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Numero 1 del 2007

Che sia un anno di PACS


Foto: Che sia un anno di PACS
PAGINA 20

Testi pagina 20

gennaio 2007 noidonne20
La rivoluzione non è un pranzo di ga-la" tuonavano i tiranni della terra per
ricordare ai popoli che le lotte richiedo-
no durezze e giustificano violenze. Ma
la rivoluzione delle donne, quella che le
vuole protagoniste in politica, avanza
con decisione e senza sparare un colpo.
Quella delle donne è stata la più lunga
e la più diffusa delle rivoluzioni della
Storia. Nel clamore delle piazze e nel si-
lenzio delle case ha segnato un anda-
mento irreversibile. E si è fatto il punto
su questa "rivoluzione con gli abiti mi-
gliori" al convegno dal titolo "La rivolu-
zione è un pranzo di gala - donne in po-
litica senza se e senza ma" che si è te-
nuto a Modena il 30 novembre scorso,
nell'ambito delle attività della Rete La
citt@ delle donne (progetto EM.MA
Rif.PA 2005-292/Mo approvato dalla
Provincia di Modena FSE Ob3E1), una
sorta di cantiere al lavoro che conta ol-
tre cento amministratrici che insieme
sperimentano un modo di governare la
cosa pubblica.
Al convegno due i filoni della discus-
sione: rappresentanza e rappresentazio-
ne, ovvero uno sguardo ai numeri e alle
strategie per entrare e per crescere (Ca-
terina Liotti, presidente del Cdd ha par-
lato dell'esperienza vincente della rete
modenese), e uno sguardo alle tecniche
di comunicazione, ai linguaggi della
differenza, all'approccio con i nuovi me-
dia e ai trucchi del mestiere.
Si è parlato di quote di partecipazio-
ne (si spera abolita per sempre l'espres-
sione "quota rosa") di formazione, di
strategie per contare di più e non perde-
re terreno.
Molti i contributi preziosi per affron-
tare il tema da un'ottica maschile e fem-
minile e un salutare confronto con la
Spagna di Zapatero che, in fatto di don-
ne ai vertici del potere, fa scuola, (lo ri-
cordiamo: nel Governo spagnolo le don-
ne sono il 50%). Dunque che fare?
Tutti d'accordo nel lasciarsi alle spal-
le i vittimismi (anche di fronte ai nume-
ri della vergogna italiana: 6 ministre su
19 ministri,108 deputate su 630, 44 se-
natrici su 322). Alle spalle anche ideo-
logismi e stili rivendicativi per puntare
dritti alla concretezza.
Al primo posto tra le regole d'oro del
cambiamento spagnolo, ha detto in
estrema sintesi Elia Maldonado, parla-
mentare andalusa, sta il potere di legi-
ferare, perchè è la legge che cambia il
costume.
"La disuguaglianza tra i generi deve
smettere di essere un problema delle
donne perchè è un problema della poli-
tica e come tale deve essere assunto dai
partiti e dai governi". E ancora: "la dis-
uguaglianza oltre ad essere ingiusta è
improduttiva, un freno per lo sviluppo
di un paese".
Come dire: se le donne non ce l'han-
no fatta appellandosi ai diritti univer-
sali e alle buone pratiche provino con
l'unica campana che il potere androcen-
trico riesce a sentire, quello dell'econo-
mia.
Insomma sprecare i talenti femminili
è imperdonabile (in Spagna le donne so-
no il 60% dei laureati ogni anno) ed è
l'intera società che ne paga il prezzo.
Molti stimoli su cui riflettere dunque
da una Regione dove il Consiglio regio-
nale socialista conta otto donne e sei
uomini e nel parlamento autonomo re-
gionale siedono più donne che uomini.
E' ancora una volta l'orizzonte largo
della politica di genere a farsi avanti,
uno "sguardo olistico" sul mondo, che
arriva cioè a toccare ogni ambito della
società, per cui le leggi sono "leggi inte-
grali" come la legge di egualdad attual-
mente in discussione in Spagna che in
sintesi dice: se il governo è perfettamen-
te paritario perchè mai non possono es-
serlo i consigli di amministrazione delle
aziende, il potere dei media, il lavoro di
cura, le responsabilità familiari?
E se le cose si possono fare sia obbli-
gatorio farle, con tanto di "unità di vi-
Una rivoluzione da completare
Modena
Elena Bellei


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