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Numero 1 del 2007

Che sia un anno di PACS


Foto: Che sia un anno di PACS
PAGINA 41

Testi pagina 41

Bella di una bellezza lontana e fuoridel tempo, Isabelle Huppert, invitata
dal Museo Nazionale del Cinema in oc-
casione della mostra fotografica di cui è
soggetto e oggetto, oppone riserbo, timi-
dezza e una punta di diffidenza verso chi
si accinge a tempestarla di domande nel-
la conferenza stampa un po' esclusiva
concessa in un hotel cittadino. L'incontro
con la brava attrice francese, grande pro-
tagonista sugli schermi e in palcoscenico
(è stata dal 12 al 15 dicembre allo Streh-
ler di Milano sarà la perfida e incantevo-
le Madame de Merteuil in Quartett di
Heiner Müller con la regia di Bob Wilson)
è un evento. Quando arriva, tutti gli
sguardo si puntano su di lei. Madame
Huppert, un marito da sempre e tre figli,
è vestita con estrema semplicità: jeans,
stivali e giacca scura. Non porta trucco e
i capelli di un biondo senza pretese sono
sciolti. Non ama essere ripresa mentre ri-
sponde. Il suo volto senza traccia di anni
è appena rischiarato da un sorriso che
nella sfumatura fra sfida e ironia ricorda
quello della Gioconda. Non vuole essere
ripresa mentre risponde alla domande. La
sua immediatezza un po' impacciata de-
nuncia spontaneità. Alle interrogazioni
non si sottrae, ma è chiaro che lei, così
inafferrabile nella sua vellutata ambigui-
tà, predilige la concretezza: le astrazioni
la turbano un poco, l'inafferrabile è riser-
vato alla sua espressione di artista, cate-
goria a cui non le sembra di appartenere.
Parla di cinema, della prima immagine
che l'ha colpita da bambina: quella della
protagonista del film russo Quando vola-
no le cicogne, che in tailleur bianco corre
incontro all'amato e trasforma la gioia in
pianto sotto la pioggia davanti ad una
straziante illusione. Afferma di amare il
cinema che approfondisce i temi della vi-
ta, sia quello modesto e prezioso di auto-
re, sia quello spettacolare, quando è ric-
co di contenuti, come quello di Scorsese.
Cinema e teatro? Sono esperienze diverse.
Oggi i registi, lascia intendere Isabelle,
hanno anche il cinema nello sguardo. Ma
lei si sente a suo agio sia sul set che in
scena. Il cinema la porta al confronto
con se stessa, il teatro mette a fuoco il
ruolo, la penetrazione nel testo e nel per-
sonaggio. Cinema e letteratura? Nei ro-
manzi i personaggi con tutte le loro am-
biguità non suscitano tante domande co-
me i protagonisti dei film.
A proposito di ambiguità, l'attrice ri-
conosce che le figure femminili a cui ha
dato vita si collocano al confine fra il be-
ne e il male. Portando qualcosa di suo,
ama avvicinarsi alla verità dei destini
umani, comunicare sfumature e ambigui-
tà, restituire contorni non definibili. Ma
cerca sempre di avvicinasi al personag-
gio, alla sua realtà obbiettiva, senza in-
terferire con le proprie scelte. Quanto alla
fotografia, le piace che anche il fotografo
si racconti attraverso la sua persona, ma
nega che come diceva Cartier Bresson le
sottragga un po' di anima.
Isabelle Huppert. La donna dei ritratti.
È il titolo di una mostra itinerante, che
raccoglie 115 ritratti della celebre attrice
francese, realizzati da 73 diversi fotogra-
fi negli ultimi quarant'anni. Questa galle-
ria di immagini, una serie di variazioni
smaglianti su un unico soggetto dotato di
una bellezza particolare e di una versati-
lità eccezionale, nel loro percorso in tut-
to il mondo sostano esposte al Museo
Nazionale del Cinema alla Mole Anto-
nelliana di Torino, unica tappa italiana.
La celebre attrice che ha lavorato con i
registi Godard e Chabrol, Jaquot, Haneke
e Cimino, grande amante della fotografia
e del ritratto, ha incontrato nella sua car-
riera i più grandi fotografi del mondo -
da Cartier Bresson a Lartigue, da Helmutt
Newton a Richard Avedon. Nel gioco del
confronto ha creato un rapporto intenso,
duplice, dove ognuno offriva all'altro un
poco di sé. "In tutte le foto c'è un autori-
tratto, uno scambio di sguardi con il fo-
tografo, dice l'attrice. "Mi piace diventa-
re il mezzo di espressione di un artista, e
sono felice che egli si racconti attraverso
di me". Ma è la concessione di un istante.
L'emozione di questa donna piena di fa-
scino rimane celata nell'immagine, un
mistero pieno di sfaccettature, diffuso in-
sieme alla luce chiara dell'intelligenza e
della sensibilità che ne hanno fatto una
grande attrice. Dall'incontro con i grandi
fotografi che l'hanno scrutata Isabelle
Huppert si allontana portandosi via sor-
ridendo i loro palpiti.
noidonne gennaio 2007 41
Mirella Caveggia
La donna dei ritratti
Isabelle Huppert
fino all'11 febbraio 2007 al
Museo Nazionale del Cinema di
Torino una grande mostra
fotografica e una rassegna di
film in esclusiva per l'Italia
Fotografia di Peter Lindbergh
Fotografia di Peter Lindbergh
Fotografia di Juergen Teller


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