella dimensione sia affettiva che relazionale, come
in vari ambiti scientifici sta emergendo con chiarezza a co-
minciare dalle neuroscienze. È questa la sfida che ci tro-
viamo, oggi, ad affrontare". I


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