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Numero 7 del 2011

Andamento lento


Foto: Andamento lento
PAGINA 7

Testi pagina 7

be produrre qualche eccitazione, ma solo finché non pen-
sa al signiיִcato reale dell‘espressione. Il potere sul corpo fem-
minile è la vera distorsione che vizia ogni relazione, tanto
più se definita amorosa. Strauss Kahn, aggredendo la po—
vera signora, le gridava “ma sai chi sono io?...”: perfino nel-
l’orgasmo sentiva non la potenza del sesso, ma la superio-
rità gerarchica, ben nota alla storia della cultura maschile,
come lo ius primae noctis che imponeva a un “inferiore”
di concedere la deflorazione della moglie al “signore”.

Giustissimo pertanto sia l’arresto sia la forte pubbliciz-
zazione del reato da parte delle autorità americane che ave-

vano già umiliato davanti ai giudici il presidente Clinton.
Ogni abuso sessuale deve essere per sempre e ovunque
giudicato reato grave per l’inviolabilità del corpo e la di-
gnità della donna. Non ha persuaso, invece, la reazione
dei media europei: a parte i tentativi di difesa, nessun com-
mento ha messo sul banco degli imputati la cultura ma-
schile. E gli uomini, proprio quelli che non si comportano
come S.K., non si sono domandati come mai il loro ge-
nere conosca l’infamia di reati specifici e non il bisogno
di indagarne pubblicamente le cause. La società intera ne
ha danno se anche i migliori si fanno complici. I

DA IMOLA
CONTRO

| MATRIMONI
FORZATI

la proposta di un tavolo

a chiusura del conveqno
internazionale “Per forza, non
per amore", organizzato
dall'associazione interculturale
“Trama di Terre"

Non hanno paura di andare in galera?
No, mio padre ha detto di no.

L’ha detto proprio? Sì. Ci hanno mi-
nacciato, ha detto che se non la porti in-
dietro noi cerchiamo un altro modo. Ha
detto andate dove volete anche dal-
l'altra parte del mondo, io vi trovo.

E poi cosa vuole fare, portarti in Pa-
kistan? Uccidermi.

Tu credi che sarebbe capace? Sì.

II drammatico dialogo emerge dalla
prima indagine sui matrimoni combi-
nati, realizzata in Emilia Romagna
nelle comunità migranti (pachistana,
indiana, bengalese e magrebina), e
presentata a Imola lo scorso 27 mag-
gio, nel convegno internazionale “Per
forza, non per amore", organizzato da
Trama di Terre con il patrocinio di: Co-
mune di Imola e Regione Emilia Ro-
magna. La ricerca, condotta dal Di-
partimento di Studi Sociali dell’Uni-
versità degli Studi di Milano per con-
to dell’associazione imolese, si è ba-
sata su 44 interviste a vittime di ma-



trimoni forzati, mediatrici culturali, in-
segnanti, operatrici/ori sociali, rap-
presentanti di associazioni, e ha mes-
so in luce 33 esperienze. La pratica dei
matrimoni forzati, frutto di tradizioni
patriarcali sopravvissute a lungo an-
che in Italia, è ancora oggi diffusa in
alcune aree del continente asiatico, nel
Maghreb e nell'Africa subsahariana. Le
vittime sono per la maggior parte
giovani donne e bambine (molte di loro
hanno solo 11-12 anni), condotte in
Europa nei flussi migratori, e che vi-
vono anche in Emilia Romagna. La co-
strizione al matrimonio ha sempre esi-
ti drammatici: violenze fisiche e psi-
cologiche, segregazione, stupri, scom-
pensi psichici e della salute, sequestri
e rimpatrio forzato nei Paesi d'origine,
a volte la morte. Sono tante, troppe, le
vittime: Sanaa, Hina, Shahnaz - ucci-
sa per difendere la figlia Nosheen a
Novi - e Kaur che per la libertà, rifiu-
tò la vita e si gettò sotto un treno a So-
liera, per non subire una vita coniugale
imposta da altri dopo la vedovanza.

Per questo, Trama di Terre ha lancia-
to un appello alle istituzioni locali, chie-
dendo alla Regione Emilia Romagna un
tavolo di concertazione per la pre-
venzione e il contrasto di una pratica
che, con l'emigrazione, è una realtà an-
che in Italia e in Emilia Romagna. “È
un'urgenza - dice Tiziana Dal Pra,
presidentessa di Trama di Terre - oltre
che un dovere verso le nuove gene-
razioni. E noi, come associazione,
continueremo a fare pressione e a te-
nere alta l'attenzione". Come spiega al
convegno Barbara Spinelli, avvocata e
autrice di “Femminicidio”: "Un tavolo
interistituzionale per la creazione di un
piano regionale di prevenzione e con-
trasto sui matrimoni forzati potrebbe
essere il luogo ideale dove associazioni
e istituzioni sarebbero chiamate, a par-
tire dalle esperienze concrete, a ela-
borare campagne formative e di sen-
sibilizzazione e linee guida per le ope-
ratrici e gli operatori. E potrebbe es-
sere un primo passo per l'estensione
dell'articolo 18 del Testo Unico a tutela
delle vittime di tratta anche per le don-
ne costrette a matrimoni forzati". Nel
convegno, che ha visto la presenza di
150 partecipanti, sono stati illustrati i
casi concreti e le esperienze matura-
te nel percorso d'accoglienza da Tra-
me di Terre, comparate con quelle del-
le associazioni Southall Black Sisters
di Londra (Inghilterra), Asociation De-
mocratique des Femmes du Maroc di
Rabat e Insat di Beni Mellal (Marocco).
I materiali del convegno sono dispo-
nibili sul sito dell'associazione
(www.tramaditerre.org).

Piera Francesca Mastantuono

noidonne | luglio—agosto | 2011



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